“Ho appreso, dalla lettura di alcuni articoli pubblicati negli scorsi giorni, di un progetto presentato dall’Università ‘La Sapienza’ di Roma che prevede la rimozione del teschio dello scheletro dell’Uomo di Altamura, unico esemplare in Europa di scheletro perfettamente conservato di un individuo contemporaneo all’Homo Neanderthalensis, la cui età è stimata tra i 40.000 e i 50.000 anni. Tale progetto contempla, dopo l’asportazione, il trasferimento del reperto in un museo cittadino e avrebbe trovato il parere favorevole della Soprintendenza ai Beni Archeologici.
Lo scheletro, custodito all’interno di una grotta inaccessibile al pubblico, è uno dei beni culturali di maggior valore del sito di Lamalunga, rientrante nel perimetro del Parco Nazionale dell’Alta Murgia ed è parte di un percorso che unisce beni naturalistici e culturali di importanza mondiale con il Pulo di Altamura e Cava Pontrelli, tutti interni all’area naturale protetta.
Il sito di Lamalunga è al centro di numerosi progetti di valorizzazione messi in atto dall’Ente Parco come il S.A.C. ‘Alta Murgia’, è il fulcro di importanti attività di educazione ambientale che si svolgono nel Centro Visite di Lamalunga coinvolgendo annualmente migliaia di studenti e rappresenta una delle mete principali degli itinerari ecoturistici per i quali l’Ente Parco è stato recentemente premiato in sede europea con la Carta Europea per il Turismo Sostenibile.
Infine, ma non ultimo, il Sito di Lamalunga, come tutti i siti di interesse culturale presenti nel perimetro del Parco, è tutelato e regolamentato dal Piano per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, recentemente adottato dalla Regione Puglia. Tale Piano indica tra le priorità dell’Ente la “realizzazione di allestimenti, anche multimediali, all’interno della masseria Lamalunga, al fine di ricostruire la storia e l’ambientazione dell’Uomo di Altamura, e messa in rete con i beni paleontologici e archeologici presenti nel territorio dell’Alta Murgia”.
Alla luce di tali premesse, e soprattutto del ruolo decisivo dell’Ente Parco nella filiera autorizzativa delle attività all’interno del proprio perimetro, ritengo opportuno un coinvolgimento immediato del Parco per prevenire eventuali gravi mancanze e tutelare, innanzitutto, questo straordinario bene di cui siamo depositari.
Non vi sono, ovviamente, preclusioni nei confronti della ricerca scientifica e della divulgazione di beni culturali. Riteniamo però potenzialmente rischioso ed inopportuno un progetto che decontestualizza un bene archeologico rispetto al suo sito naturale. L’ uomo di Altamura è custodito nelle viscere della terra e circondato da un habitat apparentemente immutato da millenni. Lo scheletro di ‘Ciccillo’ è da considerarsi, a tutti gli effetti, un patrimonio della collettività: l’intervento di rimozione di una sua parte si presenta estremamente delicato e i danni, in caso di errore, sarebbero incommensurabili. Tale azione, inoltre, svilisce di fatto l’idea di delocalizzazione turistica che sta portando un numero crescente di visitatori alla scoperta del territorio fuori dai nostri centri abitati. Esistono vie meno onerose e più in linea con la promozione turistica in atto per porre a valore ulteriore questo bene. Abbiamo già ricevuto progetti di valorizzazione che, con costi estremamente ridotti, potrebbero rendere fruibile al pubblico l’Uomo di Altamura, il sito in cui è collocato, la storia degli insediamenti umani nell’Alta Murgia, senza avere alcun impatto sui beni interessati.
‘Ciccillo’ ha resistito dentro la sua grotta per millenni: non vorremmo che per un’avventata iniziativa dei nostri contemporanei venisse cancellata la sua storia e, con essa, un pezzo straordinariamente suggestivo della storia della comunità murgiana”.
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