Alcuni titoli parlano di “frenata” o di “peggior risultato del Sud”. La realtà è diversa: la Puglia mantiene un ritmo positivo, confermato da un +7% di crescita complessiva dal 2022–2024, superiore alla media del Centro-Nord (+5,6%).
È vero, le sfide non mancano: la stagnazione del terziario, la minore vivacità del comparto costruzioni, la drastica riduzione della produzione ex Ilva, la crisi del settore automotive, e una minore incidenza degli investimenti PNRR rispetto ad altre regioni. A queste si aggiunge un elemento su cui anche il mondo imprenditoriale ha espresso preoccupazione: il ritardo nell’assegnazione delle risorse FSC da parte del Governo nazionale.
Come ha evidenziato anche Sergio Fontana, presidente di Confindustria Puglia, i ritardi nell’assegnazione del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione hanno avuto ricadute negative su tutto il sistema delle imprese, rallentando investimenti, programmazione e competitività del tessuto produttivo regionale.
Ecco perché, oggi più che mai, serve una visione coesa e una risposta strutturale, come quella già avviata dalla Regione Puglia:
Per affrontare la trasformazione dell’industria pugliese, cone particolare riferimento al settore critico dell’auto, la Regione ha vinto una assistenza tecnica europea (DG Regio – S3 CoP) per definire nuove traiettorie tra automotive e aerospazio, con un dialogo strutturato che ha coinvolto università, centri di ricerca, ITS, imprese e istituzioni.
I dati sul mercato del lavoro rafforzano il quadro di una ripresa qualitativa: nel I trimestre 2025, la Puglia ha registrato un +0,8% di occupati (contro il +0,4% nazionale e il -0,54% del Mezzogiorno), con punte di crescita nel terziario avanzato (+9,5%), costruzioni (+6,5%) e commercio-turismo (+1,5%).
L’export tiene nonostante la congiuntura: -3% nel 2024, ma in tenuta nei settori ad alto valore aggiunto come agroalimentare, macchinari, farmaceutico, agricoltura.
Come ricordano Svimez, Bankitalia e lo stesso prof.Peragine di Uniba, serve ora una riflessione più profonda su produttività e proseguire nel solco della qualificazione degli investimenti privati in Ricerca, sviluppo e innovazione. Solo così si può trasformare la crescita in sviluppo duraturo.
Infine, voglio ribadire quanto emerso nel rapporto di Bankitalia: la perdita di capitale umano dal 2007 ad oggi ha inciso per 7 punti di PIL nel Sud. Trattenere e attrarre talenti, creare condizioni favorevoli per i giovani e per l’impresa, è una priorità assoluta.
La Puglia ha dimostrato di saper reagire. Ora, dobbiamo proseguire insieme: istituzioni, imprese, università, cittadini. Con l’innovazione come motore, la produttività come obiettivo e le persone al centro”.

Emiliano: “Innovazione, produttività, persone: la Puglia prosegue il suo cammino, con coraggio e visione”
Alcuni titoli parlano di “frenata” o di “peggior risultato del Sud”. La realtà è diversa: la Puglia mantiene un ritmo positivo, confermato da un +7% di crescita complessiva dal 2022–2024, superiore alla media del Centro-Nord (+5,6%).
È vero, le sfide non mancano: la stagnazione del terziario, la minore vivacità del comparto costruzioni, la drastica riduzione della produzione ex Ilva, la crisi del settore automotive, e una minore incidenza degli investimenti PNRR rispetto ad altre regioni. A queste si aggiunge un elemento su cui anche il mondo imprenditoriale ha espresso preoccupazione: il ritardo nell’assegnazione delle risorse FSC da parte del Governo nazionale.
Come ha evidenziato anche Sergio Fontana, presidente di Confindustria Puglia, i ritardi nell’assegnazione del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione hanno avuto ricadute negative su tutto il sistema delle imprese, rallentando investimenti, programmazione e competitività del tessuto produttivo regionale.
Ecco perché, oggi più che mai, serve una visione coesa e una risposta strutturale, come quella già avviata dalla Regione Puglia:
Per affrontare la trasformazione dell’industria pugliese, cone particolare riferimento al settore critico dell’auto, la Regione ha vinto una assistenza tecnica europea (DG Regio – S3 CoP) per definire nuove traiettorie tra automotive e aerospazio, con un dialogo strutturato che ha coinvolto università, centri di ricerca, ITS, imprese e istituzioni.
I dati sul mercato del lavoro rafforzano il quadro di una ripresa qualitativa: nel I trimestre 2025, la Puglia ha registrato un +0,8% di occupati (contro il +0,4% nazionale e il -0,54% del Mezzogiorno), con punte di crescita nel terziario avanzato (+9,5%), costruzioni (+6,5%) e commercio-turismo (+1,5%).
L’export tiene nonostante la congiuntura: -3% nel 2024, ma in tenuta nei settori ad alto valore aggiunto come agroalimentare, macchinari, farmaceutico, agricoltura.
Come ricordano Svimez, Bankitalia e lo stesso prof.Peragine di Uniba, serve ora una riflessione più profonda su produttività e proseguire nel solco della qualificazione degli investimenti privati in Ricerca, sviluppo e innovazione. Solo così si può trasformare la crescita in sviluppo duraturo.
Infine, voglio ribadire quanto emerso nel rapporto di Bankitalia: la perdita di capitale umano dal 2007 ad oggi ha inciso per 7 punti di PIL nel Sud. Trattenere e attrarre talenti, creare condizioni favorevoli per i giovani e per l’impresa, è una priorità assoluta.
La Puglia ha dimostrato di saper reagire. Ora, dobbiamo proseguire insieme: istituzioni, imprese, università, cittadini. Con l’innovazione come motore, la produttività come obiettivo e le persone al centro”.
Alcuni titoli parlano di “frenata” o di “peggior risultato del Sud”. La realtà è diversa: la Puglia mantiene un ritmo positivo, confermato da un +7% di crescita complessiva dal 2022–2024, superiore alla media del Centro-Nord (+5,6%).
È vero, le sfide non mancano: la stagnazione del terziario, la minore vivacità del comparto costruzioni, la drastica riduzione della produzione ex Ilva, la crisi del settore automotive, e una minore incidenza degli investimenti PNRR rispetto ad altre regioni. A queste si aggiunge un elemento su cui anche il mondo imprenditoriale ha espresso preoccupazione: il ritardo nell’assegnazione delle risorse FSC da parte del Governo nazionale.
Come ha evidenziato anche Sergio Fontana, presidente di Confindustria Puglia, i ritardi nell’assegnazione del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione hanno avuto ricadute negative su tutto il sistema delle imprese, rallentando investimenti, programmazione e competitività del tessuto produttivo regionale.
Ecco perché, oggi più che mai, serve una visione coesa e una risposta strutturale, come quella già avviata dalla Regione Puglia:
Per affrontare la trasformazione dell’industria pugliese, cone particolare riferimento al settore critico dell’auto, la Regione ha vinto una assistenza tecnica europea (DG Regio – S3 CoP) per definire nuove traiettorie tra automotive e aerospazio, con un dialogo strutturato che ha coinvolto università, centri di ricerca, ITS, imprese e istituzioni.
I dati sul mercato del lavoro rafforzano il quadro di una ripresa qualitativa: nel I trimestre 2025, la Puglia ha registrato un +0,8% di occupati (contro il +0,4% nazionale e il -0,54% del Mezzogiorno), con punte di crescita nel terziario avanzato (+9,5%), costruzioni (+6,5%) e commercio-turismo (+1,5%).
L’export tiene nonostante la congiuntura: -3% nel 2024, ma in tenuta nei settori ad alto valore aggiunto come agroalimentare, macchinari, farmaceutico, agricoltura.
Come ricordano Svimez, Bankitalia e lo stesso prof.Peragine di Uniba, serve ora una riflessione più profonda su produttività e proseguire nel solco della qualificazione degli investimenti privati in Ricerca, sviluppo e innovazione. Solo così si può trasformare la crescita in sviluppo duraturo.
Infine, voglio ribadire quanto emerso nel rapporto di Bankitalia: la perdita di capitale umano dal 2007 ad oggi ha inciso per 7 punti di PIL nel Sud. Trattenere e attrarre talenti, creare condizioni favorevoli per i giovani e per l’impresa, è una priorità assoluta.
La Puglia ha dimostrato di saper reagire. Ora, dobbiamo proseguire insieme: istituzioni, imprese, università, cittadini. Con l’innovazione come motore, la produttività come obiettivo e le persone al centro”.
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