La desolante situazione nella quale versa via Sparano non può essere difesa da nessun barese che ami la sua città: un’immagine di desolazione ed abbandono che offende la memoria di chi, oltre 200 anni fa, ha disegnato il borgo della Bari nuova.
Sono trascorsi dieci anni da quando l’amministrazione comunale dell’epoca indisse un concorso di progettazione per riqualificare via Sparano; il progetto per il quale si annuncia finalmente l’avvio dei lavori è innovativo, fresco , essenziale, ma soprattutto recupera un tratto distintivo del murattiano: le arterie stradali iniziano e terminano con una ‘quinta’. Nel caso in questione la facciata della stazione Fs in Piazza Moro da una parte e l’affaccio sulla piazzetta della città vecchia dall’altra. E’ il modo più semplice per recuperare l’ordinato disegno geometrico del borgo fondato da Gioacchino Murat oltre duecento anni fa e rinsaldare la memoria in una città che di memoria soffre.
Vi è poi, per ultimo ma non ultimo, un aspetto più squisitamente moderno che attiene alla valorizzazione delle attività commerciali che, adeguatamente valorizzate, rappresentano una spinta poderosa allo sviluppo economico della città.
La campagna di ascolto delle proposte avanzate in questi anni da associazioni e cittadini ha conseguito importanti migliorie rispetto al progetto originario: è positivo che l’amministrazione comunale abbia raccolto i ripetuti appelli del comitato di Piazza Umberto di recuperare l’antico basolato nel tratto che la attraversa, con la riqualificazione della sede ex-Goccia del latte quella piazza tornerà a vivere; e poi le fioriere nelle aree di incrocio con relative sedute; le torrette a scomparsa per garantire l’alimentazione elettrica durante le manifestazioni; gli impianti WI-FI; gli impianti di diffusione sonora; una maggiore sicurezza per i cittadini con impianti di video sorveglianza e più elevati livelli di illuminazione. Si è forse riusciti nell’impresa complessa di coniugare innovazione e memoria perché, è bene ricordarlo, la città non è di chi la progetta, ma di chi la vive.
Ma non ci basta: vogliamo che quello di via Sparano sia un cantiere ‘partecipato’ perché residenti e commercianti possano vigilare sul rispetto dei tempi e soprattutto sulla scansione dei lavori procedendo per isolati.
Una proposta: a lavori conclusi si recuperino i ‘telamoni’, gli uomini di cemento dell’ex-palazzo della Gazzetta oggi depositati nell’androne del palazzo comunale per collocarli lungo la nuova via Sparano; un modo semplice ma significativo di sanare la ferita della distruzione dello storico palazzo di Saverio Dioguardi.
Gli esponenti cittadini che hanno sottoscritto il documento:
Franco Neglia, presidente Associazione Murattiano
Sandro Ambrosi, presidente Confcommercio Bari
Sergio Bisciglia, sociologo urbano Politecnico di Bari
Patrizia Calefato, docente Università di Bari
Benny Campobasso, Confesercenti Bari
Marilena Di Tursi, critico d’arte
Saverio Fiore, Auditorium Vallisa
Elisa Forte, direttore cittàdeibimbi
Beppe Fragasso, presidente ANCE
Mirella Giannini, sociologa Università di Napoli
Simonetta Lorusso, presidente Circolo della Vela
Roberta Magarelli, presidente edizioni Florestano
Nicola Martinelli, docente Politecnico di Bari
Teodoro Miano, direttore dipartimento Università di Bari
Carla Palladino, vice presidente Associazione Italiana Design
Marcello Pisciotta, commerciante
Francesca Rossini, direttore Agis Puglia
Giovanni Sasso, Proforma Bari
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