23 Settembre 2023 - Ore
Donne / Giustizia e Legalità / Parità / Politica

“Ammazzate tre prostitute…” NO. “Ammazzate tre donne…”. 

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza maschile sulle donne

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza maschile sulle donne.
Una valanga di eventi e manifestazioni perdurerà per tutto il mese di novembre protraendosi sino a dicembre.
La Rete delle Donne Costituenti ha ritenuto non aggiungere altro a quanto si sta dicendo e facendo, ma osservando attentamente le nostre vite e quelle di tutte le donne riteniamo utile fermarci e riflettere insieme.
Di violenza di genere se ne parla male e forse troppo male. Spesso il linguaggio usato per parlare di violenza è quello pregnato della cultura patriarcale e maschilista che dovremmo combattere. Un esempio “Ammazzate tre prostitute…” NO. “Ammazzate tre donne…”.  La sovversione del paradigma culturale passa anche da un linguaggio rinnovato e scevro da radici maschiliste.
Diverse le raccolte fondi in favore delle associazioni che si occupano di tutela, sostegno ed empowerment delle donne vittimizzate dalla violenza maschile. Ma questo non deve distrarre la nostra attenzione dall’assenza di politiche abitative e lavorative concrete a favore di chi rischia la propria vita e quella dei suoi figli per rompere lo schema di sudditanza.
Attenzione maggiore va data alle sottili trame della violenza economica che imbriglia tante donne inconsapevoli sottomesse al pensiero dominante o, per meglio dire, pensiero unico (non sempre espresso da maschi, ma spesso espressione di una mascolinità).
In questo momento dell’anno si pubblicano dati, che ci dicono di un aumento degli ammonimenti, di una diminuzione dei femminicidi: ma ci sono dati che non vengono raccolti e tantomeno pubblicati e che rappresentano il cuore pulsante del patriarcato attivo e vegeto e rinvigorito diremmo. La qualità dei percorsi delle donne nelle aule dei Tribunali, negli uffici dei servizi sociali e sanitari, l’assenza o la quasi assenza di sostegni ai minori (ancora poco ascoltati e poco guardati) vittimizzati dalla violenza assistita. Donne rese colpevoli o quanto meno corresponsabili nei fatti di violenza agiti dai maltrattanti. Donne non credute, donne attraversate da valutazioni delle loro capacità genitoriali basate ancora su pregiudizi sottili che attraversano molti dei provvedimenti dei Tribunali e delle relazioni dei servizi. Padri con misure cautelari o anche agli arresti domiciliari ai quali viene garantito il “diritto di vedere i figli” fino a mettere a repentaglio la sicurezza del minore.
Ancora alcuni cardini del diritto civile e penale sono basati su strutture patriarcali: è necessario rivedere l’applicazione delle leggi nell’ottica di genere. Inserire gli studi di genere in tutti i percorsi universitari potrebbe conferire lenti più nitide per mettere a fuoco spazi ancorati al patriarcato e liberare spazi di libertà per tutte le donne.
RETE DELLE DONNE COSTITUENTI PUGLIESI

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