Sono cinque le persone arrestate nell’ambito dell’operazione che ha coinvolto funzionari e dipendenti del centro oli Eni di Viggiano, in Basilicata. I provvedimenti cautelari sono stati eseguiti nelle province di Potenza, Roma, Chieti, Genova, Grosseto e Caltanissetta. In manette anche un dirigente della Regione Basilicata. Gli arrestati dovranno rispondere di attività organizzate per il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti.
Fra gli indagati c’è anche Gianluca Gemelli, compagno della ministro allo Sviluppo economico Federica Guidi. L’imprenditore è accusato di traffico di influenze: avrebbe sfruttato il rapporto con la ministra per farsi promettere ed ottenere dei “vantaggi patrimoniali” da Giuseppe Cobianchi, dirigente Total.
Tra gli atti dell’inchiesta è presente una intercettazione nella quale la ministra Guidi dice al suo compagno che a breve “passerà quell’emendamento” riferendosi ad una modifica dello Sblocca Italia riguardante lo stoccaggio degli idrocarburi. L’argomento trattato è stato giudicato dagli inquirenti “di estremo interesse” per la Total. Durante la telefonata viene citata anche la ministra per le riforme costituzionali Maria Elena Boschi.
Un secondo filone dell’indagine ha portato al sequestro di una parte dell’impianto Eni di Viggiano.
La ministra rassegna le dimissioni
“Caro Matteo, sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato. Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunità politica, rassegnare le mie dimissioni da incarico di ministro. Sono stati due anni di splendido lavoro insieme. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese”. E’ quanto scrive la Guidi nella lettera inviata al presidente del Consiglio Matteo Renzi con la quale si dimette dal governo
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