Garantire la sicurezza alimentare mediante l’impiego di tecnologie emergenti e l’elaborazione di prodotti funzionali. È questo l’obiettivo del progetto “PERFORM TECH – Puglia Emerging Food Technology”, uno dei 19 progetti finanziati dal bando “Aiuti a sostegno dei Cluster Tecnologici Regionali”.
L’idea progettuale, proposta dall’Università degli Studi di Bari e dal Politecnico di Bari, consente l’introduzione di tecnologie emergenti come ultrasuoni, campi elettrici pulsati e microonde nell’ambito di tre filiere rappresentative del comparto agroalimentare pugliese (olearia, enologica e delle conserve) allo scopo di migliorare la sicurezza alimentare dei consumatori offrendo prodotti “nuovi” in quanto nutrizionalmente più ricchi di molecole ad azione salutistica, ottenuti mediante l’impiego di tecnologie emergenti, in grado di ridurre l’impatto ambientale del processo.
Accanto alla produzione di alimenti ad elevato valore nutrizionale e basso impatto ambientale saranno condotte attività mirate al recupero di sostanze nutraceutiche dai sottoprodotti e di energia dagli scarti.
Ultrasuoni, Campi elettrici pulsati e Microonde sono parte di un insieme di tecnologie “trasversali” o “pervasive”, che stanno assumendo un ruolo sempre più rilevante nella struttura tecnologica e nella crescita della competitività di molti settori industriali ma che non sono ancora sufficientemente implementate nei processi di trasformazione degli alimenti.
Consentono un miglioramento degli standard di conservazione delle proprietà nutrizionali e sensoriali del prodotto per i consumatori, mentre permettono limitati consumi energetici che migliorano l’efficienza produttiva e quindi la competitività delle imprese.
Questo progetto consente di contribuire alla creazione di un sistema innovativo regionale, che trasformi la ricerca ed l’innovazione da esso generate in strumenti di supporto allo sviluppo del territorio.
“L’idea – spiega il prof. Riccardo Amirante, che ha guidato l’unità di ricerca del Poliba – è quella di introdurre delle tecnologie emergenti applicate alla trasformazione dell’olio extravergine d’oliva con l’idea di aumentare la produttività degli impianti e aumentare il valore salutistico che il prodotto che deriva da questi impianti possa acquisire”.
“Tra le chiavi in comune tra lo short master universitario e il progetto Perform Tech – spiega la professoressa Maria Lisa Clodoveo, direttora dello Short Master – c’è la valorizzazione delle proprietà salutistiche dell’olio extravergine d’oliva. Lo scopo dello short master è quello di rendere le aziende pugliesi in grado di utilizzare i claim salutistici come leva di marketing. Nell’ambito del progetto l’impiego degli ultrasuoni nel settore dell’olio extravergine d’oliva hanno lo scopo di estrarre le sostanze di natura polifenolica”.
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