Di qui la proposta dei Distretti Urbani del Commercio che Nicola Pintucci ha spiegato essere sostanzialmente “un’area ben delimitata, con caratteristiche omogenee per la quale soggetti privati e pubblici propongono interventi di gestione integrata nell’interesse comune dello sviluppo economico, sociale, culturale e di valorizzazione ambientale del contesto urbano e territoriale di riferimento”. Un progetto a cui si può arrivare partendo da una base solida di nuovo associazionismo e collaborazione all’interno della categoria. Un percorso non di certo limitato al quartiere murattiano ma esteso e diversificato a tutta la città.
Il Distretto Urbano del Commercio, hanno spiegato i due candidati, dovràr favorire sistemi di partnership territoriali e reti tra imprese commerciali per far sì che le risorse limitate siano indirizzate verso finalità di sviluppo comuni; creare un programma di comunicazione omogeneo attraverso un “marchio” che identifichi il commercio locale; favorire la collaborazione tra commercio, enti locali e associazioni di categoria per la realizzazione di progetti territoriali che permettano di migliorare i livelli di competitività attualmente presenti; migliorare le caratteristiche strutturali dell’offerta commerciale locale attraverso interventi di riqualificazione urbana; avviare un piano di studio del territorio, finalizzato ad individuare i bisogni delle imprese commerciali operanti sul territorio e lavorare insieme per individuare delle possibili soluzioni; impostare la valorizzazione del distretto su temi territoriali specifici (nel caso di Bari enogastronomia, artigianato, abbigliamento).
In apertura del dibattito, la candidata sindaca Desirèe Digeronimo ha parlato di competenze e legalità.
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