24 Ottobre 2025 - Ore
Cronaca / Sport

Processo Calcioscommesse, Conte testimonia a Bari: ‘Nessuna anomalia in Bari-Treviso’

Il ct della nazionale ha testimoniato davanti ai giudici dichiarando di non aver mai notato strani comportamenti tra i giocatori biancorossi

Il ct della nazionale Antonio Conte è arrivato a Bari questa mattina per testimoniare nell’ambito del processo calcioscommesse che lo vede coinvolto. L’ex allenatore del Bari ha escluso categoricamente che durante la stagione 2008-2009 ci furono episodi che avrebbero potuto far pensare alla compravendita delle partite, poi emersa dalle indagini. Le partite sotto la lente della Procura sono due: Salernitana-Bari e Bari-Treviso. Conte ha parlato della seconda, dichiarando che “l’impegno fu buono, quello di una squadra che alla fine del primo tempo si è presa pure un cazziatone per aumentare i tiri”. Conte è arrivata al palazzo di Giustizia entrando da un ingresso secondario, per evitare giornalisti e curiosi. Riguardo Salernitana-Bari del 2009, Conte ha affermato che “c’era un forte gemellaggio con quella squadra e in città i tifosi anche attraverso le tv locali facevano intendere che non sarebbero stati scontenti se il Bari avesse lasciato i tre punti ai campani”. Il Bari a quell’epoca era già stato promosso in Serie A, mentre gli amaranto rischiavano la retrocessione. “Io – continua il ct – ho sempre fatto capire che un conto era il tifo e un conto era il calcio giocato. Ecco questa è l’unica anomalia che ho notato”:
Prima di Conte a testimoniare davanti ai giudici si è presentato Alessandro Gazzi, ex centrocampista biancorosso. “Alcuni giorni prima della partita Bari-Treviso – ha dichiarato il mediano attualmente in forza al Torino – sentì parlare Santoruvo con altri compagni della possibilità di lasciare la partita al Treviso”. Il Bari nel 2008 era già salvo, mentre il Treviso era in zona retrocessione. Gazzi però ha escluso che Santoruvo stesse parlando di una ricompensa in denaro.
Riguardo la partita contro la Salernitana, il centrocampista ha invece raccontato un curioso episodio: alla fine della partita trovò un computer nello spogliatoio. “Un regalo, mi dissero, pensai che era perché avevo giocato la mia prima partita da capitano”. Gazzi lo lasciò lì, ma il giorno dopo decise di prenderlo.

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