Domenica 23 novembre alle 18,30 al teatro Mariella di Monopoli prosegue la stagione teatrale 2025/26 ‘Il senso delle parole’.
Stagione organizzata da Ubuntu non solo teatro aps ets con il sostegno dell’Assessorato alla cultura del Comune di Monopoli e le collaborazioni della Cooperativa Sociale ‘A Modo Loro’, dell’associazione Apad, di Mondadori bookstore di Monopoli e delle Cooperative Quasar e Sofocle.
Media partner Radio Puglia.
In scena Tindaro Granata con Vorrei una voce, spettacolo in forma di monologo costruito attraverso le canzoni di Mina cantate in playback.
Attore, drammaturgo e regista teatrale, vincitore del Premio Ubu e delle Maschere del Teatro Italiano, presenta uno spettacolo da lui scritto, interpretato e ispirato dall’incontro con le detenute-attrici del teatro Piccolo Shakespeare all’interno della Casa Circondariale di Messina nell’ambito del progetto Il Teatro per Sognare di D’aRteventi diretto da Daniela Ursino.
Il fulcro della drammaturgia qui è il sogno: perdere la capacità di sognare significa far morire una parte di sé.
Vorrei una voce è dedicato a coloro i quali hanno perso la capacità di farlo.
Disegno luci Luigi Biondi, costumi Aurora Damanti, regista assistente Alessandro Bandini, produzione LAC Lugano Arte e Cultura in collaborazione con Proxima Res, partner di produzione Gruppo Ospedaliero Moncucco.
Granata dichiara: “Ero un giovane uomo, lavoravo, avevo una casa, una macchina e soprattutto persone che mi amavano, ma avevo smesso di provare gioia per quello che facevo, non credevo più in me stesso e in niente.
Non so come sia successo.
Un giorno mi sono svegliato e non mi sono sentito più felice, né di fare il mio lavoro né di progettare qualsiasi altra cosa.
Quando mi arrivò la telefonata di Daniela Ursino, direttore artistico del teatro Piccolo Shakespeare all’interno della Casa Circondariale di Messina, con la proposta di fare un progetto teatrale con le detenute ‘per farle rivivere, sognare ritrovando una femminilità perduta’, capii, dopo averle incontrate, che erano come me, o forse io ero come loro: non sognavamo più.
Guardandole mi sono sentito recluso, da me stesso, imbruttito da me stesso, impoverito da me stesso. Avevo dissipato, inconsapevolmente, quel bene prezioso che dovrebbe possedere ogni essere umano: la libertà.
Proposi così di fare quello che facevo da ragazzo quando ascoltavo le canzoni di Mina: interpretavo le mie storie fantastiche con la sua voce.
Con le detenute abbiamo messo in scena l’ultimo concerto live di Mina, tenutosi alla Bussola il 23 agosto 1978.
L’idea era quella di entrare nei propri ricordi, in un proprio spazio, dove tutto sarebbe stato possibile, recuperando una femminilità annullata, la libertà di espressione della propria anima e del proprio corpo, in un luogo che, per forza di cose, tende quotidianamente ad annullare tutto questo.
Ognuna di loro aveva a disposizione due canzoni di Mina e, attraverso il canto in playback, doveva trasmettere la forza e la potenza della propria storia per liberarsi da pensieri, angosce, fallimenti di una vita. Mi sono trovato, con loro, a cercare il senso di tutto quello che avevo fatto fino ad allora.
Non voglio e non posso portare in scena le mie ragazze del Piccolo Shakespeare di Messina, perché quello che abbiamo fatto dentro quel luogo di libertà che sta dentro un carcere è giusto che rimanga con loro e per loro.
In Vorrei una voce in scena ci sono solo io, delle ragazze mi porto i loro occhi, i gesti, le loro lacrime e i sorrisi.
Grazie a loro racconto storie di persone che dalla vita vogliono un riscatto importante: vogliono l’amore per la vita, quella spinta forte ed irruente che ti permette di riuscire a sopportare tutto, a fare tutto affinché si possa realizzare un sogno”.
Tindaro Granata
Nato a Tindari, nel 2002 intraprende il suo percorso teatrale con Massimo Ranieri.
Dal 2007 inizia un felice sodalizio con Carmelo Rifici, lavorando per le produzioni più importanti del sistema teatrale italiano e svizzero.
In veste di drammaturgo, regista e attore esordisce nel 2011 con Antropolaroid, spettacolo sulla storia della sua terra in cui interpreta tutti i personaggi del racconto e per il quale riceve diversi premi, tra cui il Premio ANCT Associazione Nazionale dei Critici di Teatro come miglior spettacolo d’innovazione.
Nel 2013 mette in scena Invidiatemi come io ho invidiato voi, storia di un caso di abuso sessuale su minori ispirato a un fatto di cronaca, per il quale riceve il Premio Mariangela Melato come miglior attore emergente.
Nel 2016 debutta con Geppetto e Geppetto, lavoro con cui affronta – all’indomani dell’approvazione della legge Cirinnà – il tema della stepchild adoption che gli vale il Premio Ubu come miglior novità o progetto drammaturgico, il Premio Hystrio Twister 2017 come miglior spettacolo dell’anno e altri riconoscimenti.
Scrive Dedalo e Icaro, in cui affronta il tema dell’autismo, e Farsi Silenzio, pellegrinaggio laico alla ricerca del sacro.
Lo scorso gennaio debutta, con la regia di Andrea Chiodi, nel Malato Immaginario con il ruolo di Argante.
Il prossimo appuntamento della stagione teatrale ‘Il senso delle parole’ si terrà domenica 22 febbraio al Teatro Radar con lo spettacolo Tutto cresce e se ne va – Intorno a Pino Daniele di Sasà Calabrese, Dario De Luca, Daniele Moraca, Roberto Musolino e con Francesco Montebello.
Biglietti adulti: online 13€ – biglietteria 14€
ridotto under 18: online 8€ – biglietteria 10€
Biglietti acquista qui: Monopoli: ℅ Mondadori Bookstore via Roma 129/131, Monopoli
Putignano: ℅ La biottega v.le Cavalieri di Malta 94, Putignano
Acquista con Carta culture e Carta docente
Quarto spettacolo fuori abbonamento (Sfìdati di me)
Biglietto adulti: platea 18€ – galleria 16€ – ridotto under 18: platea 14€ – galleria 12€
Acquista online apuliaticket.it/ubuntu
Info: associazioneculturale.ubuntu@gmail.com; 378 002 2300; 080.4059157

Domenica 23 novembre alle 18,30 al teatro Mariella di Monopoli prosegue la stagione teatrale 2025/26 ‘Il senso delle parole’.
Stagione organizzata da Ubuntu non solo teatro aps ets con il sostegno dell’Assessorato alla cultura del Comune di Monopoli e le collaborazioni della Cooperativa Sociale ‘A Modo Loro’, dell’associazione Apad, di Mondadori bookstore di Monopoli e delle Cooperative Quasar e Sofocle.
Media partner Radio Puglia.
In scena Tindaro Granata con Vorrei una voce, spettacolo in forma di monologo costruito attraverso le canzoni di Mina cantate in playback.
Attore, drammaturgo e regista teatrale, vincitore del Premio Ubu e delle Maschere del Teatro Italiano, presenta uno spettacolo da lui scritto, interpretato e ispirato dall’incontro con le detenute-attrici del teatro Piccolo Shakespeare all’interno della Casa Circondariale di Messina nell’ambito del progetto Il Teatro per Sognare di D’aRteventi diretto da Daniela Ursino.
Il fulcro della drammaturgia qui è il sogno: perdere la capacità di sognare significa far morire una parte di sé.
Vorrei una voce è dedicato a coloro i quali hanno perso la capacità di farlo.
Disegno luci Luigi Biondi, costumi Aurora Damanti, regista assistente Alessandro Bandini, produzione LAC Lugano Arte e Cultura in collaborazione con Proxima Res, partner di produzione Gruppo Ospedaliero Moncucco.
Granata dichiara: “Ero un giovane uomo, lavoravo, avevo una casa, una macchina e soprattutto persone che mi amavano, ma avevo smesso di provare gioia per quello che facevo, non credevo più in me stesso e in niente.
Non so come sia successo.
Un giorno mi sono svegliato e non mi sono sentito più felice, né di fare il mio lavoro né di progettare qualsiasi altra cosa.
Quando mi arrivò la telefonata di Daniela Ursino, direttore artistico del teatro Piccolo Shakespeare all’interno della Casa Circondariale di Messina, con la proposta di fare un progetto teatrale con le detenute ‘per farle rivivere, sognare ritrovando una femminilità perduta’, capii, dopo averle incontrate, che erano come me, o forse io ero come loro: non sognavamo più.
Guardandole mi sono sentito recluso, da me stesso, imbruttito da me stesso, impoverito da me stesso. Avevo dissipato, inconsapevolmente, quel bene prezioso che dovrebbe possedere ogni essere umano: la libertà.
Proposi così di fare quello che facevo da ragazzo quando ascoltavo le canzoni di Mina: interpretavo le mie storie fantastiche con la sua voce.
Con le detenute abbiamo messo in scena l’ultimo concerto live di Mina, tenutosi alla Bussola il 23 agosto 1978.
L’idea era quella di entrare nei propri ricordi, in un proprio spazio, dove tutto sarebbe stato possibile, recuperando una femminilità annullata, la libertà di espressione della propria anima e del proprio corpo, in un luogo che, per forza di cose, tende quotidianamente ad annullare tutto questo.
Ognuna di loro aveva a disposizione due canzoni di Mina e, attraverso il canto in playback, doveva trasmettere la forza e la potenza della propria storia per liberarsi da pensieri, angosce, fallimenti di una vita. Mi sono trovato, con loro, a cercare il senso di tutto quello che avevo fatto fino ad allora.
Non voglio e non posso portare in scena le mie ragazze del Piccolo Shakespeare di Messina, perché quello che abbiamo fatto dentro quel luogo di libertà che sta dentro un carcere è giusto che rimanga con loro e per loro.
In Vorrei una voce in scena ci sono solo io, delle ragazze mi porto i loro occhi, i gesti, le loro lacrime e i sorrisi.
Grazie a loro racconto storie di persone che dalla vita vogliono un riscatto importante: vogliono l’amore per la vita, quella spinta forte ed irruente che ti permette di riuscire a sopportare tutto, a fare tutto affinché si possa realizzare un sogno”.
Tindaro Granata
Nato a Tindari, nel 2002 intraprende il suo percorso teatrale con Massimo Ranieri.
Dal 2007 inizia un felice sodalizio con Carmelo Rifici, lavorando per le produzioni più importanti del sistema teatrale italiano e svizzero.
In veste di drammaturgo, regista e attore esordisce nel 2011 con Antropolaroid, spettacolo sulla storia della sua terra in cui interpreta tutti i personaggi del racconto e per il quale riceve diversi premi, tra cui il Premio ANCT Associazione Nazionale dei Critici di Teatro come miglior spettacolo d’innovazione.
Nel 2013 mette in scena Invidiatemi come io ho invidiato voi, storia di un caso di abuso sessuale su minori ispirato a un fatto di cronaca, per il quale riceve il Premio Mariangela Melato come miglior attore emergente.
Nel 2016 debutta con Geppetto e Geppetto, lavoro con cui affronta – all’indomani dell’approvazione della legge Cirinnà – il tema della stepchild adoption che gli vale il Premio Ubu come miglior novità o progetto drammaturgico, il Premio Hystrio Twister 2017 come miglior spettacolo dell’anno e altri riconoscimenti.
Scrive Dedalo e Icaro, in cui affronta il tema dell’autismo, e Farsi Silenzio, pellegrinaggio laico alla ricerca del sacro.
Lo scorso gennaio debutta, con la regia di Andrea Chiodi, nel Malato Immaginario con il ruolo di Argante.
Il prossimo appuntamento della stagione teatrale ‘Il senso delle parole’ si terrà domenica 22 febbraio al Teatro Radar con lo spettacolo Tutto cresce e se ne va – Intorno a Pino Daniele di Sasà Calabrese, Dario De Luca, Daniele Moraca, Roberto Musolino e con Francesco Montebello.
Biglietti adulti: online 13€ – biglietteria 14€
ridotto under 18: online 8€ – biglietteria 10€
Biglietti acquista qui: Monopoli: ℅ Mondadori Bookstore via Roma 129/131, Monopoli
Putignano: ℅ La biottega v.le Cavalieri di Malta 94, Putignano
Acquista con Carta culture e Carta docente
Quarto spettacolo fuori abbonamento (Sfìdati di me)
Biglietto adulti: platea 18€ – galleria 16€ – ridotto under 18: platea 14€ – galleria 12€
Acquista online apuliaticket.it/ubuntu
Info: associazioneculturale.ubuntu@gmail.com; 378 002 2300; 080.4059157
Domenica 23 novembre alle 18,30 al teatro Mariella di Monopoli prosegue la stagione teatrale 2025/26 ‘Il senso delle parole’.
Stagione organizzata da Ubuntu non solo teatro aps ets con il sostegno dell’Assessorato alla cultura del Comune di Monopoli e le collaborazioni della Cooperativa Sociale ‘A Modo Loro’, dell’associazione Apad, di Mondadori bookstore di Monopoli e delle Cooperative Quasar e Sofocle.
Media partner Radio Puglia.
In scena Tindaro Granata con Vorrei una voce, spettacolo in forma di monologo costruito attraverso le canzoni di Mina cantate in playback.
Attore, drammaturgo e regista teatrale, vincitore del Premio Ubu e delle Maschere del Teatro Italiano, presenta uno spettacolo da lui scritto, interpretato e ispirato dall’incontro con le detenute-attrici del teatro Piccolo Shakespeare all’interno della Casa Circondariale di Messina nell’ambito del progetto Il Teatro per Sognare di D’aRteventi diretto da Daniela Ursino.
Il fulcro della drammaturgia qui è il sogno: perdere la capacità di sognare significa far morire una parte di sé.
Vorrei una voce è dedicato a coloro i quali hanno perso la capacità di farlo.
Disegno luci Luigi Biondi, costumi Aurora Damanti, regista assistente Alessandro Bandini, produzione LAC Lugano Arte e Cultura in collaborazione con Proxima Res, partner di produzione Gruppo Ospedaliero Moncucco.
Granata dichiara: “Ero un giovane uomo, lavoravo, avevo una casa, una macchina e soprattutto persone che mi amavano, ma avevo smesso di provare gioia per quello che facevo, non credevo più in me stesso e in niente.
Non so come sia successo.
Un giorno mi sono svegliato e non mi sono sentito più felice, né di fare il mio lavoro né di progettare qualsiasi altra cosa.
Quando mi arrivò la telefonata di Daniela Ursino, direttore artistico del teatro Piccolo Shakespeare all’interno della Casa Circondariale di Messina, con la proposta di fare un progetto teatrale con le detenute ‘per farle rivivere, sognare ritrovando una femminilità perduta’, capii, dopo averle incontrate, che erano come me, o forse io ero come loro: non sognavamo più.
Guardandole mi sono sentito recluso, da me stesso, imbruttito da me stesso, impoverito da me stesso. Avevo dissipato, inconsapevolmente, quel bene prezioso che dovrebbe possedere ogni essere umano: la libertà.
Proposi così di fare quello che facevo da ragazzo quando ascoltavo le canzoni di Mina: interpretavo le mie storie fantastiche con la sua voce.
Con le detenute abbiamo messo in scena l’ultimo concerto live di Mina, tenutosi alla Bussola il 23 agosto 1978.
L’idea era quella di entrare nei propri ricordi, in un proprio spazio, dove tutto sarebbe stato possibile, recuperando una femminilità annullata, la libertà di espressione della propria anima e del proprio corpo, in un luogo che, per forza di cose, tende quotidianamente ad annullare tutto questo.
Ognuna di loro aveva a disposizione due canzoni di Mina e, attraverso il canto in playback, doveva trasmettere la forza e la potenza della propria storia per liberarsi da pensieri, angosce, fallimenti di una vita. Mi sono trovato, con loro, a cercare il senso di tutto quello che avevo fatto fino ad allora.
Non voglio e non posso portare in scena le mie ragazze del Piccolo Shakespeare di Messina, perché quello che abbiamo fatto dentro quel luogo di libertà che sta dentro un carcere è giusto che rimanga con loro e per loro.
In Vorrei una voce in scena ci sono solo io, delle ragazze mi porto i loro occhi, i gesti, le loro lacrime e i sorrisi.
Grazie a loro racconto storie di persone che dalla vita vogliono un riscatto importante: vogliono l’amore per la vita, quella spinta forte ed irruente che ti permette di riuscire a sopportare tutto, a fare tutto affinché si possa realizzare un sogno”.
Tindaro Granata
Nato a Tindari, nel 2002 intraprende il suo percorso teatrale con Massimo Ranieri.
Dal 2007 inizia un felice sodalizio con Carmelo Rifici, lavorando per le produzioni più importanti del sistema teatrale italiano e svizzero.
In veste di drammaturgo, regista e attore esordisce nel 2011 con Antropolaroid, spettacolo sulla storia della sua terra in cui interpreta tutti i personaggi del racconto e per il quale riceve diversi premi, tra cui il Premio ANCT Associazione Nazionale dei Critici di Teatro come miglior spettacolo d’innovazione.
Nel 2013 mette in scena Invidiatemi come io ho invidiato voi, storia di un caso di abuso sessuale su minori ispirato a un fatto di cronaca, per il quale riceve il Premio Mariangela Melato come miglior attore emergente.
Nel 2016 debutta con Geppetto e Geppetto, lavoro con cui affronta – all’indomani dell’approvazione della legge Cirinnà – il tema della stepchild adoption che gli vale il Premio Ubu come miglior novità o progetto drammaturgico, il Premio Hystrio Twister 2017 come miglior spettacolo dell’anno e altri riconoscimenti.
Scrive Dedalo e Icaro, in cui affronta il tema dell’autismo, e Farsi Silenzio, pellegrinaggio laico alla ricerca del sacro.
Lo scorso gennaio debutta, con la regia di Andrea Chiodi, nel Malato Immaginario con il ruolo di Argante.
Il prossimo appuntamento della stagione teatrale ‘Il senso delle parole’ si terrà domenica 22 febbraio al Teatro Radar con lo spettacolo Tutto cresce e se ne va – Intorno a Pino Daniele di Sasà Calabrese, Dario De Luca, Daniele Moraca, Roberto Musolino e con Francesco Montebello.
Biglietti adulti: online 13€ – biglietteria 14€
ridotto under 18: online 8€ – biglietteria 10€
Biglietti acquista qui: Monopoli: ℅ Mondadori Bookstore via Roma 129/131, Monopoli
Putignano: ℅ La biottega v.le Cavalieri di Malta 94, Putignano
Acquista con Carta culture e Carta docente
Quarto spettacolo fuori abbonamento (Sfìdati di me)
Biglietto adulti: platea 18€ – galleria 16€ – ridotto under 18: platea 14€ – galleria 12€
Acquista online apuliaticket.it/ubuntu
Info: associazioneculturale.ubuntu@gmail.com; 378 002 2300; 080.4059157
Teatro Mariella (Monopoli) – Stagione teatrale 2025/26 ‘Il senso delle parole’: Secondo appuntamento con “Vorrei una voce” di e con Tindaro Granata e le canzoni di Mina
© Riproduzione riservata