Nata nel 1960, ad opera della ARPA, come una rete virtuale a scopi militari presto se ne coprirono le infinite possibilità di utilizzo. Nel 1970 diventa pubblica e nel 1972 nascono i primi forum di discussione. Nel 1991 Il CERN (Centro Europeo di Ricerca Nucleare) annuncia la nascita del World Wide Web; il Crs4 (Centro di ricerca, sviluppo e studi superiori in Sardegna) crea il primo sito web italiano, secondo in Europa.
Ad oggi sono circa 6 miliardi di persone in tutto il mondo connesse tra loro attraverso internet.
Non voglio concentrarmi sulla storia della rete, su cui ci sarebbe tanto da dire, ma su come oggi viene utilizzata su grande scala.
Oggi infatti viviamo sempre connessi. Non ci separiamo mai dai nostri smartphones. Dobbiamo avere sempre la connessione disponibile.
Ma per cosa?
In una recente intervista a Famiglia Cristiana, Umberto Eco, enunciava le innumerevoli possibilità di ricerca attraverso la rete. Infatti con le informazioni contenute in essa potremmo studiare per almeno 6 vite di seguito e non riuscire a finire. Poiché vi sono presenti una quantità straordinaria di informazioni, studi, ricerche, e quant’altro. Infatti basta inserire in un qualsiasi motore di ricerca una sola frase del testo che vogliamo ricercare per avere tutta la ricerca pronta.
Eppure, nonostante tutto siamo ancora sterili. Mi spiego meglio. Grazie ai social possiamo riscrivere la nostra vita, conoscere nuova gente, intraprendere lavori, crearci una dimensione, pubblicizzare il nostro lato artistico o quello che sappiamo fare meglio possiamo imparare cose nuove o migliorarci. Ma, invece di edificare noi stessi , invece di mostrare la nostra vera anima, poniamo un’ulteriore barriera, con privacy e blocchi vari. Invece di aprirci al mondo esterno, così accessibile, così immenso e vicino, tutto dentro una mano, tutto nel nostro smartphone. Ci chiudiamo a riccio, temiamo l’invasione degli altri nel nostro mondo, alziamo divieti, poniamo limiti, usiamo i social per le chat ma soprattutto per guardare ed imitare, invidiare ed al massimo condividere un post. Ci frustriamo guardando l’esposizione dell’altro mentre noi ci nascondiamo.
La verità è che la vita vera è già protetta. La vita quella fatta dei sorrisi, degli abbracci, giochi, risate, contatto fisico, la voce di mio figlio, i suoi odori, la sensazione che provo quando mio marito mi abbraccia, o ancora, il lavoro, le soddisfazioni, gli amori, i dolori, i ricordi. Quelli rimangono nostri. È difficile pensare che qualcuno ce li possa rubare solo guardando il nostro profilo. È inutile rimanere fermi e consumare la nostra vita nel tempo che usiamo per fotografare ogni istante perdendo di vista le cose più vere. Invece di perdere tempo nel mostrare un’ulteriore maschera a quella che già portiamo di solito sarebbe utile usare i social per staccarci di dosso le etichette che ci sono state attaccate negli anni, mostrare al mondo che siamo bravi in qualcosa, mostrare il lato migliore, senza pregiudizi ma soprattutto senza la paura dell’altro.
Una splendida canzone anni 80 diceva “gli altri siamo noi” . Si perché ogni cosa che temiamo la teme anche l’altro. Quindi se siamo uguali di cosa dobbiamo avere paura? Di quello che guarda i fatti nostri?
Nessun profilo è davvero occultabile! Questo è quello che dovremmo tenere a mente quando scriviamo, o semplicemente esistiamo su un social. Solo quello che non postiamo, non potrà mai essere visto, il resto rimane sul server del proprietario del sito che stiamo usando. Può essere divulgato in qualsiasi momento.
Perciò usiamo internet diligentemente, studiamo, ricerchiamo, condividiamo, prendiamoci in giro. Esistiamo sul web ma responsabilmente. Ci sono giorni in cui mi sorprende la leggerezza con cui si condivide qualcosa, senza approfondirne le fonti, senza capirne i significato. Lo si fa perché gli altri lo fanno. No! Usciamo da social e approfondiamo l’argomento, scopriremo davvero di cosa parla. In questa maniera possiamo davvero farcene una nostra idea e poterne disquisire intelligentemente.
Abbiamo l’intera conoscenza umana tra le mani, scopriamone i segreti, non rimaniamo dietro le persiane ad osservare il vicinato, scopriamo il mondo!
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