A voler credere ai sondaggi che girano a Bari, in vista delle Amministrative di giugno, si preannuncia, al ballottaggio, una lotta fraterna tra gli ultras di Michele Laforgia ed i tifosi di Vito Leccese.
Con questa proiezione, sarebbe negata -sin da ora- la possibilità di sedere sullo scranno più alto del Comune al candidato di centrodestra, Fabio Romito. La qualcosa, con tutto il rispetto per la statistica, un po’ di dubbi li instilla.
È mai possibile che a questa tornata i conservatori riscuotano lo stesso consenso di cinque anni fa, come parrebbe dai numeri esposti? Allora non ci credeva alla sua elezione neanche il candidato prescelto; allora nessuna ansia di vittoria pervadeva la coalizione; allora fu una presenza di bandiera e nulla più.
Ma oggi? Siamo sicuri che viceministri, sottosegretari, senatori ed onorevoli al Governo rimarranno con le mani in mano a subire l’ennesima sconfitta per la presa della città capoluogo? Bari è Bari. E dunque, la coalizione egemone in Italia si spenderà -e non poco- per fare bella figura.
E poi, diciamola tutta. Chissà in quanti -ancora oggi- rispondono ai sondaggi con la voglia di prendere in giro chi li chiama. Càpita quando chiamano all’ora di pranzo per invogliare a cambiare gestore telefonico, figuriamoci per dichiarare il proprio voto. Una piccola bugia potrebbe anche starci. Chissà.
Di certo i veterani delle consultazioni dicono che per tastare il polso della città serva sorvegliare le presenze agli incontri dal vivo (sostanziose quelle di Laforgia alla presentazione delle liste); serva analizzare, nome per nome, tutti i candidati iscritti nelle liste a sostegno dei papabili primi cittadini (e qui, Leccese, tra assessore e assessori uscenti ed altri nomi maiuscoli, se la passerebbe bene).
Ma soprattutto, sempre loro, i vegliardi, asseriscono che la differenza potrebbe farla anche Meloni detta Giorgia. Con qualche passeggiatina in più a Bari potrebbe corroborare i seguaci e convincere gli indecisi che, come in ogni elezione che si rispetti, sono sempre la maggioranza.
Chi vivrà vedrà. Di certo: alea iacta NON est!
LECCESE, LAFORGIA E ROMITO ALLA PROVA DEI SONDAGGI
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A voler credere ai sondaggi che girano a Bari, in vista delle Amministrative di giugno, si preannuncia, al ballottaggio, una lotta fraterna tra gli ultras di Michele Laforgia ed i tifosi di Vito Leccese.
Con questa proiezione, sarebbe negata -sin da ora- la possibilità di sedere sullo scranno più alto del Comune al candidato di centrodestra, Fabio Romito. La qualcosa, con tutto il rispetto per la statistica, un po’ di dubbi li instilla.
È mai possibile che a questa tornata i conservatori riscuotano lo stesso consenso di cinque anni fa, come parrebbe dai numeri esposti? Allora non ci credeva alla sua elezione neanche il candidato prescelto; allora nessuna ansia di vittoria pervadeva la coalizione; allora fu una presenza di bandiera e nulla più.
Ma oggi? Siamo sicuri che viceministri, sottosegretari, senatori ed onorevoli al Governo rimarranno con le mani in mano a subire l’ennesima sconfitta per la presa della città capoluogo? Bari è Bari. E dunque, la coalizione egemone in Italia si spenderà – e non poco- per fare bella figura.
E poi, diciamola tutta. Chissà in quanti -ancora oggi- rispondono ai sondaggi con la voglia di prendere in giro chi li chiama. Càpita quando chiamano all’ora di pranzo per invogliare a cambiare gestore telefonico, figuriamoci per dichiarare il proprio voto. Una piccola bugia potrebbe anche starci. Chissà.
Di certo i veterani delle consultazioni dicono che per tastare il polso della città serva sorvegliare le presenze agli incontri dal vivo (sostanziose quelle di Laforgia alla presentazione delle liste); serva analizzare, nome per nome, tutti i candidati iscritti nelle liste a sostegno dei papabili primi cittadini (e qui, Leccese, tra assessore e assessori uscenti ed altri nomi maiuscoli, se la passerebbe bene).
Ma soprattutto, sempre loro, i vegliardi, asseriscono che la differenza potrebbe farla anche Meloni detta Giorgia. Con qualche passeggiatina in più a Bari potrebbe corroborare i seguaci e convincere gli indecisi che, come in ogni elezione che si rispetti, sono sempre la maggioranza.
Chi vivrà vedrà. Di certo: alea iacta NON est!
A voler credere ai sondaggi che girano a Bari, in vista delle Amministrative di giugno, si preannuncia, al ballottaggio, una lotta fraterna tra gli ultras di Michele Laforgia ed i tifosi di Vito Leccese.
Con questa proiezione, sarebbe negata -sin da ora- la possibilità di sedere sullo scranno più alto del Comune al candidato di centrodestra, Fabio Romito. La qualcosa, con tutto il rispetto per la statistica, un po’ di dubbi li instilla.
È mai possibile che a questa tornata i conservatori riscuotano lo stesso consenso di cinque anni fa, come parrebbe dai numeri esposti? Allora non ci credeva alla sua elezione neanche il candidato prescelto; allora nessuna ansia di vittoria pervadeva la coalizione; allora fu una presenza di bandiera e nulla più.
Ma oggi? Siamo sicuri che viceministri, sottosegretari, senatori ed onorevoli al Governo rimarranno con le mani in mano a subire l’ennesima sconfitta per la presa della città capoluogo? Bari è Bari. E dunque, la coalizione egemone in Italia si spenderà – e non poco- per fare bella figura.
E poi, diciamola tutta. Chissà in quanti -ancora oggi- rispondono ai sondaggi con la voglia di prendere in giro chi li chiama. Càpita quando chiamano all’ora di pranzo per invogliare a cambiare gestore telefonico, figuriamoci per dichiarare il proprio voto. Una piccola bugia potrebbe anche starci. Chissà.
Di certo i veterani delle consultazioni dicono che per tastare il polso della città serva sorvegliare le presenze agli incontri dal vivo (sostanziose quelle di Laforgia alla presentazione delle liste); serva analizzare, nome per nome, tutti i candidati iscritti nelle liste a sostegno dei papabili primi cittadini (e qui, Leccese, tra assessore e assessori uscenti ed altri nomi maiuscoli, se la passerebbe bene).
Ma soprattutto, sempre loro, i vegliardi, asseriscono che la differenza potrebbe farla anche Meloni detta Giorgia. Con qualche passeggiatina in più a Bari potrebbe corroborare i seguaci e convincere gli indecisi che, come in ogni elezione che si rispetti, sono sempre la maggioranza.
Chi vivrà vedrà. Di certo: alea iacta NON est!
A voler credere ai sondaggi che girano a Bari, in vista delle Amministrative di giugno, si preannuncia, al ballottaggio, una lotta fraterna tra gli ultras di Michele Laforgia ed i tifosi di Vito Leccese.
Con questa proiezione, sarebbe negata -sin da ora- la possibilità di sedere sullo scranno più alto del Comune al candidato di centrodestra, Fabio Romito. La qualcosa, con tutto il rispetto per la statistica, un po’ di dubbi li instilla.
È mai possibile che a questa tornata i conservatori riscuotano lo stesso consenso di cinque anni fa, come parrebbe dai numeri esposti? Allora non ci credeva alla sua elezione neanche il candidato prescelto; allora nessuna ansia di vittoria pervadeva la coalizione; allora fu una presenza di bandiera e nulla più.
Ma oggi? Siamo sicuri che viceministri, sottosegretari, senatori ed onorevoli al Governo rimarranno con le mani in mano a subire l’ennesima sconfitta per la presa della città capoluogo? Bari è Bari. E dunque, la coalizione egemone in Italia si spenderà – e non poco- per fare bella figura.
E poi, diciamola tutta. Chissà in quanti -ancora oggi- rispondono ai sondaggi con la voglia di prendere in giro chi li chiama. Càpita quando chiamano all’ora di pranzo per invogliare a cambiare gestore telefonico, figuriamoci per dichiarare il proprio voto. Una piccola bugia potrebbe anche starci. Chissà.
Di certo i veterani delle consultazioni dicono che per tastare il polso della città serva sorvegliare le presenze agli incontri dal vivo (sostanziose quelle di Laforgia alla presentazione delle liste); serva analizzare, nome per nome, tutti i candidati iscritti nelle liste a sostegno dei papabili primi cittadini (e qui, Leccese, tra assessore e assessori uscenti ed altri nomi maiuscoli, se la passerebbe bene).
Ma soprattutto, sempre loro, i vegliardi, asseriscono che la differenza potrebbe farla anche Meloni detta Giorgia. Con qualche passeggiatina in più a Bari potrebbe corroborare i seguaci e convincere gli indecisi che, come in ogni elezione che si rispetti, sono sempre la maggioranza.
Chi vivrà vedrà. Di certo: alea iacta NON est!
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