Per oltre quarant’anni ha portato il teatro pugliese in tutta Italia e all’estero.
Oggi la Compagnia Tiberio Fiorilli di Bari si trova costretta a difendere il proprio lavoro davanti al TAR del Lazio, dopo l’esclusione dai contributi del Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo relativi al triennio 2025-2027.
Il provvedimento riguarda il progetto Mare Nostrum, dedicato al tema del mare come elemento identitario e culturale della Puglia e del Mediterraneo, nonché simbolo della vocazione artistica e territoriale della compagnia.
Il cuore della constatazione riguarda il punteggio di qualità artistica assegnata al progetto dalla Commissione Consultiva per il Teatro: un “8,9” che non raggiunge la soglia minima di “10” punti richiesta per l’accesso ai finanziamenti.
Una valutazione inspiegabile alla luce del precedente triennio (2022-2024) in cui la compagnia aveva ottenuto 12 punti ed era stata ammessa ai contributi.
Tutto questo a fronte di una qualità artistica che si è dimostrata rafforzata, con un ampliamento della produzione e un numero di recite che ha toccato tutta Italia, coinvolgendo più attori, tecnici e collaboratori.
Per esempio, a fronte della scorsa annualità per la quale la compagnia aveva realizzato 106 recite di vari allestimenti, in questo 2025 ne aveva previsti 114.
Di più: gli oneri sociali pagati lo scorso anno erano 28.829 euro mentre per il 2025 ne avevamo messi a bilancio 30.866 euro, con una previsione di base di 33 numero di piazze mentre lo scorso anno sono state 31.
Anche i costi per la promozione social e comunicazione erano previste in aumento così come gli spettatori.
Alla guida artistica di questo grande progetto c’è Augusto Zucchi, nome di rilievo del panorama teatrale e televisivo italiano, con un curriculum di altissimo livello.
Gli spettacoli prodotti nella prima parte del 2025 –- tra cui Il mercante di Venezia e Memorie del sottosuolo dirette dal noto regista e attore Andrea Buscemi – hanno riscontrato interesse e riconoscimenti anche fuori regione, in Calabria, Toscana, Sicilia, Basilicata, Abruzzo, Molise, Lazio, Lombardia.
Senza dimenticare che ad aprile la compagnia sarebbe tornata ospite della prestigiosa Università di Cambridge dove aveva già portato uno spettacolo sulla Commedia dell’Arte lo scorso anno.
La decisione del Ministero della Cultura, oltre a penalizzare il merito, comporta conseguenze economiche considerevoli.
Dino Signorile, direttore artistico e fondatore della compagnia, dichiara: “Quando si viene esclusi, lo si è per tre anni interi.
Inoltre, questa comunicazione è arrivata solo ad agosto, quando avevamo già firmato contratti per la stagione autunnale, da settembre a dicembre, con ingenti spese già sostenute.
I teatri, giustamente, pretendono il rispetto di questi accordi, le penali sono a carico nostro e gli anticipi ministeriali, – che contavamo di ricevere anche alla luce dei pareri positivi espressi da diversi dirigenti ministeriali a inizio anno – non sono ovviamente arrivati”.
A nulla è servita l’istanza di riesame presentata successivamente (ma alla stessa commissione che aveva respinto la Compagnia Tiberio Fiorilli con una formula generica, 9 senza ulteriori chiarimenti).
Da qui il ricorso al TAR per chiedere di annullare il decreto ministeriale e degli atti della Commissione, la sospensione del provvedimento del progetto Mare Nostrum e disporre una nuova valutazione, fondata su criteri chiari e motivazioni dettagliate.
Dino Signorile sottolinea: “Avevamo già programmato per il 2026 nuove produzioni di grande levatura artistica come ‘La donna del mare’ e ‘Moby Dick’, ma senza il contributo ministeriale saremo costretti a sospenderle o a ridurle drasticamente.
È un duro colpo per la compagnia Tiberio Fiorilli che opera ininterrottamente dal 1978 e che ha rappresentato la Puglia in numerose regioni italiane. Ma nonostante tutto, non ci arrendiamo.
Oltre al ricorso, intendiamo proporre al Ministero della Cultura un progetto speciale per dimostrare che, anche senza quei 60 mila euro di contributo, non restiamo fermi.
Siamo sull’orlo del precipizio, ma non vogliamo morire: vogliamo continuare a lavorare come sempre (lo scorso anno avevamo a libro paga circa 100 persone fra attori, tecnici e amministratori) oltre all’indotto di viaggi, alberghi e ristoranti. Vogliamo continuare a fare teatro, con dignità e passione.
Abbiamo avuto sostegno da colleghi, associazioni di categoria regionali e nazionali. Ci conforta anche la promessa del sostegno degli assessorati regionali e comunali – che hanno inviato lettere di protesta al Ministero.
Ma per ora siamo sostanzialmente fermi, in attesa che il percorso amministrativo dia ragione ad una compagnia che si avvicina al mezzo secolo di lavoro”.

Per oltre quarant’anni ha portato il teatro pugliese in tutta Italia e all’estero.
Oggi la Compagnia Tiberio Fiorilli di Bari si trova costretta a difendere il proprio lavoro davanti al TAR del Lazio, dopo l’esclusione dai contributi del Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo relativi al triennio 2025-2027.
Il provvedimento riguarda il progetto Mare Nostrum, dedicato al tema del mare come elemento identitario e culturale della Puglia e del Mediterraneo, nonché simbolo della vocazione artistica e territoriale della compagnia.
Il cuore della constatazione riguarda il punteggio di qualità artistica assegnata al progetto dalla Commissione Consultiva per il Teatro: un “8,9” che non raggiunge la soglia minima di “10” punti richiesta per l’accesso ai finanziamenti.
Una valutazione inspiegabile alla luce del precedente triennio (2022-2024) in cui la compagnia aveva ottenuto 12 punti ed era stata ammessa ai contributi.
Tutto questo a fronte di una qualità artistica che si è dimostrata rafforzata, con un ampliamento della produzione e un numero di recite che ha toccato tutta Italia, coinvolgendo più attori, tecnici e collaboratori.
Per esempio, a fronte della scorsa annualità per la quale la compagnia aveva realizzato 106 recite di vari allestimenti, in questo 2025 ne aveva previsti 114.
Di più: gli oneri sociali pagati lo scorso anno erano 28.829 euro mentre per il 2025 ne avevamo messi a bilancio 30.866 euro, con una previsione di base di 33 numero di piazze mentre lo scorso anno sono state 31.
Anche i costi per la promozione social e comunicazione erano previste in aumento così come gli spettatori.
Alla guida artistica di questo grande progetto c’è Augusto Zucchi, nome di rilievo del panorama teatrale e televisivo italiano, con un curriculum di altissimo livello.
Gli spettacoli prodotti nella prima parte del 2025 –- tra cui Il mercante di Venezia e Memorie del sottosuolo dirette dal noto regista e attore Andrea Buscemi – hanno riscontrato interesse e riconoscimenti anche fuori regione, in Calabria, Toscana, Sicilia, Basilicata, Abruzzo, Molise, Lazio, Lombardia.
Senza dimenticare che ad aprile la compagnia sarebbe tornata ospite della prestigiosa Università di Cambridge dove aveva già portato uno spettacolo sulla Commedia dell’Arte lo scorso anno.
La decisione del Ministero della Cultura, oltre a penalizzare il merito, comporta conseguenze economiche considerevoli.
Dino Signorile, direttore artistico e fondatore della compagnia, dichiara: “Quando si viene esclusi, lo si è per tre anni interi.
Inoltre, questa comunicazione è arrivata solo ad agosto, quando avevamo già firmato contratti per la stagione autunnale, da settembre a dicembre, con ingenti spese già sostenute.
I teatri, giustamente, pretendono il rispetto di questi accordi, le penali sono a carico nostro e gli anticipi ministeriali, – che contavamo di ricevere anche alla luce dei pareri positivi espressi da diversi dirigenti ministeriali a inizio anno – non sono ovviamente arrivati”.
A nulla è servita l’istanza di riesame presentata successivamente (ma alla stessa commissione che aveva respinto la Compagnia Tiberio Fiorilli con una formula generica, 9 senza ulteriori chiarimenti).
Da qui il ricorso al TAR per chiedere di annullare il decreto ministeriale e degli atti della Commissione, la sospensione del provvedimento del progetto Mare Nostrum e disporre una nuova valutazione, fondata su criteri chiari e motivazioni dettagliate.
Dino Signorile sottolinea: “Avevamo già programmato per il 2026 nuove produzioni di grande levatura artistica come ‘La donna del mare’ e ‘Moby Dick’, ma senza il contributo ministeriale saremo costretti a sospenderle o a ridurle drasticamente.
È un duro colpo per la compagnia Tiberio Fiorilli che opera ininterrottamente dal 1978 e che ha rappresentato la Puglia in numerose regioni italiane. Ma nonostante tutto, non ci arrendiamo.
Oltre al ricorso, intendiamo proporre al Ministero della Cultura un progetto speciale per dimostrare che, anche senza quei 60 mila euro di contributo, non restiamo fermi.
Siamo sull’orlo del precipizio, ma non vogliamo morire: vogliamo continuare a lavorare come sempre (lo scorso anno avevamo a libro paga circa 100 persone fra attori, tecnici e amministratori) oltre all’indotto di viaggi, alberghi e ristoranti. Vogliamo continuare a fare teatro, con dignità e passione.
Abbiamo avuto sostegno da colleghi, associazioni di categoria regionali e nazionali. Ci conforta anche la promessa del sostegno degli assessorati regionali e comunali – che hanno inviato lettere di protesta al Ministero.
Ma per ora siamo sostanzialmente fermi, in attesa che il percorso amministrativo dia ragione ad una compagnia che si avvicina al mezzo secolo di lavoro”.
Per oltre quarant’anni ha portato il teatro pugliese in tutta Italia e all’estero.
Oggi la Compagnia Tiberio Fiorilli di Bari si trova costretta a difendere il proprio lavoro davanti al TAR del Lazio, dopo l’esclusione dai contributi del Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo relativi al triennio 2025-2027.
Il provvedimento riguarda il progetto Mare Nostrum, dedicato al tema del mare come elemento identitario e culturale della Puglia e del Mediterraneo, nonché simbolo della vocazione artistica e territoriale della compagnia.
Il cuore della constatazione riguarda il punteggio di qualità artistica assegnata al progetto dalla Commissione Consultiva per il Teatro: un “8,9” che non raggiunge la soglia minima di “10” punti richiesta per l’accesso ai finanziamenti.
Una valutazione inspiegabile alla luce del precedente triennio (2022-2024) in cui la compagnia aveva ottenuto 12 punti ed era stata ammessa ai contributi.
Tutto questo a fronte di una qualità artistica che si è dimostrata rafforzata, con un ampliamento della produzione e un numero di recite che ha toccato tutta Italia, coinvolgendo più attori, tecnici e collaboratori.
Per esempio, a fronte della scorsa annualità per la quale la compagnia aveva realizzato 106 recite di vari allestimenti, in questo 2025 ne aveva previsti 114.
Di più: gli oneri sociali pagati lo scorso anno erano 28.829 euro mentre per il 2025 ne avevamo messi a bilancio 30.866 euro, con una previsione di base di 33 numero di piazze mentre lo scorso anno sono state 31.
Anche i costi per la promozione social e comunicazione erano previste in aumento così come gli spettatori.
Alla guida artistica di questo grande progetto c’è Augusto Zucchi, nome di rilievo del panorama teatrale e televisivo italiano, con un curriculum di altissimo livello.
Gli spettacoli prodotti nella prima parte del 2025 –- tra cui Il mercante di Venezia e Memorie del sottosuolo dirette dal noto regista e attore Andrea Buscemi – hanno riscontrato interesse e riconoscimenti anche fuori regione, in Calabria, Toscana, Sicilia, Basilicata, Abruzzo, Molise, Lazio, Lombardia.
Senza dimenticare che ad aprile la compagnia sarebbe tornata ospite della prestigiosa Università di Cambridge dove aveva già portato uno spettacolo sulla Commedia dell’Arte lo scorso anno.
La decisione del Ministero della Cultura, oltre a penalizzare il merito, comporta conseguenze economiche considerevoli.
Dino Signorile, direttore artistico e fondatore della compagnia, dichiara: “Quando si viene esclusi, lo si è per tre anni interi.
Inoltre, questa comunicazione è arrivata solo ad agosto, quando avevamo già firmato contratti per la stagione autunnale, da settembre a dicembre, con ingenti spese già sostenute.
I teatri, giustamente, pretendono il rispetto di questi accordi, le penali sono a carico nostro e gli anticipi ministeriali, – che contavamo di ricevere anche alla luce dei pareri positivi espressi da diversi dirigenti ministeriali a inizio anno – non sono ovviamente arrivati”.
A nulla è servita l’istanza di riesame presentata successivamente (ma alla stessa commissione che aveva respinto la Compagnia Tiberio Fiorilli con una formula generica, 9 senza ulteriori chiarimenti).
Da qui il ricorso al TAR per chiedere di annullare il decreto ministeriale e degli atti della Commissione, la sospensione del provvedimento del progetto Mare Nostrum e disporre una nuova valutazione, fondata su criteri chiari e motivazioni dettagliate.
Dino Signorile sottolinea: “Avevamo già programmato per il 2026 nuove produzioni di grande levatura artistica come ‘La donna del mare’ e ‘Moby Dick’, ma senza il contributo ministeriale saremo costretti a sospenderle o a ridurle drasticamente.
È un duro colpo per la compagnia Tiberio Fiorilli che opera ininterrottamente dal 1978 e che ha rappresentato la Puglia in numerose regioni italiane. Ma nonostante tutto, non ci arrendiamo.
Oltre al ricorso, intendiamo proporre al Ministero della Cultura un progetto speciale per dimostrare che, anche senza quei 60 mila euro di contributo, non restiamo fermi.
Siamo sull’orlo del precipizio, ma non vogliamo morire: vogliamo continuare a lavorare come sempre (lo scorso anno avevamo a libro paga circa 100 persone fra attori, tecnici e amministratori) oltre all’indotto di viaggi, alberghi e ristoranti. Vogliamo continuare a fare teatro, con dignità e passione.
Abbiamo avuto sostegno da colleghi, associazioni di categoria regionali e nazionali. Ci conforta anche la promessa del sostegno degli assessorati regionali e comunali – che hanno inviato lettere di protesta al Ministero.
Ma per ora siamo sostanzialmente fermi, in attesa che il percorso amministrativo dia ragione ad una compagnia che si avvicina al mezzo secolo di lavoro”.
Per oltre quarant’anni ha portato il teatro pugliese in tutta Italia e all’estero.
Oggi la Compagnia Tiberio Fiorilli di Bari si trova costretta a difendere il proprio lavoro davanti al TAR del Lazio, dopo l’esclusione dai contributi del Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo relativi al triennio 2025-2027.
Il provvedimento riguarda il progetto Mare Nostrum, dedicato al tema del mare come elemento identitario e culturale della Puglia e del Mediterraneo, nonché simbolo della vocazione artistica e territoriale della compagnia.
Il cuore della constatazione riguarda il punteggio di qualità artistica assegnata al progetto dalla Commissione Consultiva per il Teatro: un “8,9” che non raggiunge la soglia minima di “10” punti richiesta per l’accesso ai finanziamenti.
Una valutazione inspiegabile alla luce del precedente triennio (2022-2024) in cui la compagnia aveva ottenuto 12 punti ed era stata ammessa ai contributi.
Tutto questo a fronte di una qualità artistica che si è dimostrata rafforzata, con un ampliamento della produzione e un numero di recite che ha toccato tutta Italia, coinvolgendo più attori, tecnici e collaboratori.
Per esempio, a fronte della scorsa annualità per la quale la compagnia aveva realizzato 106 recite di vari allestimenti, in questo 2025 ne aveva previsti 114.
Di più: gli oneri sociali pagati lo scorso anno erano 28.829 euro mentre per il 2025 ne avevamo messi a bilancio 30.866 euro, con una previsione di base di 33 numero di piazze mentre lo scorso anno sono state 31.
Anche i costi per la promozione social e comunicazione erano previste in aumento così come gli spettatori.
Alla guida artistica di questo grande progetto c’è Augusto Zucchi, nome di rilievo del panorama teatrale e televisivo italiano, con un curriculum di altissimo livello.
Gli spettacoli prodotti nella prima parte del 2025 –- tra cui Il mercante di Venezia e Memorie del sottosuolo dirette dal noto regista e attore Andrea Buscemi – hanno riscontrato interesse e riconoscimenti anche fuori regione, in Calabria, Toscana, Sicilia, Basilicata, Abruzzo, Molise, Lazio, Lombardia.
Senza dimenticare che ad aprile la compagnia sarebbe tornata ospite della prestigiosa Università di Cambridge dove aveva già portato uno spettacolo sulla Commedia dell’Arte lo scorso anno.
La decisione del Ministero della Cultura, oltre a penalizzare il merito, comporta conseguenze economiche considerevoli.
Dino Signorile, direttore artistico e fondatore della compagnia, dichiara: “Quando si viene esclusi, lo si è per tre anni interi.
Inoltre, questa comunicazione è arrivata solo ad agosto, quando avevamo già firmato contratti per la stagione autunnale, da settembre a dicembre, con ingenti spese già sostenute.
I teatri, giustamente, pretendono il rispetto di questi accordi, le penali sono a carico nostro e gli anticipi ministeriali, – che contavamo di ricevere anche alla luce dei pareri positivi espressi da diversi dirigenti ministeriali a inizio anno – non sono ovviamente arrivati”.
A nulla è servita l’istanza di riesame presentata successivamente (ma alla stessa commissione che aveva respinto la Compagnia Tiberio Fiorilli con una formula generica, 9 senza ulteriori chiarimenti).
Da qui il ricorso al TAR per chiedere di annullare il decreto ministeriale e degli atti della Commissione, la sospensione del provvedimento del progetto Mare Nostrum e disporre una nuova valutazione, fondata su criteri chiari e motivazioni dettagliate.
Dino Signorile sottolinea: “Avevamo già programmato per il 2026 nuove produzioni di grande levatura artistica come ‘La donna del mare’ e ‘Moby Dick’, ma senza il contributo ministeriale saremo costretti a sospenderle o a ridurle drasticamente.
È un duro colpo per la compagnia Tiberio Fiorilli che opera ininterrottamente dal 1978 e che ha rappresentato la Puglia in numerose regioni italiane. Ma nonostante tutto, non ci arrendiamo.
Oltre al ricorso, intendiamo proporre al Ministero della Cultura un progetto speciale per dimostrare che, anche senza quei 60 mila euro di contributo, non restiamo fermi.
Siamo sull’orlo del precipizio, ma non vogliamo morire: vogliamo continuare a lavorare come sempre (lo scorso anno avevamo a libro paga circa 100 persone fra attori, tecnici e amministratori) oltre all’indotto di viaggi, alberghi e ristoranti. Vogliamo continuare a fare teatro, con dignità e passione.
Abbiamo avuto sostegno da colleghi, associazioni di categoria regionali e nazionali. Ci conforta anche la promessa del sostegno degli assessorati regionali e comunali – che hanno inviato lettere di protesta al Ministero.
Ma per ora siamo sostanzialmente fermi, in attesa che il percorso amministrativo dia ragione ad una compagnia che si avvicina al mezzo secolo di lavoro”.
La storica Compagnia Tiberio Fiorilli di Bari ricorre al TAR del Lazio dopo l’esclusione dal Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo
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