Perché sulla linea Roma-Milano dove già esiste l’Alta Velocità si continua ad intervenire – giustamente – per accorciare sempre più i tempi di percorrenza, e mai una idea operativa sulla linea Adriatica?
Perché non si adotta anche sulla direttrice Lecce-Milano una riduzione (anche solo per alcune corse) delle fermate attualmente previste?
Oggi un treno FrecciaRossa (cosiddetto) AV che parte, per esempio, da Lecce ferma nelle stazioni di Brindisi, Bari, Barletta, Foggia, Termoli, Pescara, Ancona, Pesaro, Rimini, Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma e, a rotazione, in quelle di San Benedetto del Tronto, Civitanova Marche, Riccione, Rimini Fiera, Forlì ecc., per giungere a Milano dopo ben 8 ore e 50 minuti.
Riducendo le fermate, almeno su alcuni treni, a quelle essenziali – una ogni ora di percorrenza – per un servizio di primo livello come avveniva fino al 2008 (Brindisi, Bari, Foggia, Termoli, Pescara, Ancona, Rimini e Bologna) e utilizzando appieno la linea AV Bologna-Milano (senza alcuna fermata intermedia), si risparmierebbe già oggi quasi un’ora.
Basterebbe adottare subito anche in questa parte del Paese tale soluzione (come sulla Milano-Roma), senza attendere i progetti (che ancora non ci sono concretamente) per utilizzare i 5 miliardi previsti dal Governo Draghi per i potenziamenti infrastrutturali.
Ecco: questo chiediamo da anni, questo andremo a chiedere all’Ad e Direttore Generale di Rfi, questo vorremmo condividere con il presidente dell’Authority, e con Trenitalia a cui compete la decisione delle fermate. Nell’attesa ci accontentiamo di leggere delle iniziative di Trenitalia per altre tratte.
Qualcuno dirà: la domanda sulla Roma-Milano non è la stessa sull’Adriatica (attualmente, con questi tempi di percorrenza e questo tipo di offerta…). Ecco perché in questi anni in tutti gli incontri ricordiamo che il Governo (anche quello attuale) ha molti strumenti per giungere a questo risultato, uno fra tutti l’abbattimento mirato dei pedaggi ferroviari – come chiediamo da tempo – per i convogli realmente veloci che le imprese ferroviarie vorranno istituire per il Sud Italia (ad esempio, da Milano verso l’Adriatica fino a Bari e Lecce senza fermate intermedie tra Milano e Bologna).
L’abbattimento del pedaggio ferroviario non dovrebbe costituire aiuto di Stato se applicato a tutte le imprese ferroviarie (italiane ed estere) che vogliano servire le linee dirette al sud utilizzando tratte di AV.
È poi corretto e condivisibile il ragionamento secondo cui l’arretramento della linea ferroviaria da Rimini a Termoli rispetto alla costa farebbe perdere l’attuale grande efficacia trasportistica della dorsale Adriatica; tuttavia nei tratti più congestionati Bologna-Rimini e Foggia-Bari si dovrebbe invece valutare la realizzazione dell’AV in aggiunta alla linea esistente, in considerazione del fatto che sono caratterizzati da traffici ferroviari passeggeri e merci nettamente superiori a quelli della direttrice Salerno-Reggio su cui è prevista.
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