“E’ colpa di Berlusconi che vuole punire me e vuole regalare la Puglia a Renzi”.
Il legame politico tra Raffaele Fitto e l’ex presidente del Consiglio, già compromesso, a questo punto finirebbe definitivamente qui. In un hotel di Bari dove Berlusconi non è mai arrivato ma dove la sua presenza era ingombrante.
Almeno al telefono di Luigi Vitali, il numero uno di Forza Italia in Puglia, al quale da ieri sono arrivati messaggi perentori dell’ex Cavaliere: niente passi indietro sulla Poli Bortone, niente regali a Fitto”.
Eppure i margini per una manovra c’erano. Li aveva cercati Fitto. Li avevano cercati anche Vitali e tutti coloro i quali si sono seduti al tavolo delle trattative convocato in extremis proprio da Fitto per scongiurare la spaccatura del centrodestra alle prossime regionali.
Ma quando da Arcore sono arrivati i no di Berlusconi allora tutti hanno capito che quell’accordo tanto sperato, almeno in sede locale, non era più possibile.
Sono finiti nel cestino così i tentativi di riappacificazione; i tentativi di riorganizzare le cose; di far scendere a miti consigli i più agitati nella coalizione.
Nino Marmo (Forza Italia) stamattina aveva rilanciato anche l’ipotesi di Poli Bortone presidente e Schittulli sua vice, ma nulla.
Il centrodestra è saltato definitivamente in aria. Ora è il momento delle accuse reciproche. Fitto è su tutte le furie, e si spinge addirittura a dire che quel centrodestra pensato in Italia anni fa è defunto per colpa di Silvio Berlusconi.
Parole che preludono ad un’uscita di Fitto dal partito. Per mano sua o per mano di Berlusconi? A questo punto poco conta.
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