La Regione Puglia da qualche anno sta puntando sulla formazione professionale di alto livello e lo fa investendo negli ITS, scuole ad alta specializzazione tecnologica, completamente gratuite e nate per rispondere alla domanda delle imprese di nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche, che forma figure professionali altamente specializzate, con competenze spendibili, certificabili e e riconoscibili nel sistema di qualificazione nazionale ed europeo. Una vera e propria opportunità di inserimento lavorativo per tanti giovani che decidono di non iniziare la carriera universitaria dopo il diploma di scuola secondaria ma di intraprendere un percorso alternativo e molto più operativo.
Ne parliamo con Giuseppina Antonaci, presidente dell’ITS per l’industria dell’ospitalità e del turismo allargato.
D: In cosa consiste l’offerta formativa dell’ITS Turismo?
R: La Fondazione ITS Turismo è nata nel settembre 2015 a Lecce e dal 2016 sono partiti i primi corsi. Il network che ha dato vita alla Fondazione era costituito da 26 soggetti (ora se ne sono aggiunti degli altri) afferenti al mondo delle imprese, a tre Università (di Bari, del Salento e di Foggia), ad alcuni Istituti scolastici, ad enti di formazione professionale, enti locali, parti sociali e associazioni di categoria. Quella proposta dall’ITS è una formazione altamente specializzata perché i percorsi che proponiamo nascono in una programmazione triennale sulla base delle indicazioni che riceviamo da chi si occupa di servizi e imprese turistiche del territorio e che possono dirci esattamente quali competenze e professionalità sono richieste dal mondo del lavoro. E su quelle ci specializziamo. Ad oggi i percorsi formativi attivati in tutto il territorio regionale sono:
· management integrato di strutture e servizi dell’offerta turistico ricettiva (Lecce)
· management delle aziende ristorative e per il marketing delle produzioni tipiche e della cultura del gusto (Vieste e Lecce)
· management della comunicazione 4.0 (Bari)
· management della filiera dell’economia del mare con riferimento a quella turistico-nautica (Taranto)
· management nella filiera delle destinazioni del turismo lento e sostenibile (Lecce)
I percorsi formativi, 2000 ore in totale di cui 960 di stage, sono strutturati secondo 4 aree trasversali e che costituiscono materia di insegnamento: l’ambito linguistico-comunicativo-relazionale, l’ambito scientifico e tecnologico, l’ambito giuridico-economico e l’ambito organizzativo-gestionale.
D: Perché un diciottenne dovrebbe scegliere di frequentare l’ITS invece che iscriversi all’Università?
R: Il sistema degli ITS riempie un vuoto nel panorama formativo nazionale che finalmente è stato colmato. Al pari di tanti Paesi europei nei quali dopo il ciclo di studi secondari i giovani possono scegliere per un percorso più pratico, finalmente anche qui c’è questa possibilità. Chi sceglie di iscriversi all’ITS sente la necessità di intraprendere un percorso formativo che sia altamente specializzato e qualificante, che permetta fin da subito di formarsi in maniera pratica e operativa, direttamente sul campo. Le nostre lezioni non si svolgono solo e sempre nelle stesse aule ma spesso hanno luogo in azienda dove i corsisti fanno un’esperienza pratica e i nostri libri sono essenzialmente di approfondimento di quanto appreso direttamente sul campo. Il corso dura due anni, per un massimo di 25 allievi, e alla fine si deve realizzare un project work. A fine corso viene rilasciato il diploma di tecnico specializzato, equivalente al V livello della Scuola europea. Tra Università e ITS c’è poi uno scambio reciproco: spesso alcuni studenti che abbandonano l’Università si iscrivono all’ITS per avere una formazione più pratica e facilmente spendibile, e altrettanto spesso chi termina il percorso all’ITS poi si iscrive all’Università vedendosi riconosciuti dei crediti. In una sinergia e integrazione continua.
D: Come si accede all’ITS?
R: Tramite una selezione. All’inizio del biennio c’è una prova che consiste nella risoluzione di un caso aziendale per testare la capacità di problem solving. Segue poi un colloquio motivazionale e infine una prova di inglese per certificare il livello dello studente. Per noi le lingue straniere sono fondamentali e trasversali, come l’utilizzo delle nuove tecnologie, a tutti i percorsi formativi. Attualmente abbiamo introdotto tra le materie di insegnamento anche la lingua tedesca e stiamo valutando l’introduzione del cinese. L’importanza delle lingue è dimostrato anche dal fatto che alcune parti del percorso formativo sono tenute in inglese, che diamo agli studenti la possibilità di partecipare all’Erasmus plus e quindi di studiare per un periodo all’estero, e anche di seguire dei tirocini all’estero. L’anno scorso alcuni nostri corsisti hanno lavorato per due mesi presso la catena internazionale di NH Hotel. In molti casi queste esperienze rappresentano realmente un valore aggiunto.
D: Quali sono i punti di forza di un ITS?
R: Innanzitutto come sono strutturati. A seconda del territorio regionale in cui avviamo un percorso, ci relazioniamo e avviamo partenariati con gli enti, le istituzioni, le aziende di quel territorio. Ma soprattutto adattiamo i nostri corsi alle esigenze specifiche di quel territorio e alle professionalità richieste. Il coinvolgimento poi di aziende nelle quali da subito i nostri corsisti hanno la possibilità di fare periodi di stage, fanno la differenza. Penso ad es. al corso di management della filiera dell’economia del mare con riferimento a quella turistico-nautica che stiamo avviando a Taranto in collaborazione con Costa Crociere. Siamo certi che questo è garanzia di sbocco occupazionale per un numero elevato di partecipanti. Oppure penso al network creato per il corso in management delle strutture ricettive con alcune delle strutture più belle della nostra regione, Borgo Egnazia, San Domenico, Torre Coccaro. I nostri ragazzi hanno avuto l’occasione unica di fare esperienza diretta in queste strutture e in pochi giorni hanno imparato tantissimo. Un dato su tutti vorrei dare: a livello nazionale il placement garantito dall’ITS è pari all’80%. Capita molto spesso che nelle 460 ore di stage previste dal corso, si inizi a lavorare in un’azienda che poi garantisce l’assunzione a fine percorso biennale. Inoltre siamo costantemente sottoposti a controlli da parte della Regione e del Miur che devono giustamente verificare la validità dei corsi proposti e questo è sempre di stimolo per migliorare e per attivare percorsi formativi sempre più attinenti col territorio e capaci di rispondere sempre meglio alle esigenze di mercato. E ancora, la possibilità di entrare in network con altri ITS omologhi di altre città. Ad es. siamo in connessione con l’ITS di Jesolo, riconosciuto come il primo a livello nazionale nel turismo, con il quale effettuiamo scambi di docenti, esperienze, professionalità. Inoltre, è vero che i corsisti sono 25 per corso, ma è anche vero che non si registra nessun caso di abbandono prima della fine, e che in alcuni casi ci sono laureati con lauree magistrali che decidono di frequentare l’ITS. E questo qualcosa vorrà pur dire. Ultima annotazione. Nel corso dei due anni prevediamo anche delle misure di accompagnamento al mondo del lavoro. In tutti i percorsi infatti lavoriamo nella direzione dell’auto imprenditorialità. I nostri corsisti devono non solo avere delle idee belle e innovative ma sapere anche come realizzarle. Come fare impresa.
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