12 Ottobre 2025 - Ore
Turismo

La storia dell’idea geniale di un italiano che scelse Wall Street per il suo ‘Toro’

In una mattina del dicembre 1989 l’artista siciliano Arturo Di Modica lo piazzò furtivamente davanti alla Borsa. Oggi è una delle attrazioni più visitate nella Grande Mela

Non tutti sanno che uno dei monumenti simbolo della Grande Mela maggiormente visitati da turisti di tutto il mondo è, oltre alla Statua della Libertá, Times Square ed il Ponte di Brooklyn, il Toro di Wall Street. Ma sono davvero pochi quelli che sanno che la famosa scultura riproducente un toro in procinto di caricare – The Charging Bull –  e’ stata realizzata da un Italiano alla fine degli anni ottanta che decise di donarla alla cittá quale strenna natalizia nel Dicembre del 1989.
Ma procediamo per ordine. La storia, unica nel suo genere, racchiude tutte quelle caratteristiche di creativitá, determinazione e temeraritetá che sempre hanno contraddistinto noi italiani e per questo merita di essere raccontata dall’inizio.
Lo scultore si chiama Arturo Di Modica, siciliano di Vittoria (RG), nato nel 1941 e trasferitosi negli anni settanta a New York per seguire un suo sogno. Prima di realizzare l’opera che lo avrebbe reso celebre in tutto il mondo, il talentuoso scultore lavorò per anni a New York nel suo studio in Crosby Street, facendosi apprezzare per la sua arte senza però distinguersi realmente per popolaritá o visibilitá internazionale.
Nel 1987, un anno dopo la grande crisi finanzaria che colpì l’intera America a seguito del crollo della Borsa di New York, Di Modica decise che avrebbe voluto realizzare una grande scultura, quale simbolo di coraggio e di speranza per l’intera America. Una sorta di enorme talismano della fortuna per scongiurare future crisi e per celebrare ancora una volta il trionfo dell’American Dream e dell’immutato spirito pioneristico di una metropoli quale New York, unica cittá al mondo in grado di accogliere gente di nazionalitá ed estazione diversa e di dare loro una equa e concreta opportunitá di successo e di riscatto. Unica condizione, essere disposti a lavorare duro e a non arrendersi mai di fronte alle difficoltá ed alle avversitá.
Con questo stesso spirito, l’artista siciliano lavorò alacremente per circa 2 anni al suo progetto per realizzare la sua opera più grande e più costosa, una scultura di bronzo raffigurante un toro in procinto di caricare,  pesante oltre tre tonnellate e mezzo, lunga cinque metri e alta oltre due. Non poche furono le difficoltá realizzative e le avversitá economiche che l’artista italiano dovette affrontare in quel periodo, compresa quella di indebitarsi fino al punto di ipotecare la casa e lo stesso studio di Crospy Street per poter terminare l’opera. 
Il risultato finale fu davvero sorprendente. Con il Charging Bull, Arturo Di Modica aveva realizzato il suo più grande capolavoro, ma il suo progetto non poteva considerarsi terminato fino a che la scultura, mai commissionata da qualcuno, non avesse trovato degna collocazione in cittá.    
Ed è qui che scatta la genialitá e la temerarietá dell’artista siciliano.
All’alba del 15 Dicembre 1989, dopo aver effettuato nei giorni precedenti sopraluoghi notturni per individuare il sito prescelto, Arturo Di Modica decise che era tempo di agire e, con la complicitá di alcuni amici, caricato l’enorme toro su un camion munito di gru preso a noleggio, si diresse a Broad Street di fronte all’ingresso principale del Palazzo della Borsa di New York.  Dai rilievi effettuati le notti precedenti, lo scultore sapeva che avrebbe avuto solo pochi minuti per posizionare la scultura prima dell’arrivo delle guardie a pattuglia del Palazzo.  Giunto sul posto, la sorpesa. Un enorme albero di Natale era stato posizionato la notte prima per le festivitá e cosi prese la decisione di posizionare il Toro sotto l’albero, come fosse una gigante strenna natalizia per l’intera cittá.
Poche ore dopo e tutta New York seppe di questo enorme regalo donato da un magnate sconosciuto; in brevissimo tempo il monumento fu circondato da una folla di curiosi incantati dalla maestositá dell’opera, da frotte di giornalisti alla ricerca di un qualche scoop, da centinaia di funzionari locali e federali incapaci di prendere una qualsivoglia decisione e da una miriade di poliziotti alla ricerca di un possibile responsabile.
Le autoritá della Borsa di New York non presero per niente bene quell’inatteso regalo di Natale e dopo interminabili discusioni con i funzionari locali, i federali e la polizia, decisero di rimuovere a loro spese l’opera e di portarla fuori Manhattan dove fu custodita in attesa di scoprire l’artefice del misfatto.
Il mistero su chi fosse l’autore durò molto poco (anche a seguito di un comunicato stampa diffuso a fine giornata dallo stesso Di Monica ) e l’artista siciliano, subito rintracciato, fu sanzionato e condannato a risarcire la cittá per tutti i disagi legati alla rimozione forzata ed alla custodia della scultura.
Ma questa storia, come tutti sappiamo, ha un lieto fine perchè dalla rimozione forzata della scultura, scaturì una inattesa quanto spontanea ribellione di parte della opinione pubblica che compatta chiese il riposizionamento a Wall Street della opera.  La protesta fu così forte ed insistente che dovette intervenire il sindaco Ed Kohn e il Presidente della Bowling Green Association per trovare un nuovo sito – questa volta definitivo – per il Toro, che fu poi collocato poche strade dietro il Palazzo della Borsa, al Bowling Green, nel cuore del Financial District. E lo trovate ancora oggi lì, in tutto il suo splendore, il Charging Bull, uno dei monumenti di New York più fotografati e riprodotti nel mondo, in grado da solo di attirare decine di milioni di turisti l’anno. 
E Arturo Di Modica?  Anche se dovette comunque risarcire la cittá di New York per i disagi causati,  l’improvvisa fama internazionale raggiunta con la vicenda del Toro gli consentì di affermarsi nel mercato dell’arte. Risanò in breve tempo i suoi debiti e divenne ricco e famoso, arrivando a conseguire nel 1999 la Medaglia d’Onore di Ellis Island (una delle più prestigiose onoreficenze al merito degli Stati Uniti). È oggi uno degli scultori viventi piu’ famosi e richiesti nel Mondo.  

 

 

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