Ho chiesto ad ArcelorMittal dei miglioramenti sul piano ambientale e occupazionale e per me non sono ancora soddisfacenti” ha il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, al termine del tavolo odierno sull’Ilva. Al tavolo i rappresentanti di 62 sigle, tra cui Arcelor Mittal, enti locali e associazioni ambientali e di cittadini.
ArcelorMittal si impegna a raggiungere, entro il 2023, “una riduzione delle emissioni di CO2 per tonnellata di acciaio liquido pari al 15% rispetto ai dati del 2017”. E’ quanto si legge nell’addendum proposto da ArcelorMittal e presentato al tavolo. Il piano prevede anche l’impegno, anche per il periodo successivo alla durata del Piano industriale, a mantenere la produzione dell’acciaieria a ciclo integrato ad un livello non eccedente gli 8 milioni di tonnellate di acciaio liquido annue.
“Le proposte di ArcelorMittal sono un piccolo passo avanti assolutamente insufficiente a garantire la salute dei miei concittadini”. Lo afferma in una nota il governatore pugliese, Michele Emiliano, dopo aver partecipato al tavolo istituzionale sull’Ilva che si è tenuto al Mise.
“Attendiamo – precisa Emiliano – un nuova reale proposta ArcelorMittal o altrimenti non daremo il nostro assenso al piano ambientale”. “Vogliono ricostruire i due altiforni attualmente fermi per superamento della vita industriale utile – evidenzia Emiliano – alimentandoli ancora a carbone, e vogliono arrivare a otto milioni di tonnellate di produzione totalmente a carbone, mantenendo intatto il nesso fabbrica-carbone che uccide le persone e distrugge l’ambiente”. “Non vogliono fare a meno del carbone – rileva il governatore – perché probabilmente guadagnano dal carbone e non dall’acciaio”. Emiliano, però, ribadisce che “questa fabbrica deve essere totalmente decarbonizzata”, altrimenti “non c’è altra alternativa che chiudere”
© Riproduzione riservata