La cornice suggestiva del Petruzzelli, le note solenni di una messa cantata rendono l’atmosfera imponente, ma dura poco: uno “strano” prete emerge dal fondo della platea inneggiando contro i peccati moderni.
Ed è subito show.
È “L’Ora del Rosario”, quello di Fiorello. Lo showman per eccellenza ha chiuso con lo spettacolo di ieri, una tre giorni barese da tutto esaurito.
Atmosfera rilassata e informale, il pubblico è parte viva dello spettacolo. Fiorello saluta tutti, passa tra le poltrone della platea, prende telefonini intenti a filmare, si fa i selfie: non ci sono ostacoli, il pubblico è nello show.
Due ore abbondanti di spettacolo scorrono con la facilità della risata semplice, genuina. Fiorello alterna monologhi a imitazioni, gag a intermezzi musicali.
Comincia con una “predica” sui peccati moderni: i social, la tecnologia che ci rende “addicted”, la televisione, le commemorazioni retoriche. Niente politica, la risata nasce dalle scene di vita quotidiana: le abitudini familiari, l’età che avanza, i retroscena del jet set. Fiorello ammicca al pubblico, abbatte ogni distanza.
Sul racconto delle giornate trascorse a Bari, conquista il Petruzzelli: il cibo, il pesce crudo, il calore della gente, Bari vecchia, le tradizioni. “Questa non è la Puglia, questa è Bari, ed è cosa ben diversa. Per me “popizz e sgagliozz” possono essere i due personaggi di fantastiche avventure”, ammette lo show man.
Con la leggerezza che lo contraddistingue ironizza anche sulla caduta di sabato scorso che gli ha procurato una distorsione alla caviglia: “Questo teatro non porta bene a noi siciliani”, ride, ricordando l’episodio del marzo scorso in cui Franco Battiato cadde dallo stesso palco, rompendosi il femore.
Particolarmente brillanti gli sketch sui musicisti italiani: Zucchero, Eros Ramazzotti, i Negramaro, Tiziano Ferro, ovviamente Jovanotti, nessuno viene risparmiato dalle esilaranti imitazioni. La migliore è decisamente Orietta Berti che canta Albachiara di Vasco Rossi.
Ai monologhi si alternano curatissimi intermezzi musicali in cui Fiorello mostra tutta la sua versatilità: canta, recita, vive il palco e riempie tutto il teatro, grazie anche alla precisione dei quattro elementi dell’orchestra diretta da Enrico Cremonesi e composta da Carmelo Isgrò al basso, Rino Di Pace alla batteria e Antonello Corraduzza alle chitarre e grazie anche alle simpatiche incursioni del trio dei Gemelli di Guidonia.
Emoziona la voce di Mina che invita Fiorello a cantare con lei sulle note di “Baby it’s cold outside”, il duetto inciso insieme a Lugano. Sui maxi schermi irrompe anche Tony Renis ed è il momento di “Quando quando quando”.
Fiorello ringrazia il calore della città che lo ha accolto in questi giorni e chiude in bellezza con i video girati durante la sua visita barese: il lungomare, Bari vecchia, i selfie, i baci e i caffè. Uno spettacolo esilarante tra le strade del centro dove, per una volta, è Fiorello lo spettatore divertito.
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