Le aspiranti guide turistiche della Puglia chiedono chiarezza dopo l’ultimo episodio che ha visto protagonista una docente precaria intenta a svolgere l’attività, poi multata dai vigili.
La Legge regionale n. 13 del 25/05/2012, che ha regolamentato le professioni di guida e accompagnatore turistico, prevede che gli esami debbano essere banditi dalle Province con cadenza almeno biennale. Ma ad oggi, nonostante dal 2012 siano passati già tre anni, ancora nessun esame è stato bandito e molti aspiranti si trovano nella impossibilità di svolgere la professione.
In questo modo, la Regione Puglia continua a impedire l’accesso alla professione a nuove figure, cosa che in un regime di libero mercato è impensabile e inammissibile. Soprattutto in un periodo delicato di crescita del turismo salentino e pugliese è necessario, invece, puntare sulla qualità dell’offerta, anche garantendo un adeguato numero di guide turistiche abilitate che possano accogliere i turisti nel migliore dei modi.
E se è vero che “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”, come recita l’articolo 4 della Costituzione, allora appare lampante come in questi mesi ed anni gli Enti pugliesi non solo non stiano rispettando questo fondamentale articolo della Carta, ma stiano nei fatti operando un vero e proprio blocco all’accesso nel mondo del lavoro di tante aspiranti guide ormai esasperate.
Da molti mesi ormai noi aspiranti guide proviamo a dialogare con la provincia di Lecce: abbiamo più volte proposto di bandire un esame con spese a carico dei partecipanti grazie al pagamento di una quota di iscrizione, che tra l’altro è prevista per tutti i concorsi pubblici. Ancora, un’altra possibilità da noi proposta è stata quella di delegare un ente di formazione che si occupi di portare avanti le procedure d’esame. Nessuna delle nostre proposte è mai stata accolta dalla provincia di Lecce.
Tutto ciò appare paradossale e, anche alla luce di quanto accaduto negli ultimi giorni, chiediamo alle Province e alla Regione Puglia di attivarsi immediatamente per lo sblocco di questa situazione di stallo affinché vengano finalmente rispettati i nostri diritti sanciti dalla Costituzione italiana.
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