“L’autismo è un vestito su misura cucito sulla pelle di ogni bambino”. Comincia così la testimonianza di Stefania, donna barese e madre di Gabriele, bimbo autistico di quattro anni. La mamma combatte una battaglia quotidiana contro la sindrome, non ancora riconosciuta come malattia: la differenza può sembrare sottile, ma in realtà crea disagi economici e sanitari ai bimbi che sono affetti da questa serie di disturbi dell’età evolutiva.
LA STORIA DI GABRIELE
Il piccolo Gabriele Arcangelo nasce nel 2014: “Chiunque lo vedeva tra le corsie dell’ospedale si innamorava di lui – spiega Stefania -, era un angelo: capelli biondi e occhi azzurri”. Il piccolo cresce serenamente e all’età di 11 mesi comincia a parlare e a deambulare. Tutto cambia pochi giorni dopo: il piccolo viene colpito da una febbre alta e raggiunge la temperatura di 40 gradi. Tuttavia, una cura di antipiretici opportuni nel dosaggio giusto, migliora sensibilmente le condizioni di Gabriele. “Dopo essersi ripreso – continua la mamma -, ci siamo accorti che il bimbo aveva perso il contatto oculare con il mondo circostante”. Passano i mesi, ma Gabriele è cambiato: il piccolo non cammina e non parla. Arriva il momento della prima visita da uno specialista e il risultato è scioccante: Gabriele viene definito un soggetto autistico di livello 3, con gravità di socializzazione e gravità di linguaggio.
“Tutto è diventato buio all’improvviso – continua Stefania -, non riuscivamo a crederci. Passato lo shock iniziale, non ci siamo persi d’animo: abbiamo continuato a girare i migliori centri pugliesi che hanno smentito la prima diagnosi, spiegandoci che Gabriele è affetto da autismo di livello due”.
Il piccolo comincia gli esercizi di psicomotricità, utili per stimolare la parte del cervello “dormiente”. Le lezioni però complicano la situazione di Gabriele, che diventa all’improvviso aggressivo e violento soprattutto tra le mura domestiche: “L’aggressività di nostro figlio era prevedibile – aggiunge Stefania -, ma non ci aspettavamo che durasse per cinque mesi. È stato un momento difficile, abbiamo affrontato tante difficoltà ma adesso il peggio è passato”.
Nel marzo 2018 il centro psicomotorio comunica che il piccolo è pronto per la logopedia: “Per un primo periodo siamo riusciti a sostenere i prezzi delle sedute – spiega la mamma di Gabriele – poi però non siamo più stati in grado di sostenere i costi e abbiamo chiesto aiuto alla comunità barese”.
GARA DI SOLIDARIETÀ PER IL PICCOLO GABRIELE
Stefania è una donna forte, non si perde d’animo e crea una fitta rete di contatti per cercare donazioni e sostenere economicamente i progressi del piccolo Gabriele: “Molti esponenti dello spettacolo sono accorsi in nostro aiuto – continua -, organizzando una partita di calcio e due spettacoli di beneficenza. Siamo riusciti a raccogliere dei fondi per comprare beni di prima necessità per Gabriele, riuscendo anche a continuare le lezioni di logopedia. Siamo una famiglia semplice, vogliamo solo il bene di nostro figlio. Abbiamo sempre preferito dare oggettività alle donazioni, per questo rendiamo partecipe il donatore e non vogliamo soldi liquidi nelle nostre tasche. Tutto quello che riceviamo viene utilizzato esclusivamente per il piccolo”.
Intanto il bimbo continua a fare progressi: in cinque settimane di terapia è riuscito a pronunciare il proprio nome e cognome, formulando anche delle brevi frasi. “Sentire la sua voce – aggiunge Stefania, visibilmente emozionata -, anche soltanto per pronunciare parole semplici come mamma e papà, è qualcosa di indescrivibile”.
Sono tre gli obiettivi che la famiglia di Gabriele cercherà di raggiungere attraverso le donazioni della comunità: il proseguimento delle lezioni di logopedia, l’acquisto di un’automobile per raggiungere lo studio della logopedista e l’acquisto di una cucina che possa essere utilizzata dal piccolo per raggiungere una propria autonomia. Gabriele ha bisogno di ripiani in marmo e quarzo per cominciare a posare una semplice forchetta, oppure spostare una pentola dell’acqua dai fornelli.
“Invito gli artisti che non hanno avuto modo di conoscere Gabriele – conclude Stefania – di voler far dono di una presenza umana, o di una testimonianza attiva come video o promo, per consentire a Gabriele di ricevere donazioni per realizzare gli obiettivi che ci siamo prefissati. Tutto ciò che raccoglieremo servirà soltanto a migliorare la vita di Gabriele. Chiedo alle istituzioni maggiore attenzione alle esigenze fisiologiche di crescita del bambino, che esulano anche da quelle che riguardano dalla stessa sindrome. L’autismo è una sindrome, non è una malattia, non ha un riconoscimento tale da consentire ad una madre di potersi muovere autonomamente, anzi cade nella maggiore difficoltà perché la stessa entità burocratica non sa come debbano andare le cose in termine di terapie”.
IBAN per effettuare una donazione per il piccolo Gabriele: IT44 0030 6904 0681 0000 0007 700
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