LAFORGIA – “Le povertà sono la vera emergenza dei nostri tempi. L’aumento delle diseguaglianze – oggetto di un coevo convegno internazionale, a Bari – è il principale problema che affligge il nostro sistema economico, sociale e politico. Un problema che incide sulla sicurezza, sulla qualità dell’abitare, sul decoro. Sul benessere di tutti i cittadini e di tutte le cittadine. Sul senso di comunità. Sulla democrazia, perché chi è povero non vota o vende il suo voto per mangiare.
In sintesi, rende infelice e insicuri tutti, anche i ricchi, anche i benestanti. La povertà, inoltre, vìola l’art. 2 della Costituzione, il diritto alla dignità, e contrasta con il principio di uguaglianza, che contempla l’obbligo di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana, sancito dall’art. 3.
Secondo le stime ISTAT più recenti, un nucleo monopersonale è in condizione di povertà assoluta se ha mezzi economici inferiori a 736 euro mensili, e un nucleo con due adulti e un bambino lo sono se il loro reddito non supera 1.271 euro mensili”.
Lo ha detto il candidato Sindaco per Bari, Michele Laforgia, nel corso della conferenza stampa di questo pomeriggio, insieme con il presidente nazionale di SI, Nichi Vendola, e il senatore dei 5 stelle Gianmauro Dell’Olio, convocata per annunciare due proposte concrete per la città di Bari.
“Abbiamo già fatto la proposta del salario minimo comunale, per gli occupati – ha continuato Laforgia – poi ripresa e condivisa dal candidato del PD Vito Leccese. Si tratta cioè di garantire un compenso orario minimo di 9 euro ovvero il trattamento di miglior favore previsto dai contratti collegati sottoscritti dalle sigle più rappresentative nell’ambito dei lavori appaltati dal Comune di Bari e dei servizi erogati da aziende concessionarie o affidatarie.
Non ne siamo gelosi: è un bene che le proposte politiche siano condivise. Ma sostenere il reddito degli occupati non è sufficiente”.
LE CIFRE DEL CONTESTO
Su 316.212 residenti in città (al 1° gennaio 2024) e 141.183 nuclei familiari, che hanno una composizione media di 2,27 unità:
– il 7,6% delle persone è in condizione di povertà assoluta, cioè quasi 10.700 nuclei familiari
– il 39% delle certificazioni ISEE riguarda nuclei che hanno un ISEE inferiori a 6.000 euro
– il 31% dei contribuenti baresi dichiara un reddito imponibile inferiore a 10.000 euro.
Circa 90.000 persone rischiano la povertà (come si legge sul sito del Comune).
Nel giugno 2023 a Bari città c’erano circa 22.000 nuclei percettori di Reddito di Cittadinanza e circa 77.000 nell’intera area della Città Metropolitana.
A dicembre 2023, dopo i famigerati sms ferragostani inviati ai percettori di RdC per annunciare la revoca del beneficio, a Bari figuravano 9.088 nuclei percettori di Reddito di Cittadinanza, per un totale di circa 20.000 persone.
Al 3 giugno 2024 i nuclei familiari beneficiari di Assegno di Inclusione, che ha malamente sostituito il RdC perché riservato solo a nuclei in cui sia presente una qualche fragilità sociale (anziani, minori, disabili), risultano essere 4.947
In sintesi, nel passaggio dal Reddito di Cittadinanza (Governi Conte-Draghi 2019-2022) all’Assegno per l’Inclusione (Governo Meloni-Salvini 2023) più di 4.000 nuclei familiari e circa 10.000 persone sono rimaste prive di qualsiasi sostegno al reddito.
Solo una piccola parte di queste persone ha potuto usufruire del Sostegno per la Formazione e il Lavoro destinata solo a coloro che risultano “occupabili”.
E a questi occorrerebbe aggiungere le persone che vivono in condizioni di povertà estrema, come i senza fissa dimora e gli adulti senza lavoro e in condizione di particolare fragilità sociale, e coloro cioè che, pur avendo un lavoro, hanno un reddito irregolare, precario e comunque insufficiente ad assicurare una vita dignitosa.
REDDITO MINIMO COMUNALE
La proposta è stata elaborata dal candidato Sindaco Michele Laforgia con il contributo della Giusta Causa, del Movimento Cinque Stelle e di Sinistra Italiana.
Il Comune di Bari può contribuire all’inclusione con una nuova misura di sostegno al reddito, che prevede quattro linee di azione:
1) istituzione del Reddito Minimo Comunale (RMC), da dedicare a tutti i nuclei familiari che hanno un ISEE al di sotto dei 9.600 euro e che non siano percettori dell’Assegno per l’inclusione; il RMC avrà un importo tra i 300 e i 500 euro mensili, in relazione alla composizione del nucleo, per una platea massima annua di circa 4.000 nuclei per una spesa complessiva annua di circa € 19.000.000,00;
2) presa in carico dai Servizi Sociali Professionali di Municipio per integrare il RMC con i benefici derivanti da buoni servizio per l’accesso alle prestazioni essenziali per l’educazione, la socialità, le attività sportive, i trasporti, le attività culturali;
3) definizione di un PUC-Progetto di Utilità Collettiva che non riguardi solo imprese private, enti del terzo settore e altre aziende pubbliche, ma direttamente anche il Comune e le sue articolazioni per coinvolgere i percettori del RMC in servizi di interesse pubblico: assistenza agli anziani soli e alle persone con carichi di cura nel proprio condominio o caseggiato di riferimento, attività di sorveglianza attiva e servizio civico nei parchi e giardini urbani, nelle piazze e dinanzi agli ingressi dei plessi scolastici, attività di facilitazione nell’accesso agli uffici pubblici e per il disbrigo pratiche, attività nei musei nelle biblioteche e nei luoghi di cultura, piccola manutenzione etc.
4) riorganizzazione della struttura amministrativa perché i servizi sociali municipali abbiano un coordinamento sostanziale dell’accesso alla misura del RMC, della definizione del PUC e della presa in carico con l’integrazione delle altre misure di sostegno, e si raccordino con i Servizi pubblici per l’Impiego, e in primis con i servizi per l’inclusione attiva di Porta Futuro.
LE RISORSE
Risorse FSE del PR Puglia 2021-27 per i buoni servizio, razionalizzazione del ReD 3.0 a regia regionale e misure per l’accessibilità dei servizi per minori anziani e disabili ad integrazione del RMC: definizione nuovo protocollo di intesa Comune di Bari-Regione Puglia (patto per Bari 2021-27) per la rideterminazione delle quote di risorse destinate a Bari per le azioni strategiche tra cui quelle connesse all’inclusione sociale attiva;
Risorse del PN Metro Plus (Priorità IV – Ob.Spec. 4.8) e altri fondi derivanti dal Fondo Sviluppo e Coesione e del POC 2021-27 da programmare o riprogrammare in modo da finanziare, con circa 19 milioni di euro per annualità, la misura comunale del Reddito Minimo Comunale e tutte le azioni di innovazione sociale connesse al RMC.
IL BUON ESEMPIO
Chi si candida a guidare una grande città chiedendo l’impegno e il contributo di tutti i baresi deve dare il buon esempio.
Com’è noto, l’indennità percepita dal Sindaco di Bari è notevolmente aumentata negli ultimi anni, passando da 9.580,46 mensili al 31.12.2021 a 13.800 euro mensili nel 2024, con un aumento secco di oltre 3.000 euro, al lordo delle tasse.
“È una somma ragionevole e adeguata all’impegno e alle responsabilità di un Sindaco – ha detto Laforgia – ma io mi impegno, se sarò eletto Sindaco, a rinunciare all’aumento e versare l’importo corrispondente in favore delle misure di sostegno alla povertà e all’inclusione sociale.
Anche se dovrò rinunciare al mio lavoro nello studio cooperativo di cui faccio parte e quindi a non percepire più altro reddito professionale. Un piccolo gesto concreto di quello che intendiamo per “metterci a servizio”.
LAFORGIA
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