ASL Bari: un protocollo unico per battere sul tempo l’Ictus grazie al rafforzamento della rete tra 118 e Stroke Unit
Un protocollo unico per battere sul tempo l’ictus, valido per tutti gli operatori dell’emergenza coinvolti: dalla Centrale Operativa del 118 al neurologo della Stroke Unit.
E’ un’importante novità la procedura varata dalla Direzione Generale della ASL Bari con l’obiettivo di guadagnare minuti preziosi e garantire al paziente il trattamento più rapido e appropriato.
La “Procedura interaziendale per la gestione preospedaliera del paziente con sospetto ictus cerebrale” è, infatti, un documento operativo che definisce in modo uniforme e condiviso le modalità di intervento del sistema di emergenza-urgenza 118 e delle Stroke Unit del territorio metropolitano.
È cruciale ridurre i tempi di arrivo in ospedale e di avvio delle terapie di rivascolarizzazione, fondamentali per salvare la vita del paziente e limitare le disabilità anche gravi causate dall’ictus.
L’ictus è una patologia tempo-dipendente che rappresenta una delle principali cause di morte e invalidità e per la quale la rete dell’emergenza deve assicurare la migliore organizzazione possibile.
Come confermano i numeri, tra il 2024 e i primi sei mesi del 2025, le sole Stroke Unit della ASL Bari hanno effettuato più di 900 ricoveri per ictus, con circa 120 trattamenti di trombolisi endovenosa, e la Centrale operativa 118 Bari-Bt è stata allertata per un “sospetto ictus” almeno 1725 volte.
Il direttore generale Luigi Fruscio dichiara: «Con questa iniziativa la ASL Bari rafforza la rete integrata dell’emergenza neurovascolare, promuovendo un modello di collaborazione interaziendale che mette al centro il tempo e la sicurezza del paziente.
Anche una migliore organizzazione, soprattutto quanto il fattore-tempo è così prezioso, può avere un impatto rilevante sulla capacità del Sistema sanitario di garantire una migliore assistenza alle persone».
La rete tra 118 e Stroke Unit
La procedura, elaborata da un gruppo di lavoro multidisciplinare coordinato dal Dipartimento Sicurezza e Qualità, è stata validata dai Direttori delle Unità Operative di Neurologia e dei Dipartimenti di Emergenza Urgenza della ASL Bari.
La rete delle Stroke Unit coinvolte comprende, per la ASL Bari, gli ospedali “Di Venere” di Bari, “Perinei” di Altamura e “San Giacomo” di Monopoli, che operano in stretto collegamento con la Centrale Operativa e il Coordinamento 118.
Come funziona la nuova procedura
La procedura stabilisce che il personale del 118, già nella fase di chiamata e intervento sul territorio, identifichi tempestivamente i casi sospetti di ictus, attivi la prenotifica alla Stroke Unit di destinazione (per preparare in anticipo la sala rossa e la diagnostica radiologica) e raccolga informazioni cliniche fondamentali per accelerare i tempi di trattamento all’arrivo in ospedale.
Tra le altre novità, sono previste:
l’attivazione immediata del mezzo di soccorso più idoneo (avanzato o base) da parte dellaCentrale 118, poiché ogni sospetto ictus viene trattato come emergenza assoluta (“tempo è cervello”);
la compilazione della nuova “Check List 118 Ictus”, una scheda standardizzata che contiene informazioni importanti da comunicate al neurologo della Stroke Unit prima dell’arrivo in ospedale;
il percorso di accesso diretto alla “Sala Rossa” del Pronto Soccorso, senza che il paziente con sospetto ictus debba passare dal triage ordinario.
La nuova procedura stabilisce il monitoraggio dei tempi e degli esiti, daanalizzare in audit interaziendali trimestrali finalizzati al miglioramento continuo del percorso.
Inoltre, stabilisce la diffusione attraverso attività formative sul campo rivolte al personale sanitario (118, Neurologie, Medicina d’Emergenza e Urgenza, Radiologie) coinvolto nei soccorsi e nelle prime fasi di diagnosi e trattamento.
I numeri della ASL Bari
Dal punto di vista dell’attività, le tre Neurologie-Stroke Unit della ASL Bari (“Di Venere”, Altamura e Monopoli con 45 posti letto totali) nel 2024 hanno registrato complessivamente 635 ricoveri per Ictus, sia di natura ischemica (i più frequenti) sia emorragica, e in 88 casi di ictus ischemico è stato necessario ricorrere a trombolisi endovenose.
Numeri elevati anche nei primi sei mesi del 2025, con quasi 300 ricoveri per Ictus e 36 trombolisi endovenose effettuate.
Soprattutto l’Ospedale “Di Venere” conferma d’essere un riferimento d’eccellenza in materia di ictus ischemico, quale “Centro Diamante” certificato nel 2024 dalla European Stroke Organisation (ESO), per la capacità di trattare il 75% degli ictus entro 60 minuti e il 50% entro 45 minuti tra l’arrivo in ospedale e l’inizio della trombolisi.
Ictus e fattore-tempo
L’ictus solo nel 20% circa dei casi è riconducibile ad emorragia intracranica, mentre la maggior parte dei casi, circa 80%, è dovuto ad un’occlusione arteriosa tromboembolica che provocherà un infarto cerebrale.
Nella fase preospedaliera dell’emergenza, pertanto, per una così alta probabilità di ictus ischemico, ogni paziente è candidabile alla terapia trombolitica, anche perché l’evoluzione dell’infarto cerebrale segue una curva temporale che va da pochi minuti ad alcune ore.
La rivascolarizzazione arteriosa con somministrazione di farmaci in grado di sciogliere i trombi per via sistemica (trombolisi endovenosa) o di disostruzione meccanica (trattamento endovascolare) mediante metodiche angiografiche di radiologia interventistica deve sempre avvenire nel più breve tempo possibile.
L’efficacia dei trattamenti di rivascolarizzazione è tempo-dipendente e le finestre terapeutiche sono rispettivamente di 4-5 ore dall’esordio dei sintomi per i trattamenti sistemici e 6 ore per i trattamenti endovascolari.
Laddove siano disponibili metodiche radiologiche avanzate per lo studio della perfusione ematica cerebrale, la finestra terapeutica per la trombolisi endovenosa può essere estesa a 9 ore e fino a 24 ore per i trattamenti endovascolari.
ASL Bari: un protocollo unico per battere sul tempo l’Ictus grazie al rafforzamento della rete tra 118 e Stroke Unit
Un protocollo unico per battere sul tempo l’ictus, valido per tutti gli operatori dell’emergenza coinvolti: dalla Centrale Operativa del 118 al neurologo della Stroke Unit.
E’ un’importante novità la procedura varata dalla Direzione Generale della ASL Bari con l’obiettivo di guadagnare minuti preziosi e garantire al paziente il trattamento più rapido e appropriato.
La “Procedura interaziendale per la gestione preospedaliera del paziente con sospetto ictus cerebrale” è, infatti, un documento operativo che definisce in modo uniforme e condiviso le modalità di intervento del sistema di emergenza-urgenza 118 e delle Stroke Unit del territorio metropolitano.
È cruciale ridurre i tempi di arrivo in ospedale e di avvio delle terapie di rivascolarizzazione, fondamentali per salvare la vita del paziente e limitare le disabilità anche gravi causate dall’ictus.
L’ictus è una patologia tempo-dipendente che rappresenta una delle principali cause di morte e invalidità e per la quale la rete dell’emergenza deve assicurare la migliore organizzazione possibile.
Come confermano i numeri, tra il 2024 e i primi sei mesi del 2025, le sole Stroke Unit della ASL Bari hanno effettuato più di 900 ricoveri per ictus, con circa 120 trattamenti di trombolisi endovenosa, e la Centrale operativa 118 Bari-Bt è stata allertata per un “sospetto ictus” almeno 1725 volte.
Il direttore generale Luigi Fruscio dichiara: «Con questa iniziativa la ASL Bari rafforza la rete integrata dell’emergenza neurovascolare, promuovendo un modello di collaborazione interaziendale che mette al centro il tempo e la sicurezza del paziente.
Anche una migliore organizzazione, soprattutto quanto il fattore-tempo è così prezioso, può avere un impatto rilevante sulla capacità del Sistema sanitario di garantire una migliore assistenza alle persone».
La rete tra 118 e Stroke Unit
La procedura, elaborata da un gruppo di lavoro multidisciplinare coordinato dal Dipartimento Sicurezza e Qualità, è stata validata dai Direttori delle Unità Operative di Neurologia e dei Dipartimenti di Emergenza Urgenza della ASL Bari.
La rete delle Stroke Unit coinvolte comprende, per la ASL Bari, gli ospedali “Di Venere” di Bari, “Perinei” di Altamura e “San Giacomo” di Monopoli, che operano in stretto collegamento con la Centrale Operativa e il Coordinamento 118.
Come funziona la nuova procedura
La procedura stabilisce che il personale del 118, già nella fase di chiamata e intervento sul territorio, identifichi tempestivamente i casi sospetti di ictus, attivi la prenotifica alla Stroke Unit di destinazione (per preparare in anticipo la sala rossa e la diagnostica radiologica) e raccolga informazioni cliniche fondamentali per accelerare i tempi di trattamento all’arrivo in ospedale.
Tra le altre novità, sono previste:
l’attivazione immediata del mezzo di soccorso più idoneo (avanzato o base) da parte dellaCentrale 118, poiché ogni sospetto ictus viene trattato come emergenza assoluta (“tempo è cervello”);
la compilazione della nuova “Check List 118 Ictus”, una scheda standardizzata che contiene informazioni importanti da comunicate al neurologo della Stroke Unit prima dell’arrivo in ospedale;
il percorso di accesso diretto alla “Sala Rossa” del Pronto Soccorso, senza che il paziente con sospetto ictus debba passare dal triage ordinario.
La nuova procedura stabilisce il monitoraggio dei tempi e degli esiti, daanalizzare in audit interaziendali trimestrali finalizzati al miglioramento continuo del percorso.
Inoltre, stabilisce la diffusione attraverso attività formative sul campo rivolte al personale sanitario (118, Neurologie, Medicina d’Emergenza e Urgenza, Radiologie) coinvolto nei soccorsi e nelle prime fasi di diagnosi e trattamento.
I numeri della ASL Bari
Dal punto di vista dell’attività, le tre Neurologie-Stroke Unit della ASL Bari (“Di Venere”, Altamura e Monopoli con 45 posti letto totali) nel 2024 hanno registrato complessivamente 635 ricoveri per Ictus, sia di natura ischemica (i più frequenti) sia emorragica, e in 88 casi di ictus ischemico è stato necessario ricorrere a trombolisi endovenose.
Numeri elevati anche nei primi sei mesi del 2025, con quasi 300 ricoveri per Ictus e 36 trombolisi endovenose effettuate.
Soprattutto l’Ospedale “Di Venere” conferma d’essere un riferimento d’eccellenza in materia di ictus ischemico, quale “Centro Diamante” certificato nel 2024 dalla European Stroke Organisation (ESO), per la capacità di trattare il 75% degli ictus entro 60 minuti e il 50% entro 45 minuti tra l’arrivo in ospedale e l’inizio della trombolisi.
Ictus e fattore-tempo
L’ictus solo nel 20% circa dei casi è riconducibile ad emorragia intracranica, mentre la maggior parte dei casi, circa 80%, è dovuto ad un’occlusione arteriosa tromboembolica che provocherà un infarto cerebrale.
Nella fase preospedaliera dell’emergenza, pertanto, per una così alta probabilità di ictus ischemico, ogni paziente è candidabile alla terapia trombolitica, anche perché l’evoluzione dell’infarto cerebrale segue una curva temporale che va da pochi minuti ad alcune ore.
La rivascolarizzazione arteriosa con somministrazione di farmaci in grado di sciogliere i trombi per via sistemica (trombolisi endovenosa) o di disostruzione meccanica (trattamento endovascolare) mediante metodiche angiografiche di radiologia interventistica deve sempre avvenire nel più breve tempo possibile.
L’efficacia dei trattamenti di rivascolarizzazione è tempo-dipendente e le finestre terapeutiche sono rispettivamente di 4-5 ore dall’esordio dei sintomi per i trattamenti sistemici e 6 ore per i trattamenti endovascolari.
Laddove siano disponibili metodiche radiologiche avanzate per lo studio della perfusione ematica cerebrale, la finestra terapeutica per la trombolisi endovenosa può essere estesa a 9 ore e fino a 24 ore per i trattamenti endovascolari.
Un protocollo unico per battere sul tempo l’ictus, valido per tutti gli operatori dell’emergenza coinvolti: dalla Centrale Operativa del 118 al neurologo della Stroke Unit.
E’ un’importante novità la procedura varata dalla Direzione Generale della ASL Bari con l’obiettivo di guadagnare minuti preziosi e garantire al paziente il trattamento più rapido e appropriato.
La “Procedura interaziendale per la gestione preospedaliera del paziente con sospetto ictus cerebrale” è, infatti, un documento operativo che definisce in modo uniforme e condiviso le modalità di intervento del sistema di emergenza-urgenza 118 e delle Stroke Unit del territorio metropolitano.
È cruciale ridurre i tempi di arrivo in ospedale e di avvio delle terapie di rivascolarizzazione, fondamentali per salvare la vita del paziente e limitare le disabilità anche gravi causate dall’ictus.
L’ictus è una patologia tempo-dipendente che rappresenta una delle principali cause di morte e invalidità e per la quale la rete dell’emergenza deve assicurare la migliore organizzazione possibile.
Come confermano i numeri, tra il 2024 e i primi sei mesi del 2025, le sole Stroke Unit della ASL Bari hanno effettuato più di 900 ricoveri per ictus, con circa 120 trattamenti di trombolisi endovenosa, e la Centrale operativa 118 Bari-Bt è stata allertata per un “sospetto ictus” almeno 1725 volte.
Il direttore generale Luigi Fruscio dichiara: «Con questa iniziativa la ASL Bari rafforza la rete integrata dell’emergenza neurovascolare, promuovendo un modello di collaborazione interaziendale che mette al centro il tempo e la sicurezza del paziente.
Anche una migliore organizzazione, soprattutto quanto il fattore-tempo è così prezioso, può avere un impatto rilevante sulla capacità del Sistema sanitario di garantire una migliore assistenza alle persone».
La rete tra 118 e Stroke Unit
La procedura, elaborata da un gruppo di lavoro multidisciplinare coordinato dal Dipartimento Sicurezza e Qualità, è stata validata dai Direttori delle Unità Operative di Neurologia e dei Dipartimenti di Emergenza Urgenza della ASL Bari.
La rete delle Stroke Unit coinvolte comprende, per la ASL Bari, gli ospedali “Di Venere” di Bari, “Perinei” di Altamura e “San Giacomo” di Monopoli, che operano in stretto collegamento con la Centrale Operativa e il Coordinamento 118.
Come funziona la nuova procedura
La procedura stabilisce che il personale del 118, già nella fase di chiamata e intervento sul territorio, identifichi tempestivamente i casi sospetti di ictus, attivi la prenotifica alla Stroke Unit di destinazione (per preparare in anticipo la sala rossa e la diagnostica radiologica) e raccolga informazioni cliniche fondamentali per accelerare i tempi di trattamento all’arrivo in ospedale.
Tra le altre novità, sono previste:
l’attivazione immediata del mezzo di soccorso più idoneo (avanzato o base) da parte dellaCentrale 118, poiché ogni sospetto ictus viene trattato come emergenza assoluta (“tempo è cervello”);
la compilazione della nuova “Check List 118 Ictus”, una scheda standardizzata che contiene informazioni importanti da comunicate al neurologo della Stroke Unit prima dell’arrivo in ospedale;
il percorso di accesso diretto alla “Sala Rossa” del Pronto Soccorso, senza che il paziente con sospetto ictus debba passare dal triage ordinario.
La nuova procedura stabilisce il monitoraggio dei tempi e degli esiti, daanalizzare in audit interaziendali trimestrali finalizzati al miglioramento continuo del percorso.
Inoltre, stabilisce la diffusione attraverso attività formative sul campo rivolte al personale sanitario (118, Neurologie, Medicina d’Emergenza e Urgenza, Radiologie) coinvolto nei soccorsi e nelle prime fasi di diagnosi e trattamento.
I numeri della ASL Bari
Dal punto di vista dell’attività, le tre Neurologie-Stroke Unit della ASL Bari (“Di Venere”, Altamura e Monopoli con 45 posti letto totali) nel 2024 hanno registrato complessivamente 635 ricoveri per Ictus, sia di natura ischemica (i più frequenti) sia emorragica, e in 88 casi di ictus ischemico è stato necessario ricorrere a trombolisi endovenose.
Numeri elevati anche nei primi sei mesi del 2025, con quasi 300 ricoveri per Ictus e 36 trombolisi endovenose effettuate.
Soprattutto l’Ospedale “Di Venere” conferma d’essere un riferimento d’eccellenza in materia di ictus ischemico, quale “Centro Diamante” certificato nel 2024 dalla European Stroke Organisation (ESO), per la capacità di trattare il 75% degli ictus entro 60 minuti e il 50% entro 45 minuti tra l’arrivo in ospedale e l’inizio della trombolisi.
Ictus e fattore-tempo
L’ictus solo nel 20% circa dei casi è riconducibile ad emorragia intracranica, mentre la maggior parte dei casi, circa 80%, è dovuto ad un’occlusione arteriosa tromboembolica che provocherà un infarto cerebrale.
Nella fase preospedaliera dell’emergenza, pertanto, per una così alta probabilità di ictus ischemico, ogni paziente è candidabile alla terapia trombolitica, anche perché l’evoluzione dell’infarto cerebrale segue una curva temporale che va da pochi minuti ad alcune ore.
La rivascolarizzazione arteriosa con somministrazione di farmaci in grado di sciogliere i trombi per via sistemica (trombolisi endovenosa) o di disostruzione meccanica (trattamento endovascolare) mediante metodiche angiografiche di radiologia interventistica deve sempre avvenire nel più breve tempo possibile.
L’efficacia dei trattamenti di rivascolarizzazione è tempo-dipendente e le finestre terapeutiche sono rispettivamente di 4-5 ore dall’esordio dei sintomi per i trattamenti sistemici e 6 ore per i trattamenti endovascolari.
Laddove siano disponibili metodiche radiologiche avanzate per lo studio della perfusione ematica cerebrale, la finestra terapeutica per la trombolisi endovenosa può essere estesa a 9 ore e fino a 24 ore per i trattamenti endovascolari.
ASL Bari: un protocollo unico per battere sul tempo l’Ictus grazie al rafforzamento della rete tra 118 e Stroke Unit