Indefinibile ma definito, comico ma profondo allo stesso tempo. È questa la breve descrizione che più si adatta a “Il grande dittatore”, lo spettacolo di Massimo Venturiello e Giuseppe Marini che aprirà la stagione ‘Nonsoloprosa’ del Teatroteam di Bari domani sera.
La rappresentazione prende spunto dal film di satira/denuncia ideato dal genio incontrastato del cinema Charlie Chaplin nel 1940. Portare in scena il capolavoro dell’attore inglese è stata un’operazione difficoltosa, come confermato da Massimo Venturiello ai nostri microfoni: “Abbiamo aspettato quattro anni per ricevere i diritti, questa è la prima volta che il film viene rappresentato in teatro”. Ma perché portare in giro per l’Italia lo spettacolo di Chaplin? “L’idea è stata interamente mia – continua Venturiello – questo film mi ha sempre colpito molto perché trattare certi argomenti nel 1940 era molto difficile e delicato e Chaplin ci è riuscito in maniera geniale. L’ironia e il sarcasmo sono due strumenti molto forti per portare lo spettatore al centro del problema”. Nonostante siano passati 75 anni, il tema resta molto attuale: “La dittatura non è un tema passato – continua l’attore e artista teatrale – e soprattutto non è lontano il contesto che ha determinato questa situazione. Il momento in cui Hitler sale al potere è caratterizzato da una grave crisi economica. Emerge un altro tema attuale, ovvero la spettacolarità del dittatore. Oggi il vero uomo di spettacolo non è più l’attore ma il politico”.
La rappresentazione teatrale diretta da Marini e Venturiello parte dal film per poi compiere un percorso diverso: “Il nostro lavoro parte da Chaplin – continua – non avevo nessuna intenzione di alterare gli equilibri della pellicola. Si parte dal film ma le differenze ci sono. In teatro il terzo protagonista è la musica, ci sono ben 11 canzoni che ho scritto personalmente pensando a come si potesse sopperire alla mancanza del primo piano. Le canzoni sono una dilatazione poetica del momento, creano un clima. Ci sono delle coreografie del mondo ebraico che rappresentano la cultura jiddish. Ho sentito la necessità di privilegiare il dolore ebraico rispetto alla ferocia nazista. Ovviamente non manca il divertimento, elemento principale dello spettacolo di Chaplin”.
La musica è quindi l’elemento fondamentale della rappresentazione, come confermato dalla cantante Tosca Donati ai nostri microfoni: “La musica attraversa tante lingue e culture nel corso dell’opera. È un grande onore per me poter aver questo ruolo importante che attraverso la musica tocca tante sfumature. I testi sono stati tradotti in jiddish da Marisa Romano, una vostra conterranea, che è la più grande studiosa di questa lingua in Italia”.
Massimo Venturiello interpreterà due personaggi in scena: il barbiere ebreo e il dittatore Hynkel: “Esprimi al meglio la personalità di un personaggio quando un po’ ti appartiene – dichiara l’attore campano – la difficoltà maggiore è quella di vestirmi e svestirmi nel fuori scena (ride, ndr). Al di là di questo i due personaggi non si distinguono totalmente perché sono due lati della stessa persona: l’ebreo smemorato che crede nella giustizia è opposto al dittatore, colui che rappresenta il nostro ego e la nostra voglia di mettere gli altri al nostro servizio. Chaplin offre la possibilità al barbiere ebreo di fare un discorso all’umanità proprio per la sua semplicità”.
I due attori hanno rivolto un invito al pubblico barese per assistere allo spettacolo: “Non si è più abituati ad un teatro fuori moda come questo spettacolo – conclude Venturiello – oggi in scena si vedono pochi attori, mentre ‘il grande dittatore’ è composto da una grande mole di persone che lavorano per lo stesso obiettivo. Lo spettacolo è pervaso da una grande ironia, ma rilascia anche una grande emozione poetica. Posso dire soltanto che il pubblico resterà agganciato alla poltrona per un’ora e mezza”.
Dello stesso parere anche Tosca: “Il pubblico assisterà ad un’opera che fa ridere e pensare allo stesso tempo, un qualcosa a cui non siamo più abituati perché di solito ridiamo per non pensare”.
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