L’assessora alle Politiche giovanili del Comune di Bari, Paola Romano, ha diffuso una nota sulla polemica che sta montando sui social riguardo all’ ipotesi del cambio nome dell’ istituto Balilla di Madonella.
La memoria è una percorso che deve essere alimentato e sostenuto perché dalla nostra storia si può ancora imparare tanto: si può imparare come migliorare e come non commettere più gli errori del passato. Dal passato abbiamo imparato sicuramente l’importanza dell’istituzione scuola, di quanto sia fondamentale sostenerla, rispettarla e tutelarla, qualsiasi sia il nome che porti.
Per questo e tanti altri motivi, vogliamo che tutta la citta partecipi attivamente al progetto che da alcuni mesi, con un folto gruppo di professori e appassionati di storia della nostra città, con le scuole e con la collaborazione dell’assessorato alle culture, stiamo curando per conoscere e rivalutare quello che è successo negli anni passati a Bari, durante la seconda guerra mondiale, con particolare attenzione al tema dei profughi.
Bari ebbe un ruolo centrale in quel periodo: ad esempio nel quartiere Libertà partì “radio Bari” esperienza di grande rilievo a livello nazionale e a Palese e Torre Tresca nel cosiddetto “campo Transit” furono accolti migliaia di profughi.
Anche la scuola Balilla nel quartiere Madonnella ebbe un ruolo importante, insieme a tanti altri istituti scolastici, che si trasformarono in ospedali.
Successivamente, il provveditore del tempo, don Tommaso Fiore, preoccupato per la scolarizzazione dei bambini, chiese agli Alleati che il plesso tornasse ad essere una scuola.
La storia oggi è ritornata prepotentemente a vivere negli atti amministrativi: dopo tanti anni ho chiesto che venissero puliti gli scantinati dell’edificio e cosa abbiamo trovato? Letti e strumenti dell’ospedale di allora, in quantità enormi!
Di questo patrimonio recuperato spero presto di rendere pubbliche le foto e il censimento! Perché siamo convinti che la scuola Balilla è stata e sarà un riferimento importante non solo del quartiere Madonnella, ma di tutta la nostra amata città.
Per questo, nel rispetto della storia della città e della scuola, penso occorra fare chiarezza, in relazione al dibattito apparso sulla stampa in questi giorni, con riferimento al cambio del nome della scuola Balilla e dell’istituto Imbriani.
È importante dire che ad oggi non è previsto nessun cambio di nome. Il Consiglio di istituto si è infatti espresso non per il cambio del nome dei due singoli plessi, che rimangono Balilla ed Imbriani, due nomi importantissimi per Bari e l’Italia tutta, ma per dare un nome all’Istituto Comprensivo scolastico ( di cui fanno parte le scuole Balilla ed Imbriani) per cui si propone l’intitolazione ad Umberto Eco.
In sostanza, si aggiunge un tassello in più e non si sottrae nulla.
Peraltro, da un punto di vista amministrativo, la proposta del cambio del nome del Comprensivo è una prerogativa del Consiglio d’istituto, composto da uomini e donne che fanno il loro lavoro con grande impegno e molto spesso in completa gratuità, a cui seguiranno numerosi pareri di altri Enti.
Lavoro che sancisce la sacrosanta autonomia della Scuola e le competenze degli Organi scolastici, che non devono essere ostaggio della polemica politica. Anzi è nostro compito tutelare questa autonomia e assicurare la più ampia e trasparente partecipazione di tutti gli interessati ai lavori della scuola e all’iter amministrativo per l’intitolazione del Comprensivo. Anche per questo vogliamo organizzare in tutto il quartiere una serie di incontri sulle figure di Giovan Battista Perasso detto Balilla, Matteo Imbriani ed Umberto Eco, ma anche sul passato e sul futuro della scuola che ogni giorno affronta la sfida dell’integrazione e del multiculturalismo.
La politica deve facilitare il dialogo tra i cittadini e le istituzioni e non fomentare conflitti.
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