15 Ottobre 2024 - Ore
Sviluppo e Lavoro

Bari, il centro ludico al Libertà rischia la chiusura. L’appello delle mamme: ‘Salvate quest’oasi nel deserto’ (VIDEO)

Molte mamme potrebbero essere costrette a lasciare il lavoro: 'Qui siamo tranquille perché l'ambiente è ottimo'

Un’oasi per i più piccoli nel quartiere Libertà di Bari rischia di sparire. Il centro ludico presente all’interno del plesso scolastico “Melo da Bari” accoglie cinquanta bambini di età compresa tra i tre e i trentasei mesi. La struttura è stata realizzata nel 2016 attraverso dei Fondi PAC (Piani di azione e coesione del Ministero dell’Interno in favore dell’infanzia).

L’iscrizione alla struttura è completamente gratuita: i genitori dei piccoli devono soltanto compilare un modulo senza versare alcuna quota di partecipazione. Adesso però il centro ludico potrebbe chiudere i battenti.  I finanziamenti utilizzati per mandare avanti la struttura scarseggiano, così il bando per l’anno scolastico 2017-2018 è a rischio.

“È impensabile che questa struttura chiuda – spiega la madre di una bambina –, questa è una grande famiglia. Grazie a questo centro noi genitori abbiamo ripreso a lavorare, siamo tranquille e serene perché l’ambiente è ottimo”.  Le mamme dei piccoli che frequentano la struttura sono a stretto contatto con le cinque educatrici e organizzano dei corsi con psicologi, nutrizionisti e infermieri aperti al pubblico.

I bambini seguono una programmazione didattica mensile: “Quest’anno ci siamo soffermati sull’avvicendamento delle stagioni – spiega la coordinatrice del centro –, ogni giorno della settimana è scandito da una routine. In questo modo anche i più piccoli si abituano all’idea di essere in una classe. Sono previsti anche dei laboratori di musica e arte. Il nostro obiettivo è quello di rendere i bimbi più autonomi e prepararli all’asilo”.

“Questo è l’unico centro ludico presente  – aggiunge un altro genitore -, in zona non c’è più nulla. Stiamo facendo tutto il possibile per salvare questa struttura che è fondamentale in un quartiere difficile. Pensiamo soprattutto a chi verrà dopo di noi, a quelle famiglie in difficoltà che potrebbero usufruire di questo spazio. Siamo disperate. Prima di prendere qualsiasi tipo di decisione, chiediamo alle istituzioni di entrare nel centro per rendersi conto della grande famiglia che si è formata. Speriamo – conclude – che questa vicenda si concluda nel migliore dei modi”. 

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