“Scrivo canzoni per mosche e zanzare” sicuramente un titolo che desta molta curiosità, come mai questa scelta?
Il titolo scaturisce da alcune considerazioni fatte sul tipo di musica che da un po’ di anni monopolizza i media e sulla constatazione che per un tipo di musica più “classica” dove la melodia è protagonista (come quella che faccio io), non ci sia più spazio. È giusto che ogni generazione abbia la sua musica, ma c’è un pubblico “adulto” che ama la canzone nella sua accezione più tradizionale. Nonostante io sia certo di questo noto che è quasi impossibile farsi ascoltare da un pubblico ampio, come se chi scrive come me lo faccia per “alieni” per mosche e zanzare, almeno loro ascoltano comunque…
Cosa dobbiamo aspettarci da questo nuovo album? In cosa si differenzia dai tuoi precedenti lavori?
C’è da aspettarsi emozione, o almeno una ricerca lirico-musicale che crei nell’ascoltatore emozioni, ricordi, vissuto, piacevolezza. La differenza con gli altri lavori risiede nella leggerezza negli arrangiamenti dovuta all’assenza o quasi di sezioni di fiati che danno altri colori musicali. Qui tutto è più soft, ma non troppo…
Hai raccontato che il brano “Nilo” nasce in seguito ad una crociera, a tal proposito, cosa rappresenta il viaggio per te?
Il viaggio per me rappresenta la scoperta di luoghi nella loro effettiva realtà e non nella immaginazione prima della partenza. Il viaggio è arricchimento culturale profondo, nel rispetto dei costumi dei popoli che si vanno a conoscere. Il viaggio è vita, conoscere la vita degli altri, vedere gli altri come fanno. L’aspetto etico- musicale la fa da padrona. Intensissimi alcuni viaggi in Africa e Brasile, Cuba e USA dove ritmi tribali e musiche complesse mi hanno colpito e in parte condizionato.
Da artista, come hai vissuto questi due anni di lockdown?
Gli anni bui li ho trascorso come tanti tra domande sul futuro, paure del presente. Ho scritto alcuni brani contenuti nel disco, cercando di non lasciarmi suggestionare dalle ambulanze che passavano e dalle notizie televisive. Ma è stata dura.
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