Tempi duri per 46 ausiliari socio-sanitari della clinica Santa Maria di Bari. La GVM Care & Research, azienda privata proprietaria della struttura, ha inviato una lettera di licenziamento collettivo all’inizio del mese di agosto. I sindacati stanno incontrando i vertici dell’azienda, ma per ora non sussistono le condizioni per raggiungere un accordo.
La società con sede centrale a Lugo (Ravenna), ha chiesto ai dipendenti di sottoscrivere le dimissioni. In questo modo il contratto sanitario verrebbe annullato e gli ausiliari sarebbero riassunti dalla Sia, una cooperativa di pulizie esterna facente capo a GVM. La manovra comporterebbe un declassamento dei dipendenti che subirebbero un taglio degli stipendi e potrebbero essere smistati in altre cliniche pugliesi appartenenti alla società.
La richiesta è stata rifiutata dai lavoratori: “Non abbandoneremo il nostro contratto per passare ad uno commerciale – spiega un dipendente -. Questa proposta è stata fatta già due anni fa ad alcuni colleghi. Sin dal febbraio 2016, periodo in cui la GVM ha acquistato la struttura, abbiamo subito una decurtazione dello stipendio pari a 200 euro. A ciò si aggiungono gli straordinari non pagati”.
Gli ausiliari socio-sanitari sono addetti all’assistenza del paziente e si occupano della sanificazione dei reparti, cura dell’igiene dei degenti, pulizia dei reparti e anche del confezionamento dei pasti in cucina. Attività che non potrebbero essere svolte dagli infermieri e che quindi resterebbero incompiute se l’azienda dovesse decidere di procedere con il licenziamento.
“Stiamo vivendo una situazione critica – continua il dipendente – qui non si parla di singole persone ma di 46 famiglie. Dal 26 settembre cominceranno gli scioperi, siamo uniti e pronti a manifestare”.
Intanto i lavoratori hanno chiesto aiuto al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, raccontando la situazione: “In occasione dell’inaugurazione della Fiera del Levante – si legge nella nota -, e con la presenza del premier Gentiloni, non abbiamo voluto destabilizzare tale evento. Adesso però vorremmo che questo nostro ”grido d’allarme” venga preso in sua considerazione anche dagli organi competenti , affinché ciò non avvenga, dato che non riceviamo notizie rassicuranti dai nostri rappresentanti”.
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