“La missione “Tasselli di Pace/3” in Terra Santa (dopo quelle a Kijv e Mosca ad aprile e luglio dello scorso anno) dell’Associazione ‘L’Isola che non c’è’ – inizialmente prevista dal 28 al 30 ottobre prossimi, per consegnare al cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei latini, e alle autorità israeliane e palestinesi, il Medaglione benedetto da Papa Francesco – è solo rinviata”.
A ribadire “la convinta volontà” a manifestare il proprio impegno , seppure attraverso un piccolo segnale (“un granello di sabbia” come è stata definita questa iniziativa da Al Bano) in questo mare di dolore, il cantante di Cellino che insieme all’Arcivescovo emerito mons. Filippo Santoro ed al presidente onorario de “L’Isola che non c’è”, il giornalista Franco Giuliano.
E (in collegamento da Palermo) il prof. Loreto Gesualdo, oggi hanno voluto spiegare le ragioni che hanno portato a rinviare la missione alla quale avrebbe partecipato lo stesso Al Bano che nei giorni scorsi aveva dichiarato di essere con la mente “già sull’aereo che ci porterà a Gerusalemme e a Tel Aviv” per “essere testimone di questo passo importante che è la voglia di pace, la voglia di seminare pace”.
“La situazione di queste ore e soprattutto la chiusura dello spazio aereo dovuto all’inasprirsi del conflitto in Medio Oriente”, ci ha fatto decidere di spostare la data”, ha spiegato Franco Giuliano.
Una scelta non casuale, quella di organizzare oggi l’annuncio del rinvio, proprio nel giorno dell’Anniversario della strage di Hamas, il 7 ottobre in Israele, e per ricordare i morti e i rapiti, i massacri senza fine a Gaza e nei Territori Occupati, oltre 45 mila vittime, adesso in Libano, in Siria, nello Yemen.
Andremo in Terra Santa, è stato detto. E andremo presto, non appena le condizioni lo consentiranno.
“Lì ci aspetta tra gli altri – ha ricordato mons. Santoro – il Patriarca, cardinale Pizzaballa, il quale si è sempre detto disponibile a questa nostra missione”.
E anche la presenza di Al Bano in missione di Pace in Terra Santa è già un segno eloquente che naturalmente si potrà esprimere – come ha confermato lo stesso cantante – in una Ave Maria cantata nella Grotta della Natività di Betlemme e in un canto per la pace nel Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Mons. Santoro in questa data del 7 ottobre ha invitato, all’inizio di questo incontro con i giornalisti, Al Bano, Franco Giuliano e tutti i presenti ad una preghiera per la pace accogliendo l’invito di Papa Francesco. Un momento molto sentito si è svolto nella chiesetta della Tenuta Carrisi.
Mons. Santoro nel ricordare le precedenti missioni, che lui stesso ha guidato, a Kijv e a Mosca ha sottolineato che “Tutti i popoli chiedono la pace attraverso la via del dialogo e del negoziato e non la corsa agli armamenti. Solo i potenti sono sordi”.
Al Bano ha poi aggiunto: “anziché investire in armamenti dovremmo mettere le risorse per eliminare la fame e promuovere la giustizia”. E ha ribadito il suo desiderio di costituire “un ministero per la pace”.
“Non capisco – ha detto – perché esistono in tutte le Nazioni i vari ministeri e non quello della Pace ”.
“Perché i governi – ha aggiunto – anche alla luce di quanto sta accadendo in questi ultimi anni – non si impegnano nell’organizzare, attraverso azioni educative e durature, azioni volte alla pace e al dialogo. Così come fa con i ministeri per l’Agricoltura, l’Istruzione, l’Ambiente e la Difesa. Ecco ci vorrebbe quello per la pace. La gente vuole la pace. Non vuole vedere morire i propri figli in guerre senza senso”.
Più aiuti e meno armi. Da Palermo il presidente della Fism Loreto Gesualdo, che ha fatto parte delle due precedenti missioni della Associazione, ha confermato la disponibilità della Federazione delle società scientifiche a sostenere una campagna di aiuti sanitari in quell’area “ma per fare questo – ha fatto capire – serve l’aiuto delle istituzioni”.
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“La missione “Tasselli di Pace/3” in Terra Santa (dopo quelle a Kijv e Mosca ad aprile e luglio dello scorso anno) dell’Associazione ‘L’Isola che non c’è’ – inizialmente prevista dal 28 al 30 ottobre prossimi, per consegnare al cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei latini, e alle autorità israeliane e palestinesi, il Medaglione benedetto da Papa Francesco – è solo rinviata”.
A ribadire “la convinta volontà” a manifestare il proprio impegno , seppure attraverso un piccolo segnale (“un granello di sabbia” come è stata definita questa iniziativa da Al Bano) in questo mare di dolore, il cantante di Cellino che insieme all’Arcivescovo emerito mons. Filippo Santoro ed al presidente onorario de “L’Isola che non c’è”, il giornalista Franco Giuliano.
E (in collegamento da Palermo) il prof. Loreto Gesualdo, oggi hanno voluto spiegare le ragioni che hanno portato a rinviare la missione alla quale avrebbe partecipato lo stesso Al Bano che nei giorni scorsi aveva dichiarato di essere con la mente “già sull’aereo che ci porterà a Gerusalemme e a Tel Aviv” per “essere testimone di questo passo importante che è la voglia di pace, la voglia di seminare pace”.
“La situazione di queste ore e soprattutto la chiusura dello spazio aereo dovuto all’inasprirsi del conflitto in Medio Oriente”, ci ha fatto decidere di spostare la data”, ha spiegato Franco Giuliano.
Una scelta non casuale, quella di organizzare oggi l’annuncio del rinvio, proprio nel giorno dell’Anniversario della strage di Hamas, il 7 ottobre in Israele, e per ricordare i morti e i rapiti, i massacri senza fine a Gaza e nei Territori Occupati, oltre 45 mila vittime, adesso in Libano, in Siria, nello Yemen.
Andremo in Terra Santa, è stato detto. E andremo presto, non appena le condizioni lo consentiranno.
“Lì ci aspetta tra gli altri – ha ricordato mons. Santoro – il Patriarca, cardinale Pizzaballa, il quale si è sempre detto disponibile a questa nostra missione”.
E anche la presenza di Al Bano in missione di Pace in Terra Santa è già un segno eloquente che naturalmente si potrà esprimere – come ha confermato lo stesso cantante – in una Ave Maria cantata nella Grotta della Natività di Betlemme e in un canto per la pace nel Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Mons. Santoro in questa data del 7 ottobre ha invitato, all’inizio di questo incontro con i giornalisti, Al Bano, Franco Giuliano e tutti i presenti ad una preghiera per la pace accogliendo l’invito di Papa Francesco. Un momento molto sentito si è svolto nella chiesetta della Tenuta Carrisi.
Mons. Santoro nel ricordare le precedenti missioni, che lui stesso ha guidato, a Kijv e a Mosca ha sottolineato che “Tutti i popoli chiedono la pace attraverso la via del dialogo e del negoziato e non la corsa agli armamenti. Solo i potenti sono sordi”.
Al Bano ha poi aggiunto: “anziché investire in armamenti dovremmo mettere le risorse per eliminare la fame e promuovere la giustizia”. E ha ribadito il suo desiderio di costituire “un ministero per la pace”.
“Non capisco – ha detto – perché esistono in tutte le Nazioni i vari ministeri e non quello della Pace ”.
“Perché i governi – ha aggiunto – anche alla luce di quanto sta accadendo in questi ultimi anni – non si impegnano nell’organizzare, attraverso azioni educative e durature, azioni volte alla pace e al dialogo. Così come fa con i ministeri per l’Agricoltura, l’Istruzione, l’Ambiente e la Difesa. Ecco ci vorrebbe quello per la pace. La gente vuole la pace. Non vuole vedere morire i propri figli in guerre senza senso”.
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AL BANO PREGA CON MONS SANTORO PER LA PACE: “ANDREMO IN TERRA SANTA”. E PROPONE “IL MINISTERO PER LA PACE”
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