Scade il 15 gennaio il termine entro il quale tutti i responsabili della prevenzione della corruzione delle amministrazioni pubbliche, degli enti pubblici, delle società e degli altri organismi partecipati devono pubblicare la relazione relativa all’attuazione del piano anticorruzione. La scadenza, fissata dall’Anac impone la necessità di rendere disponibile uno strumento di analisi dettagliata, una relazione che dovrà essere pubblicata e trasmessa anche all’organo di indirizzo politico dell’amministrazione, oltre che all’ANAC. Fino ad oggi si è stati particolarmente carenti nell’analisi dei contesti esterni. A titolo esemplificativo, si pensi all’area appalti, rispetto alla quale l’analisi del contesto esterno potrebbe evidenziare la presenza di tentativi di manipolazione delle procedure da parte delle organizzazioni criminali. Anche l’analisi del contesto interno è risultata spesso carente e, in questa prospettiva, l’azione dei responsabili può essere focalizzata sull’evoluzione delle aree generali di rischio, tra le quali l’Anac ha annoverato anche il conferimento degli incarichi e la gestione del contenzioso. Nella gestione del rischio, inoltre, grande attenzione deve essere posta anche sul coinvolgimento degli attori, sia esterni (molto limitato nei pochi piani, già approvati sino ad oggi) sia interni. In particolare, apparrebbe opportuno che il ruolo di monitoraggio non sia lasciato esclusivamente all’interno della P.A., ma anche a soggetti terzi esterni ed indipendenti rispetto all’Amministrazione. La Confconsumatori procederà a verificare che gli enti pubblici rispettino tale adempimento e, laddove ciò non accada, provvederà a segnalare eventuali inadempienze all’ANAC.
© Riproduzione riservata