Sono quasi 5mila le aziende appartenenti ai diversi settori merceologici delle province di Bari e di Barletta – Andria – Trani “visitate” dagli ispettori del Ministro del Lavoro nell’anno
“Il lavoro nero continua a rappresentare la piaga maggiore per il territorio – spiega Giuseppe Deleonardis, segretario generale Cgil Bat –, a cui si aggiunge un altro fenomeno altrettanto grave che è quello delle varie infrazioni ed evasioni contrattuali e in materia di sicurezza sul lavoro che si attestano al 60% con picchi del 68%. Serve maggiore qualità del lavoro ma soprattutto serve che i sindaci e le istituzioni smettano di stare a guardare in silenzio. Insieme a Cisl e Uil abbiamo chiesto ai Sindaci della Provincia Bat di attivare tutte le iniziative in grado di intercettare le risorse comunitarie e avviare percorsi virtuosi per lo sviluppo, costruendo occasioni di confronto tra le parti sociali ed il partenariato economico e sociale: abbiamo proposto la sottoscrizioni di due protocolli, uno sulle relazioni sindacali con le A.C. e sui bilanci e politiche di welfare comunale alla costruzione di percorsi di governance in grado di rilanciare le politiche di sviluppo per cogliere le opportunità messe un campo dall’Europa ed un altro sugli appalti pubblici. Dopo mesi dall’inizio delle trattative il bilancio è sconfortante: solo con quatto comuni abbiamo firmato il primo accordo (quello sulle relazioni sindacali) mentre nessuno dei sindaci interpellati fino ad ora ha dimostrato interesse a stabilire criteri in materia di concessioni e appalti pubblici di lavori, forniture, servizi, responsabilità solidale e clausola sociale”.
“Riteniamo che proprio alla luce dei dati sul nero emersi dalle ispezioni sia più che mai urgente che almeno le pubbliche amministrazioni si facciano promotrici della cultura del lavoro di qualità e che prestino una particolare attenzione nel momento in cui fanno un affidamento diretto o procedano con l’aggiudicazione di un appalto se è vero come è vero che i settori in cui si annidano le maggiori irregolarità, oltre all’agricoltura, sono quelli della ristorazione e dei servizi ma anche sociale, sanità ed istruzione non se la passano meglio, infatti in questi settori, sempre secondo il Ministero un lavoratore su due è a nero”.
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