Avevano fatto esplodere un bancomat di Grumo Appula, mediante la deflagrazione di tre ordigni di fattura artigianale, le famigerate “marmotte”, ma senza riuscire ad asportare denaro. L’eccessiva carica esplosiva, infatti, aveva provocato la bruciatura del denaro contante. Così, a bordo di un’auto BMW, rubata qualche settimana prima nel foggiano, se ne erano scappati per sottrarsi dalla presa dei Carabinieri della locale Stazione, che nel frattempo erano giunti sul posto.
Sono stati i militari della Stazione di Minervino Murge e del Nucleo Operativo della Compagnia di Andria ad avere l’intuizione giusta. Gli agenti hanno intercettato l’auto a bordo con i fuggitivi, proprio mentre sfrecciava in una delle vie di campagna di località “Campanelli” di Minervino Murge. I tre rapinatori stavano salendo su un’auto “pulita”, quando sono stati bloccati dai militari. In manette sono finiti due andriesi di 26 e 37 anni, ed un minervinese 63enne, peraltro proprietario della masseria dove la BMW era stata nascosta, tutti pregiudicati.
Le indagini hanno accertato il diretto coinvolgimento dei malviventi nell’assalto al bancomat, grazie anche all’estrapolazione delle immagini di videosorveglianza. La successiva perquisizione della vasta area rurale ha permesso di ritrovare due bombole contenenti acetilene, venti cartucce cal. 12 martignoni, trepeca e fiocchi; una lastra in acciaio, applicata nel cofano posteriore della suddetta BMW, unitamente alla stessa recante targhe rubate e telaio contraffatto e attrezzi vari da scasso.
I tre, portati nella Caserma di viale Gramsci ad Andria, sono quindi stati arrestati con l’accusa di tentato furto aggravato, ricettazione e riciclaggio e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, sono stati associati al Carcere di Trani.
© Riproduzione riservata