“Il Rapporto annuale della Banca d’Italia sull’economia pugliese nel 2023 ci ha consegnato un quadro in crescita (+ 0,7%), solo di poco inferiore alla media nazionale (+0,9%), con un +1,1% in valore aggiunto del settore industriale così come il terziario che pure nel 2022 aveva sfiorato il +6%.
Complessivamente l’economia pugliese ha lievemente rallentato nel 2023 rispetto al biennio precedente ma, come ha sottolineato il direttore della sede di Bari di Banca d’Italia, Sergio Magarelli, “nonostante questo lieve calo la situazione delle imprese resta positiva, solida dal punto di vista patrimoniale e finanziario”.
A riprova l’occupazione è cresciuta del 2,1% sia pure meno rispetto al 2022 riuscendo comunque a recuperare in tre anni i livelli di posti di lavoro pre-pandemia. In questa dinamica, che nel complesso si può giudicare positiva, un ruolo fondamentale è stato sicuramente svolto dalle imprese che hanno affrontato cali di consumi come le difficoltà di uno scenario geopolitico con conflitti armati non lontanissimi dai nostri confini, una crescita dei tassi creditizi e tutti i problemi di una ripresa dopo una devastante pandemia.
Inoltre, viviamo una fase di transizione, ambientale e digitale, con tutte le problematiche connesse alle questioni energetiche, una situazione che ha fatto intensificare lo sforzo delle imprese che hanno anche dovuto fare i conti con una sostanziale stagnazione del credito che ha interessato anche le famiglie e che ha dovuto fare i conti con il rialzo dei tassi e dell’irrigidimento dei criteri di offerta del credito.
In particolare, come si sottolinea nel rapporto, il settore produttivo pugliese ha fronteggiato le difficoltà potendo contare su una struttura finanziaria più solida rispetto al passato, grazie al minore indebitamento e alla maggiore redditività e ad una maggiore liquidità disponibile.
In questi anni si è rafforzata l’impresa di qualità, capace di innovare, di guardare anche al di là dei confini locali e nazionali, di saper utilizzare risorse e opportunità, capace di attrarre investimenti e capitale umano.
Sicuramente c’è tanta strada da fare, a cominciare dall’attuazione del PNRR ma più in generale degli investimenti disponibili. In Puglia risultano assegnati circa 8 miliardi di risorse Pnrr, con dati pro capite superiori alla media italiana, 2.112 euro contro 1.902.
In questo contesto decisivo sarà il rapporto con tutti gli enti locali, con la Regione Puglia che in questi anni ha avuto un ruolo determinante nel processo di sviluppo del territorio e che ancor di più dovrà avere anche per fronteggiare una preoccupante crisi demografica ma anche il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, per esempio con formazione e politiche attive, per dare risposte alla domanda che viene soprattutto dai giovani e dalle donne e che ancora affrontano un gap ancora lontano dall’essere pienamente risolto.
Del resto, stando al rapporto Bankitalia uno studente pugliese su tre iscritti all’università si trasferisce in atenei fuori regione.
La Puglia può, e probabilmente deve, rappresentare sempre più uno snodo fondamentale del rilancio del Mezzogiorno, forte anche di un export particolarmente dinamico, rilancio indispensabile per una nuova fase di sviluppo di tutto il Paese in Europa e nel mondo”.
Luciana Di Bisceglie, presidente Camera di Commercio di Bari/Unioncamere Puglia
Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Bari (camcom.it)
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“Il Rapporto annuale della Banca d’Italia sull’economia pugliese nel 2023 ci ha consegnato un quadro in crescita (+ 0,7%), solo di poco inferiore alla media nazionale (+0,9%), con un +1,1% in valore aggiunto del settore industriale così come il terziario che pure nel 2022 aveva sfiorato il +6%.
Complessivamente l’economia pugliese ha lievemente rallentato nel 2023 rispetto al biennio precedente ma, come ha sottolineato il direttore della sede di Bari di Banca d’Italia, Sergio Magarelli, “nonostante questo lieve calo la situazione delle imprese resta positiva, solida dal punto di vista patrimoniale e finanziario”.
A riprova l’occupazione è cresciuta del 2,1% sia pure meno rispetto al 2022 riuscendo comunque a recuperare in tre anni i livelli di posti di lavoro pre-pandemia. In questa dinamica, che nel complesso si può giudicare positiva, un ruolo fondamentale è stato sicuramente svolto dalle imprese che hanno affrontato cali di consumi come le difficoltà di uno scenario geopolitico con conflitti armati non lontanissimi dai nostri confini, una crescita dei tassi creditizi e tutti i problemi di una ripresa dopo una devastante pandemia.
Inoltre, viviamo una fase di transizione, ambientale e digitale, con tutte le problematiche connesse alle questioni energetiche, una situazione che ha fatto intensificare lo sforzo delle imprese che hanno anche dovuto fare i conti con una sostanziale stagnazione del credito che ha interessato anche le famiglie e che ha dovuto fare i conti con il rialzo dei tassi edell’irrigidimento dei criteri di offerta del credito.
In particolare, come si sottolinea nel rapporto, il settore produttivo pugliese ha fronteggiato le difficoltà potendo contare su una struttura finanziaria più solida rispetto al passato, grazie al minore indebitamento e alla maggiore redditività e ad una maggiore liquidità disponibile.
In questi anni si è rafforzata l’impresa di qualità, capace di innovare, di guardare anche al di là dei confini locali e nazionali, di saper utilizzare risorse e opportunità, capace di attrarre investimenti e capitale umano.
Sicuramente c’è tanta strada da fare, a cominciare dall’attuazione del PNRR ma più in generale degli investimenti disponibili. In Puglia risultano assegnati circa 8 miliardi di risorse Pnrr, con dati pro capite superiori alla media italiana, 2.112 euro contro 1.902.
In questo contesto decisivo sarà il rapporto con tutti gli enti locali, con la Regione Puglia che in questi anni ha avuto un ruolo determinante nel processo di sviluppo del territorio e che ancor di più dovrà avere anche per fronteggiare una preoccupante crisi demografica ma anche il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, per esempio con formazione e politiche attive, per dare risposte alla domanda che viene soprattutto dai giovani e dalle donne e che ancora affrontano un gap ancora lontano dall’essere pienamente risolto.
Del resto, stando al rapporto Bankitalia uno studente pugliese su tre iscritti all’università si trasferisce in atenei fuori regione.
La Puglia può, e probabilmente deve, rappresentare sempre più uno snodo fondamentale del rilancio del Mezzogiorno, forte anche di un export particolarmente dinamico, rilancio indispensabile per una nuova fase di sviluppo di tutto il Paese in Europa e nel mondo”.
Luciana Di Bisceglie, presidente Camera di Commercio di Bari/Unioncamere Puglia
La Camera di Commercio di Bari analizza i numeri della Banca d’Italia e coglie nel segno
LUCIANA DI BISCEGLIE
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