Sabato 10 dicembre, alle ore 18.00, nella Pinacoteca metropolitana “C. Giaquinto” a Bari,sarà inaugurata la mostra “Alfredo Bortoluzzi dal Bauhaus alla Puglia. Opere su carta della Fondazione (1924-1995)” promossa dalla Città metropolitana di Bari con la Fondazione dei Monti Uniti di Foggia. L’esposizione è stata presentataquesta mattina dalla consigliera delegata ai Beni culturali, Francesca Pietroforte, dal curatore Gianfranco Piemontese e dal dirigente del Servizio Beni culturali e Ico, Francesco Lombardo.
La mostra vuole evidenziare la vicenda umana e artistica di uno dei tre italiani che frequentarono il Bauhaus, letta attraverso una antologica di incisioni, grafiche, dipinti e fotografie d’epoca.
Bortoluzzi (Karlsruhe 1905 – Peschici 1995), nato in Germania e allievo di Kandinskij e Klee, negli anni ’50 scelse la Puglia, in particolare la città di Peschici, come buen retiro per gli ultimi quarant’anni della sua vita.
La luce e i colori di Peschici, infatti, contribuirono ad alimentare una serie di corrispondenze interiori nell’artista, ispirato dalla forza della natura, dall’ospitalità della gente e dall’energia mediterranea del Gargano. Nel 2010 la Fondazione dei Monti Uniti di Foggia ha acquisito al suo patrimonio di 630 opere ed ha creato il Fondo Alfredo Bortoluzzi.
L’esposizione nella Pinacoteca metropolitana offre un percorso di oltre cento opere originali che ripercorrono la vicenda artistica di Bortoluzzi dagli anni della formazione alla scuola di Dessau, compresa la sua attività di ballerino e coreografo, fino agli anni Cinquanta, quando approda in Puglia e riprende l’attività pittorica portando a maturazione i suoi registri espressivi e il suo linguaggio poetico.
“Il museo metropolitano è il luogo ideale per ricordare questo artista poliedrico formatosi nella più importante scuola d’arte europea – ha affermato Francesca Pietroforte -. Un percorso espositivo che tiene insieme elementi solo apparentemente lontani ed estranei fra loro. Pochi infatti sembrano essere i punti di contatto tra paesaggi, architetture, morfologie da Berlino a Peschici, ovvero dal luogo di origine e di formazione dell’artista a quello di approdo e adozione. Invece, affascinato dalle genti di Puglia, dai colori delle barche dei pescatori, dalle case e dalle loro cupolette che gli ricordavano il movimento delle onde, Bortoluzzi si innamorò subito del nostro mare e della nostra terra tanto da scrivere “sono diventato Meridionale e mi sento a casa qui””.
“Ripercorrere la vicenda umana e artistica di Bortoluzzi significa attraversare un secolo impregnato di grandi aspettative e immani tragedie – ha proseguito il curatore della mostraGianfranco Piemontese -. A partire dalla fine del Settecento e fino alla metà dell’Ottocento il viaggio in Italia era una pratica comune a molti intellettuali, aspiranti artisti e rampolli delle più facoltose famiglie europee. La pittura che Bortoluzzi produrrà dagli anni Cinquanta in poi fa riferimento a diversi temi che spaziano dalla ritrattistica al paesaggio, dalle composizioni astratte a quelle sacre. Questa mostra, che è stata esposta a Berlino nel 2019 in occasione del centenario della fondazione del Bauhaus, si estrinseca attraverso quattro sezioni con opere di periodi diversi: la prima è quella relativa agli anni della formazione a Karlsruhe e al Bauhaus; la seconda riguarda il periodo francese (che include anche quello tedesco post-bellico); la terza sezione riguarderà l’Italia attraverso dipinti di vario genere, con elementi di astrazione e paesaggi; infine la quarta è dedicata alla Puglia, dal Gargano al Salento, con l’esposizione di opere relative a paesi e città pugliesi, paesaggi e uomini, con la presenza di alcune opere a soggetto sacro quali le due Vie Crucis realizzate per la Chiese matrici di Vico del Gargano e di Peschici”.
La mostra resterà aperta fino al 28 gennaio 2023.
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