A Bari, in questi giorni di comizi ed elezioni, ogni tanto qualcuno mi ferma per strada dicendomi: “Tu dovevi fare il sindaco!”. Ovviamente è un modo per prendermi in giro. La versione elettorale di: “Tu sei bello non la scimmia”.
Ed io che “a giocare” non mi tiro mai indietro, sorrido e dico un’altra cazzata di pari quota. Eppure questa forma di dialogo veloce, stradale, tra “quasi” estranei, è un toccasana capace di unire una Comunità. Ed a me piace assai.
Il motteggio però, mi ha fatto pensare a chi debba realmente essere sindaco di questa città. A tale proposito, e lo faccio con tutta l’onestà che spero mi caratterizzi, sono costretto ad evidenziare un inciampo della coalizione per Laforgia sindaco.
Laforgia è persona degna del ruolo? Sì, eccome!
Eppure una sua lista è stata esclusa dalle votazioni perché non ha rispettato i vincoli sulla parità di genere, tra l’altro ben espressi nella normativa. Ironia della sorte: c’erano troppe donne in lista.
All’inizio ci sono rimasto male. Perché l’idea che delle donne dovessero rinunciare alla loro candidatura solo perché chi ha promosso la lista non ha rispettato il dettato burocratico mi sembrava ingiusto. Porca miseria! In una città ancora troppo al maschile questa proprio non ci voleva.
Così ho dato la colpa ai codici ed ai codicilli che infestano il nostro quotidiano. Quelle sordide leggi e leggine che, se sbagli una mossa, ti fanno ritrovare con le terga scoperte. Poi ci ho pensato sopra ed ho elaborato un’altra versione dei fatti. Che qui condivido.
Anche i “garbugli” vanno rispettati. E chi ha composto quella lista avrebbe dovuto conoscerli per non portare danno. In ogni caso il corto circuito c’è stato e per un attimo è andata via la luce.
Al Comune di Bari queste cose non dovranno accadere. La nostra è una città in viaggio ormai da anni verso la sua rinascita. Una città che ha saputo riscattarsi, tornando ad essere capoluogo tra i capoluoghi, eccellenza nazionale, centro focale della costa adriatica e punto fondante del Mediterraneo.
Perciò, in vista delle rendicontazioni del 2026 per il PNRR e delle nuove richieste per i Fondi europei 2021/2027, non è solo delle parole che avremo bisogno, ma di amministratori scafati, con la giusta esperienza della macchina burocratica e maestri nel dirimere ed interpretare -per l’appunto- leggi e leggine, codici e codicilli.
Avremo bisogno di una squadra che, una volta in campo, abbia già giocato partite importanti, con schemi già rodati e spogliatoio più che affiatato. Da giugno la realtà fattuale dovrà prendere il posto delle promesse e dell’oratoria.
Bari, per continuare a crescere, avrà bisogno più di ottimi tecnici che di bravi politici. Dove per tecnici intendo il politico che sa già come si fa.
https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Stornaiolo
A Bari, in questi giorni di comizi ed elezioni, ogni tanto qualcuno mi ferma per strada dicendomi: “Tu dovevi fare il sindaco!”. Ovviamente è un modo per prendermi in giro. La versione elettorale di: “Tu sei bello non la scimmia”.
Ed io che “a giocare” non mi tiro mai indietro, sorrido e dico un’altra cazzata di pari quota. Eppure questa forma di dialogo veloce, stradale, tra “quasi” estranei, è un toccasana capace di unire una Comunità. Ed a me piace assai.
Il motteggio però, mi ha fatto pensare a chi debba realmente essere sindaco di questa città. A tale proposito, e lo faccio con tutta l’onestà che spero mi caratterizzi, sono costretto ad evidenziare un inciampo della coalizione per Laforgia sindaco.
Laforgia è persona degna del ruolo? Sì, eccome!
Eppure una sua lista è stata esclusa dalle votazioni perché non ha rispettato i vincoli sulla parità di genere, tra l’altro ben espressi nella normativa. Ironia della sorte: c’erano troppe donne in lista.
All’inizio ci sono rimasto male. Perché l’idea che delle donne dovessero rinunciare alla loro candidatura solo perché chi ha promosso la lista non ha rispettato il dettato burocratico mi sembrava ingiusto. Porca miseria! In una città ancora troppo al maschile questa proprio non ci voleva.
Così ho dato la colpa ai codici ed ai codicilli che infestano il nostro quotidiano. Quelle sordide leggi e leggine che, se sbagli una mossa, ti fanno ritrovare con le terga scoperte.
Poi ci ho pensato sopra ed ho elaborato un’altra versione dei fatti. Che qui condivido.
Anche i “garbugli” vanno rispettati. E chi ha composto quella lista avrebbe dovuto conoscerli per non portare danno. In ogni caso il corto circuito c’è stato e per un attimo è andata via la luce.
Al Comune di Bari queste cose non dovranno accadere. La nostra è una città in viaggio ormai da anni verso la sua rinascita. Una città che ha saputo riscattarsi, tornando ad essere capoluogo tra i capoluoghi, eccellenza nazionale, centro focale della costa adriatica e punto fondante del Mediterraneo.
Perciò, in vista delle rendicontazioni del 2026 per il PNRR e delle nuove richieste per i Fondi europei 2021/2027, non è solo delle parole che avremo bisogno, ma di amministratori scafati, con la giusta esperienza della macchina burocratica e maestri nel dirimere ed interpretare leggi e leggine, codici e codicilli.
Avremo bisogno di una squadra che, una volta in campo, abbia già giocato partite importanti, con schemi già rodati e spogliatoio più che affiatato.
Dal 10 giugno la realtà fattuale dovrà prendere il posto delle promesse e dell’oratoria. Bari, per continuare a crescere, avrà bisogno più di ottimi tecnici che di bravi politici. Dove per tecnici intendo il politico che sa già come si fa.
A Bari, in questi giorni di comizi ed elezioni, ogni tanto qualcuno mi ferma per strada dicendomi: “Tu dovevi fare il sindaco!”. Ovviamente è un modo per prendermi in giro. La versione elettorale di: “Tu sei bello non la scimmia”.
Ed io che “a giocare” non mi tiro mai indietro, sorrido e dico un’altra cazzata di pari quota. Eppure questa forma di dialogo veloce, stradale, tra “quasi” estranei, è un toccasana capace di unire una Comunità. Ed a me piace assai.
Il motteggio però, mi ha fatto pensare a chi debba realmente essere sindaco di questa città. A tale proposito, e lo faccio con tutta l’onestà che spero mi caratterizzi, sono costretto ad evidenziare un inciampo della coalizione per Laforgia sindaco.
Laforgia è persona degna del ruolo? Sì, eccome!
Eppure una sua lista è stata esclusa dalle votazioni perché non ha rispettato i vincoli sulla parità di genere, tra l’altro ben espressi nella normativa. Ironia della sorte: c’erano troppe donne in lista.
All’inizio ci sono rimasto male. Perché l’idea che delle donne dovessero rinunciare alla loro candidatura solo perché chi ha promosso la lista non ha rispettato il dettato burocratico mi sembrava ingiusto. Porca miseria! In una città ancora troppo al maschile questa proprio non ci voleva.
Così ho dato la colpa ai codici ed ai codicilli che infestano il nostro quotidiano. Quelle sordide leggi e leggine che, se sbagli una mossa, ti fanno ritrovare con le terga scoperte.
Poi ci ho pensato sopra ed ho elaborato un’altra versione dei fatti. Che qui condivido.
Anche i “garbugli” vanno rispettati. E chi ha composto quella lista avrebbe dovuto conoscerli per non portare danno. In ogni caso il corto circuito c’è stato e per un attimo è andata via la luce.
Al Comune di Bari queste cose non dovranno accadere. La nostra è una città in viaggio ormai da anni verso la sua rinascita. Una città che ha saputo riscattarsi, tornando ad essere capoluogo tra i capoluoghi, eccellenza nazionale, centro focale della costa adriatica e punto fondante del Mediterraneo.
Perciò, in vista delle rendicontazioni del 2026 per il PNRR e delle nuove richieste per i Fondi europei 2021/2027, non è solo delle parole che avremo bisogno, ma di amministratori scafati, con la giusta esperienza della macchina burocratica e maestri nel dirimere ed interpretare leggi e leggine, codici e codicilli.
Avremo bisogno di una squadra che, una volta in campo, abbia già giocato partite importanti, con schemi già rodati e spogliatoio più che affiatato.
Dal 10 giugno la realtà fattuale dovrà prendere il posto delle promesse e dell’oratoria. Bari, per continuare a crescere, avrà bisogno più di ottimi tecnici che di bravi politici. Dove per tecnici intendo il politico che sa già come si fa.
Bari e il nuovo sindaco
A Bari, in questi giorni di comizi ed elezioni, ogni tanto qualcuno mi ferma per strada dicendomi: “Tu dovevi fare il sindaco!”. Ovviamente è un modo per prendermi in giro. La versione elettorale di: “Tu sei bello non la scimmia”.
Ed io che “a giocare” non mi tiro mai indietro, sorrido e dico un’altra cazzata di pari quota. Eppure questa forma di dialogo veloce, stradale, tra “quasi” estranei, è un toccasana capace di unire una Comunità. Ed a me piace assai.
Il motteggio però, mi ha fatto pensare a chi debba realmente essere sindaco di questa città. A tale proposito, e lo faccio con tutta l’onestà che spero mi caratterizzi, sono costretto ad evidenziare un inciampo della coalizione per Laforgia sindaco.
Laforgia è persona degna del ruolo? Sì, eccome!
Eppure una sua lista è stata esclusa dalle votazioni perché non ha rispettato i vincoli sulla parità di genere, tra l’altro ben espressi nella normativa. Ironia della sorte: c’erano troppe donne in lista.
All’inizio ci sono rimasto male. Perché l’idea che delle donne dovessero rinunciare alla loro candidatura solo perché chi ha promosso la lista non ha rispettato il dettato burocratico mi sembrava ingiusto. Porca miseria! In una città ancora troppo al maschile questa proprio non ci voleva.
Così ho dato la colpa ai codici ed ai codicilli che infestano il nostro quotidiano. Quelle sordide leggi e leggine che, se sbagli una mossa, ti fanno ritrovare con le terga scoperte.
Poi ci ho pensato sopra ed ho elaborato un’altra versione dei fatti. Che qui condivido.
Anche i “garbugli” vanno rispettati. E chi ha composto quella lista avrebbe dovuto conoscerli per non portare danno. In ogni caso il corto circuito c’è stato e per un attimo è andata via la luce.
Al Comune di Bari queste cose non dovranno accadere. La nostra è una città in viaggio ormai da anni verso la sua rinascita. Una città che ha saputo riscattarsi, tornando ad essere capoluogo tra i capoluoghi, eccellenza nazionale, centro focale della costa adriatica e punto fondante del Mediterraneo.
Perciò, in vista delle rendicontazioni del 2026 per il PNRR e delle nuove richieste per i Fondi europei 2021/2027, non è solo delle parole che avremo bisogno, ma di amministratori scafati, con la giusta esperienza della macchina burocratica e maestri nel dirimere ed interpretare leggi e leggine, codici e codicilli.
Avremo bisogno di una squadra che, una volta in campo, abbia già giocato partite importanti, con schemi già rodati e spogliatoio più che affiatato.
Dal 10 giugno la realtà fattuale dovrà prendere il posto delle promesse e dell’oratoria. Bari, per continuare a crescere, avrà bisogno più di ottimi tecnici che di bravi politici. Dove per tecnici intendo il politico che sa già come si fa.
A Bari, in questi giorni di comizi ed elezioni, ogni tanto qualcuno mi ferma per strada dicendomi: “Tu dovevi fare il sindaco!”. Ovviamente è un modo per prendermi in giro. La versione elettorale di: “Tu sei bello non la scimmia”.
Ed io che “a giocare” non mi tiro mai indietro, sorrido e dico un’altra cazzata di pari quota. Eppure questa forma di dialogo veloce, stradale, tra “quasi” estranei, è un toccasana capace di unire una Comunità. Ed a me piace assai.
Il motteggio però, mi ha fatto pensare a chi debba realmente essere sindaco di questa città. A tale proposito, e lo faccio con tutta l’onestà che spero mi caratterizzi, sono costretto ad evidenziare un inciampo della coalizione per Laforgia sindaco.
Laforgia è persona degna del ruolo? Sì, eccome!
Eppure una sua lista è stata esclusa dalle votazioni perché non ha rispettato i vincoli sulla parità di genere, tra l’altro ben espressi nella normativa. Ironia della sorte: c’erano troppe donne in lista.
All’inizio ci sono rimasto male. Perché l’idea che delle donne dovessero rinunciare alla loro candidatura solo perché chi ha promosso la lista non ha rispettato il dettato burocratico mi sembrava ingiusto. Porca miseria! In una città ancora troppo al maschile questa proprio non ci voleva.
Così ho dato la colpa ai codici ed ai codicilli che infestano il nostro quotidiano. Quelle sordide leggi e leggine che, se sbagli una mossa, ti fanno ritrovare con le terga scoperte.
Poi ci ho pensato sopra ed ho elaborato un’altra versione dei fatti. Che qui condivido.
Anche i “garbugli” vanno rispettati. E chi ha composto quella lista avrebbe dovuto conoscerli per non portare danno. In ogni caso il corto circuito c’è stato e per un attimo è andata via la luce.
Al Comune di Bari queste cose non dovranno accadere. La nostra è una città in viaggio ormai da anni verso la sua rinascita. Una città che ha saputo riscattarsi, tornando ad essere capoluogo tra i capoluoghi, eccellenza nazionale, centro focale della costa adriatica e punto fondante del Mediterraneo.
Perciò, in vista delle rendicontazioni del 2026 per il PNRR e delle nuove richieste per i Fondi europei 2021/2027, non è solo delle parole che avremo bisogno, ma di amministratori scafati, con la giusta esperienza della macchina burocratica e maestri nel dirimere ed interpretare leggi e leggine, codici e codicilli.
Avremo bisogno di una squadra che, una volta in campo, abbia già giocato partite importanti, con schemi già rodati e spogliatoio più che affiatato.
Dal 10 giugno la realtà fattuale dovrà prendere il posto delle promesse e dell’oratoria. Bari, per continuare a crescere, avrà bisogno più di ottimi tecnici che di bravi politici. Dove per tecnici intendo il politico che sa già come si fa.
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