Un passo dopo l’altro e nonostante tutto, l’Italia è indietro di parecchio. In merito a cosa? Bene, è stato rilevato che attualmente gli italiani sono fortemente in ritardo negli investimenti in marketing e comunicazione digitale, con il 46% delle aziende decisamente indietro su questa via. In particolare, il 24% investe da meno di tre anni, mentre il 22% non ha ancora iniziato a investire.
Questo dato allarmante non solo fa in modo che ci sia un disallineamento tra le imprese italiane – e parliamo proprio di fatturati che si sviluppano meno a causa di una errata o inesistente proposta di sé sul mercato – ma che il distacco sia abissale con quelle del resto d’Europa.
Noi che siamo il popolo del “Fai da te”, lasciamo agli altri l’arguzia di batterci non per qualità del prodotto, ma solo perché sono in grado di comunicarsi meglio.
Pochi imprenditori conoscono il vantaggio fiscale della detrazione degli investimenti in marketing e comunicazione e, ancora meno, comprendono quanto l’evoluzione dei sistemi di comunicazione sia veloce e quanto ci costringa a stare al passo. Al suo passo.
In più ci si mette anche che, noi addetti al lavori, abbiamo finalmente compreso quanto a condizionare il target di riferimento, il nostro pubblico, sia l’emozionalità. Per questo oltre agli smanettoni, designer e manager marketing le agenzie pubblicitarie sono all’affamata ricerca dei creativi delle emozioni. Parola chiave: Storytelling.
Lo Storytelling Management è una disciplina ampia e articolata che, basandosi sui principi della narrazione applicata all’impresa, genera un vasto assortimento di strumenti cartacei, digitali e relazionali che possono essere applicati a diverse aree o funzioni aziendali, come per esempio:
· principi strategici
· brand management
· comunicazione integrata
· advertising
· formazione
· product design
Negli Stati Uniti, e in alcune zone europee, lo storytelling è decisamente sviluppato. Le campagne elettorali da Bill Clinton a Barack Obama ne hanno fatto ampio uso. In Italia il dibattito è ancora allo stato nascente, sia da un punto di vista teorico che applicativo in campo aziendale, anche se nel settore pubblicitario televisivo l’approccio è sistematicamente adoperato, visto che ormai tutti gli spot sfruttano “format narrativi”.
La narrazione in sé contempla l’emozione, strumento validissimo per fare passare il messaggio. Bisogna che si comprenda quanta differenza c’è tra la pubblicità del diciannovesimo secolo – il classico “fustino” per intenderci – ed il nuovo modo di comunicare la propria impresa sul mercato dinamico.
L’immobilismo, dunque, è il fattore deterrente più complesso da estirpare in un’Italia che ancora vede troppe differenze tra la piccola, media e grande impresa.
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