Li hanno trovati in un capannone situato in un autoparco situato in un’area fra i comuni di Cerignola e San Ferdinando di Puglia. Si tratta di sessanta lavoratori di nazionalità bulgara e romena che erano intenti alla lavorazione di carciofi destinati alla trasformazione: nessuno di loro era in regola. Si recavano in quel posto da cinque giorni. Caricati su quattro veicoli dai “caporali”, venivano trasportati sul luogo di lavoro dove ricevevano un compenso di 15 euro per 12 ore di lavoro, un compenso paria 1,5 centesimi per ogni carciofo defoliato. Sia l’area che gli autoveicoli sono stati sequestrati dalla Polizia di Stato di Foggia che, con Servizio Centrale Operativo la Direzione Provinciale del Lavoro di Foggia e la Asl competente, hanno eseguito un controllo ed accertato lo sfruttamento dei lavoratori irregolari, arrestando cinque persone con l’accusa di intermediazione illecita. Si tratta di Giuseppe Franco e Pasquale Napolitano, entrambi di Trinitapoli, rispettivamente di 57 e 45 anni. Insieme a loro anche Neno Ivanov Nenov, Trifon Angelov Minchev e Ivan Mitrov Asenov, tutti bulgari, di 32, 48 e 22 anni. Dovranno rispondere di associazione a delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
Quando le autorità hanno fatto ingresso nel capannone, si sono trovate di fronte a operai che tenevano in braccio i loro bambini e a un ambiente malsano, con pessime e gravissime condizioni igienico-sanitarie.
Al termine degli accertamenti, oltre alle cinque persone tratte in arresto per associazione per delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e allo sfruttamento del lavoro, altri due soggetti sono stati denunciati in libertà con le stesse accuse, mentre un’altra persone è accusata di favoreggiamento.
© Riproduzione riservata