“Non esiste democrazia, senza la giustizia. Senza giustizia, neppure la libertà è garantita. A Taranto ormai da decenni di questo equilibrio si sono perdute le tracce, in spregio alla Costituzione stessa, calpestata, ferita e vilipesa da chi era chiamato a difenderla. Ora, tocca anche a lei difenderla, rispettarla e farla rispettare”. Comincia così la lettera inviata dal comitato Genitori Tarantini alla ministra della Salute, Giulia Grillo, in cui si affrontano i temi delle emissioni dell’Ilva e dell’emergenza ambientale e sanitaria, chiedendo un incontro alla rappresentante del governo.
“Un’insana gara – prosegue la nota – ha visto i governi degli ultimi anni affannarsi per inventarsi decreti legge su decreti legge pur di ottenere un unico obiettivo: tenere viva una produzione considerata “strategica” in una fabbrica ormai morta; dare ossigeno ad un cadavere, togliendolo ai vivi, fino ad annullare le libertà fondamentali e i diritti inalienabili dei cittadini per favorire un’attività ad altissimo ed insopportabile tasso di inquinamento letale. A tale scopo, la prevista immunità penale per i commissari governativi, estesa anche al prossimo acquirente privato, suona come la campana a morto per la Costituzione italiana.
Come in una vittoria di Pirro, la produzione “strategica” di acciaio procura danni all’ambiente e alle persone, con costi talmente alti da considerarli un deficit incolmabile sia a livello di giustizia, democrazia e libertà, sia per quanto riguarda quel P.I.L. tanto decantato quanto falso, prodotto da fonti altamente inquinanti.
Quanto costa un chilo di acciaio prodotto a Taranto, al netto delle spese vive? Quanto costa in vite umane? Quanto in malattie e spese sanitarie?”.
“Taranto è terra di bellezza sublime – proseguono i Genitori Tarantini – il Mar Piccolo, culla delle cozze più buone al mondo, è circondato dall’abbraccio di 28 chilometri di costa, attualmente impossibili da far fruttare per la presenza dell’Arsenale militare e dell’Ilva; l’immenso porto, vero biglietto da visita di una città di mare, è stato regalato quasi per intero all’industria; l’aeroporto di Grottaglie, con la pista più lunga dell’intero Mezzogiorno d’Italia, sembra un giocattolo per il sollazzo di militari e uomini delle Istituzioni. Un pezzo alla volta, Taranto viene svuotata, ferita, usata come una prostituta che neppure viene pagata. Uno alla volta, i nostri giovani vengono costretti a partire per altri lidi, lasciando qui una popolazione sempre più vecchia e malata”.
“I nostri referenti – conclude la nota – non sono i tecnici dell’acciaieria, ma i medici e i pediatri. E proprio accompagnati da una delegazione di medici vorremmo incontrarla con urgenza, sollecitandole una risposta in tempi brevi”.
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