16 Settembre 2024 - Ore
Giustizia e Legalità

Long Covid, a Bari il seminario di Apab

L'Associazione previdenzialisti e assistenzialisti baresi

Si terrà venerdì 18 novembre a Bari, dalle 15.30 nella sala delle adunanze del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati in Tribunale, il seminario organizzato da Apab – Associazione previdenzialisti e assistenzialisti baresi, in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Bari, dal titolo “Long Covid: tra infortunio e malattia professionale”.

All’incontro parteciperanno giuristi e addetti ai lavori ma anche rappresentanti di associazioni datoriali e sindacati per leggere insieme una realtà che presenta ancora molti aspetti da chiarire. Quali impatti dal punto di vista giuridico, ma anche sociale, avrà la pandemia e quanto lunga sarà la sua influenza, sono gli interrogativi ai quali daranno risposte i relatori. Dopo i saluti della presidente dell’Ordine, Serena Triggiani, del presidente del Tribunale, Alfredo Maria Pappalardo, e della presidente della Sezione Lavoro del Tribunale, Maria Luisa Traversa, interverranno Elvira Castellaneta, avvocata Inail, Antonio Castellucci, segretario regionale Cisl, Luca Cerusa, subcommissario Uil Puglia, Sergio Fontana, presidente Confindustria Bari-Bat, Pino Gesmundo, segretario regionale Cgil, Vincenzo Tedesco, giudice del Lavoro, e Maria Antonietta Malerba, dirigente medico.

A presentare l’iniziativa in rappresentanza di Apab è la presidente Carla Marinaci: “Il tema dell’impatto del covid sui luoghi di lavoro è sfidante e affascinante al contempo. Un ambito ancora così poco battuto e con poca giurisprudenza merita un primo approfondimento. Abbiamo pensato che le prestazioni Inail rispetto al Covid e, soprattutto al long covid, non sono state ancora inquadrate da un punto di vista giuridico, nè collocate con certezza in una specifica prestazione”. Quale taglio dare al seminario lo spiega ancora la giurista: “Il nostro è un punto di vista da avvocati, vicini alla previdenza cioè al sociale, per cercare di dare risposte un po’ più certe ai lavoratori che rientrano nell’alveo Inail e, perché no, anche a quelli che non rientrano. Come i farmacisti o i dentisti, colpiti a loro volta dal covid proprio sul luogo di lavoro”.

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