Il Tribunale di Bari ha condannato a pene comprese tra i 21 anni e i dieci mesi di reclusione i dieci presunti componenti di un’organizzazione criminale accusata di gestire il traffico e lo spaccio di droga a Conversano (Bari). A capo dell’organizzazione c’erano – secondo quanto accertato – il boss Nicola Antonio La Selva (condannato a 21 anni) e sua moglie Sandra Pagnini (condannata a 10 anni e 4 mesi), reggente del clan quando il marito era detenuto del quale riportava ai sodali gli ordini dal carcere.
Il figlio della coppia, Gianluca La Selva (condannato a 8 anni e 6 mesi), era incaricato di gestire gli spacciatori e organizzare eventuali ritorsioni e minacce in caso di ordini non rispettati. Gli imputati sono stati ritenuti colpevoli di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, mentre sono stati assolti “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di aver tentato di influenzare competizioni elettorali e di aver minacciato forze dell’ordine e politici.
Stando alle indagini dei Carabinieri, coordinate dal procuratore aggiunto di Bari Roberto Rossi, la famiglia La Selva aveva allestito in città una vera e propria centrale dello spaccio dotata di telefonini dedicati al commercio della droga, ciclomotori per il trasporto, basi logistiche, depositi e un laboratorio per il taglio della cocaina.
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