LUCIANA DI BISCEGLIE
Sin dalle prime Giornate del Mezzogiorno alla Fiera del Levante, nel difficile dopoguerra tra Piano Marshall, ricostruzione e spinta allo sviluppo industriale, l’appuntamento della campionaria barese ha coinciso per decenni con l’avvio del dibattito economico e politico dopo la pausa estiva.
Quasi sempre è stato il presidente del consiglio a illustrare a Bari, ogni anno, le linee del Governo, alla vigilia della definizione del Bilancio di previsione, soffermandosi soprattutto sui temi del Mezzogiorno.
Anche quest’anno, il prossimo settembre, sarà un momento importante per la ripresa. Ci sarà un ulteriore verifica della “messa a terra” dei progetti del PNRR (che ancora procedono un po’ a rilento, soprattutto per quanto riguarda le missioni dell’inclusione e della sanità); si attendono gli interventi previsti con la Zes unica, che ha modificato le procedure delle Zes avviate da anni e che proprio negli ultimi tempi sembravano essersi concretizzate.
Potremo forse anche fare un primo bilancio del turismo che, assieme all’export, sta mantenendo il Pil del Belpaese in territorio positivo. Inoltre, si potranno fare le prime stime in vista del Bilancio, dopo i nuovi vincoli comunitari che comunque dovrebbero appesantire i conti nazionali di una decina di miliardi, conti che andranno a sommarsi con gli oneri relativi alla conferma del cuneo fiscale. Insomma, a settembre avremo un quadro più chiaro.
In Puglia, grazie al dinamismo delle imprese, si è riusciti a garantire una crescita del Pil tra il 2019 e il 2024 di oltre il 6%, registrando però un rallentamento che, dopo il 2023, è proseguito nel 2024. Ѐ indubbio come, nonostante lo sforzo delle imprese e di tutti i lavoratori, il divario tra Nord e Sud del Paese non si riduca, anzi anche per motivi demografici – con una diminuzione della popolazione che in Puglia è ormai stabilmente sotto i 4 milioni di abitanti – rischia di accentuarsi.
Nonostante l’impegno e i sostegni della Regione e di gran parte delle amministrazioni locali, rimangono gravi i problemi di produttività a causa di una limitata innovazione e, soprattutto, per la scarsità di investimenti associati con tutte le difficoltà di un accesso al credito penalizzato da tassi ancora elevati.
Cresce l’occupazione over 50 mentre diminuisce quella under 35 e nel primo trimestre del 2024 cresce anche la cassa integrazione richiesta dalle aziende soprattutto industriali. Oggi il problema, come accaduto spesso anche in passato, è affrontare un ineludibile processo di modernizzazione che, assieme alle transizioni energetiche, di politica industriale, di rilancio tecnologico, non può essere affrontato solo localmente (e forse nemmeno solo a livello nazionale).
La questione meridionale oggi significa affrontare problemi che sono forse anche più complessi, sicuramente più globali, di quanto non lo fossero poco più di mezzo secolo addietro, senza dimenticare che due guerre sono in corso, a non molte centinaia di chilometri dall’Italia.
Si tratta di coniugare i cambiamenti climatici con lo sviluppo senza il quale le soluzioni rischiano di rimanere sulla carta, riducendosi a slogan o a semplici dichiarazioni di principio.
Invece probabilmente è il momento di una responsabilizzazione collettiva, avendo coscienza che c’è un diritto alle vacanze per tutti, che non si vive solo per lavorare ma anche che non si possono evitare sforzi e sacrifici per rilanciare un’economia e una società che ancora pagano un ritardo rispetto a molte realtà europee.
Insomma: dopo agosto viene settembre, quando si riprende a pieno regime, a cominciare dalla questione meridionale che certo non si aiuta con un’autonomia differenziata che rischia davvero di penalizzare ulteriormente il Mezzogiorno, con maggiori diseguaglianze e minore tenuta sociale, e che, soprattutto, rischia di bocciare lo sviluppo complessivo del Paese.
Luciana Di Bisceglie, presidente della Camera di Commercio di Bari e dell’Unioncamere Puglia.
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Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Bari (camcom.it)
Luciana Di Bisceglie, Unioncamere: innovazione ed accesso al credito le due necessità per lo sviluppo del territorio
Sin dalle prime Giornate del Mezzogiorno alla Fiera del Levante, nel difficile dopoguerra tra Piano Marshall, ricostruzione e spinta allo sviluppo industriale, l’appuntamento della campionaria barese ha coinciso per decenni con l’avvio del dibattito economico e politico dopo la pausa estiva.
Quasi sempre è stato il presidente del consiglio a illustrare a Bari, ogni anno, le linee del Governo, alla vigilia della definizione del Bilancio di previsione, soffermandosi soprattutto sui temi del Mezzogiorno.
Anche quest’anno, il prossimo settembre, sarà un momento importante per la ripresa. Ci sarà un ulteriore verifica della “messa a terra” dei progetti del PNRR (che ancora procedono un po’ a rilento, soprattutto per quanto riguarda le missioni dell’inclusione e della sanità); si attendono gli interventi previsti con la Zes unica, che ha modificato le procedure delle Zes avviate da anni e che proprio negli ultimi tempi sembravano essersi concretizzate.
Potremo forse anche fare un primo bilancio del turismo che, assieme all’export, sta mantenendo il Pil del Belpaese in territorio positivo. Inoltre, si potranno fare le prime stime in vista del Bilancio, dopo i nuovi vincoli comunitari che comunque dovrebbero appesantire i conti nazionali di una decina di miliardi, conti che andranno a sommarsi con gli oneri relativi alla conferma del cuneo fiscale. Insomma, a settembre avremo un quadro più chiaro.
In Puglia, grazie al dinamismo delle imprese, si è riusciti a garantire una crescita del Pil tra il 2019 e il 2024 di oltre il 6%, registrando però un rallentamento che, dopo il 2023, è proseguito nel 2024. Ѐ indubbio come, nonostante lo sforzo delle imprese e di tutti i lavoratori, il divario tra Nord e Sud del Paese non si riduca, anzi anche per motivi demografici – con una diminuzione della popolazione che in Puglia è ormai stabilmente sotto i 4 milioni di abitanti – rischia di accentuarsi.
Nonostante l’impegno e i sostegni della Regione e di gran parte delle amministrazioni locali, rimangono gravi i problemi di produttività a causa di una limitata innovazione e, soprattutto, per la scarsità di investimenti associati con tutte le difficoltà di un accesso al credito penalizzato da tassi ancora elevati.
Cresce l’occupazione over 50 mentre diminuisce quella under 35 e nel primo trimestre del 2024 cresce anche la cassa integrazione richiesta dalle aziende soprattutto industriali. Oggi il problema, come accaduto spesso anche in passato, è affrontare un ineludibile processo di modernizzazione che, assieme alle transizioni energetiche, di politica industriale, di rilancio tecnologico, non può essere affrontato solo localmente (e forse nemmeno solo a livello nazionale).
La questione meridionale oggi significa affrontare problemi che sono forse anche più complessi, sicuramente più globali, di quanto non lo fossero poco più di mezzo secolo addietro, senza dimenticare che due guerre sono in corso, a non molte centinaia di chilometri dall’Italia.
Si tratta di coniugare i cambiamenti climatici con lo sviluppo senza il quale le soluzioni rischiano di rimanere sulla carta, riducendosi a slogan o a semplici dichiarazioni di principio.
Invece probabilmente è il momento di una responsabilizzazione collettiva, avendo coscienza che c’è un diritto alle vacanze per tutti, che non si vive solo per lavorare ma anche che non si possono evitare sforzi e sacrifici per rilanciare un’economia e una società che ancora pagano un ritardo rispetto a molte realtà europee.
Insomma: dopo agosto viene settembre, quando si riprende a pieno regime, a cominciare dalla questione meridionale che certo non si aiuta con un’autonomia differenziata che rischia davvero di penalizzare ulteriormente il Mezzogiorno, con maggiori diseguaglianze e minore tenuta sociale, e che, soprattutto, rischia di bocciare lo sviluppo complessivo del Paese.
Luciana Di Bisceglie, presidente della Camera di Commercio di Bari e dell’Unioncamere Puglia.
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