21 Marzo 2025 - Ore
Sviluppo

Continua la recessione in Puglia per il comparto manifatturiero. Turismo ed esportazioni il futuro della Regione

L’analisi è stata svolta dall’Area Research & IR di Banca MPS

Nel 2013 e nei primi mesi del 2014, in Puglia, è proseguita la fase recessiva iniziata nel 2012 e, secondo stime di Banca d’Italia, il Valore Aggiunto è diminuito del 2,4% anno/anno, un calo in linea con quello del Mezzogiorno ma superiore alla media nazionale. E’ quanto emerge dalla lettura dei dati economici effettuata dall’Area Research & IR di Banca MPS, che ha analizzato le peculiarità del territorio e la dimensione economica della Regione Puglia.
Il comparto industriale è rimasto nel complesso debole, risentendo dello scarso sostegno fornito dalla domanda interna ed estera e il fatturato flette dell’ 1% a/a, comunque meno intensamente che nel 2012 e fortemente differenziato tra imprese e settori. I comparti del “made in Italy” alimentare, tessile e abbigliamento e mobile hanno ristagnato; il settore meccanico ha mostrato una dinamica positiva, mentre è proseguito il calo del comparto siderurgico e di quello della gomma e plastica. In ulteriore contrazione gli investimenti anche se, per il 2014, le imprese pugliesi si attendono un miglioramento del quadro congiunturale.
Nel 2013 le esportazioni sono state inferiori a quelle del 2012 sebbene, già a partire dal primo trimestre 2014, l’export regionale sia tornato ad una dinamica positiva. Il comparto dell’edilizia è in forte crisi e le compravendite di abitazioni si sono ridotte ulteriormente nel 2013, seppure in misura inferiore all’anno precedente e inferiore al dato italiano, provocando un’ulteriore flessione dei prezzi immobiliari. L’analisi svolta dall’Area Research & IR di Banca MPS sottolinea anche come il comparto del turismo e delle esportazioni saranno nei prossimi anni sempre più strategici per lo sviluppo della regione del Sud d’Italia, visto le potenzialità che il territorio offre sia dal punto di vista ambientale, culturale e anche riguardo l’innovazione. Da non trascurare anche il futuro dei distretti pugliesi, in particolare quello dell’aerospazio che si compone di 80 aziende che impiegano più di 5.500 addetti e registra un fatturato di circa 1 mld di euro (+36,9% a/a rispetto al 2011) e nel primo trimestre del 2014 le imprese hanno totalizzato un fatturato export di 84 mln di euro, con un trend in ascesa sia per la Puglia che per l’Italia. Nel settore turistico, nel corso del primo semestre del 2014, sono cresciute le presenze degli stranieri (+7% a/a) mentre la dinamica dei turisti italiani è rimasta negativa (-0,8% a/a). In particolare si registrano incrementi a doppia cifra da Austria (+30% a/a), Irlanda (+60% a/a), Stati Uniti (+15% a/a), Francia (+14% a/a), Paesi Bassi (+11% a/a), Canada (+10% a/a). Cresce l’incoming anche da mercati ormai maturi per la Puglia quali Germania (+7% a/a), Svizzera (+5% a/a) e Regno Unito (+4% a/a) mentre subisce una lieve flessione il turismo da Russia e Giappone. Segnali positivi arrivano anche dal turismo d’affari (+ 10% in gennaio). Da gennaio a giugno 2014 si registrano oltre 1,176 mila arrivi (+1% a/a rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). L’internazionalizzazione del turismo in Puglia è un dato di fatto visto che gli stranieri hanno raggiunto il 23% degli arrivi complessivi.
Nell’ultimo decennio il sistema produttivo regionale ha mostrato un’espansione degli addetti nel settore terziario e una riduzione del peso della manifattura, specie in alcuni settori tipici del “made in Italy” come abbigliamento e mobile. Il mercato del lavoro ha risentito significativamente della debolezza del ciclo economico, il tasso di disoccupazione è salito al 19,8% e la situazione per i giovani è ancora più grave.
Nel 2013 il credito a famiglie e imprese è diminuito a seguito della debolezza della domanda e del perdurare di tensioni sul fronte dell’offerta. Per effetto dell’arretramento del mercato immobiliare, le erogazioni di nuovi mutui abitativi si sono ulteriormente ridotte. Il costo del credito a breve termine è rimasto sostanzialmente stabile, mentre quello dei prestiti a media e a lunga scadenza si è ridotto in modo marcato. La qualità del credito ha continuato a peggiorare, risentendo della sfavorevole fase congiunturale. Il flusso di nuove sofferenze sui prestiti alle imprese è aumentato in tutti i settori produttivi, in misura maggiore nel manifatturiero e nei servizi.

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