24 Ottobre 2025 - Ore
Salute

A Bari medici e professionisti italiani per discutere del futuro dei tumori uro-ginecologici (VIDEO)

Cinque sessioni in programma tra oggi e domani per discutere sulla terapia biologica e le innovazioni presenti nel tema della genetica

Un incontro scientifico che riunisce oncologi, medici, ginecologi e radioterapisti per discutere delle innovazioni presenti nel campo delle neoplasie ginecologiche e urologiche.

È l’obiettivo del congresso “Cold cases nei tumori uro-ginecologici”, in programma a Bari oggi e domani. Il congresso è frutto della stretta collaborazione tra l’oncologia medica dell’IRCCS Oncologico e le cliniche universitarie di ginecologia e urologia del Policlinico di Bari.

I lavori prevedono quattro sessioni: questa mattina si affronterà il tema dei tumori ginecologici, dal trattamento della malattia resecabile al trattamento delle recidive parzialmente sensibili. Nel pomeriggio sarà analizzato il tumore dell’endometrio, la neoplasia ginecologica più frequente in Italia e nei Paesi sviluppati. L’incidenza è in aumento e si manifesta più frequentemente nelle donne in post-menopausa. Si partirà da dalla diagnosi precoce e dal trattamento chirurgico fino ad arrivare al punto di vista delle pazienti.

Nella giornata di domani invece spazio all’urologia: si partirà con una discussione sul tumore alla vescica, a metà mattinata è prevista una seconda sessione sul rene mentre nel pomeriggio ultima sessione sul tumore alla prostata.

“Durante questo incontro – spiega il prof. Gennaro Cormio, ginecologo e coordinatore del congresso – si approfondiranno i temi della terapia biologica e delle innovazioni presenti nel tema della genetica per la prevenzione del carcinoma dell’ovaio”.

 Nonostante la ricerca abbia fatto passi da gigante negli ultimi anni, permangono le criticità e i disagi per le pazienti malati. Le liste d’attesa pugliesi per esami e controlli sono sovraffollate e poco organizzate. 

“In questo momento – spiega il prof. Cormio – abbiamo qualche difficoltà in quanto le  strutture non sono sufficienti ad assicurare il trattamento per tutte le pazienti affette da neoplasia ginecologica. Abbiamo attivato, grazie ad una collaborazione con i genetisti, una serie di procedure per quanto riguarda lo screening genetico del carcinoma ovarico. Serve più spazio, in particolare maggiore accesso in sala operatoria: la situazione presenta dei limiti”. 

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