15 Ottobre 2024 - Ore
Cronaca

Sicurezza al quartiere Libertà, Decaro: ‘Nei prossimi giorni presidi permanenti, lo Stato c’è’

Il primo cittadino: 'Importante la rete della legalità per supportare i cittadini'

Nuovi controlli disposti dalla Questura sul quartiere Libertà. È quanto annunciato dal sindaco Decaro e da Renato De Scisciolo, componente dell’associazione Antiracket, questa mattina in una conferenza stampa. I provvedimenti sono stati disposti sulla scia delle operazioni che negli ultimi giorni hanno determinato gli arresti legati al fenomeno delle estorsioni nei confronti dei commercianti del quartiere Libertà: “Le ultime operazioni di queste ore sono la dimostrazione che la “squadra Stato” c’è, e funziona. Il mio dovere di sindaco, oggi, è in primo luogo quello di ringraziare le Forze dell’ordine – la polizia, la questura, la magistratura -, i cittadini e i commercianti del quartiere Libertà che hanno reso possibile gli arresti delle ultime ore. Ancora una volta la rete della legalità di questa città ha funzionato e, grazie al lavoro sinergico svolto in questi mesi delle associazioni, in particolare quella antiracket, di concerto con la squadra mobile, le forze dell’ordine e la magistratura, i commercianti del quartiere hanno potuto liberarsi di un fenomeno che, come abbiamo detto più volte, uccide il tessuto economico e produttivo della città”.

“Tutto è cominciato qualche mese fa – ha spiegato il sindaco –  quando mi sono presentato spontaneamente in Questura dall’allora capo della Squadra mobile per denunciare ciò che accadeva in alcuni negozi del quartiere dopo la segnalazione di un commerciante che mi aveva contattato, credo anche sulla scia degli episodi precedenti, in cui, grazie alle denunce dei commercianti, altre operazioni analoghe erano andate a buon fine. In questa situazione, sentito il capo della Squadra mobile, ho contattato l’associazione Antiracket che in questi mesi ha lavorato quotidianamente accanto ai negozianti per convincerli a denunciare. Questa è la dimostrazione che se la rete della legalità diffusa, composta dalle associazioni, dalle parrocchie e dalle realtà cittadine impegnate per la legalità, che abbiamo voluto impegnare in forma permanente nel tavolo della legalità avviato ieri, funziona, i cittadini e gli operatori economici si sentono maggiormente sicuri e protetti, con il risultato che trovano il coraggio di denunciare”.

Il Comune sta intervenendo con alcune iniziative: i finanziamenti per la videosorveglianza alle attività commerciali, il potenziamento dell’illuminazione pubblica, la riqualificazione di alcune aree punto di riferimento del quartiere, il contrasto ad alcuni comportamenti incivili che aumentano il degrado, come la lotta ferrea all’abbandono delle deiezioni canine per strada o all’errato conferimento dei rifiuti.

“Voglio ringraziare tutte le istituzioni oggi in campo sul fronte della legalità – ha commentato Renato De Scisciolo -, fenomeno inusuale in altre città. Vorrei sottolineare che le associazioni possono fare poco se i cittadini non sono supportati dalle istituzioni, come è accaduto a Bari, dove il sindaco ha accompagnato personalmente i commercianti a denunciare. Senza questo sostegno sarebbe stato difficile per noi fare il nostro lavoro. Sul quartiere Libertà abbiamo portato a termine una grossa operazione, seconda in ordine di tempo a quella con i commercianti del mercato di Santa Scolastica, e abbiamo verificato ancora una volta come sia possibile vincere la paura di denunciare se si costruisce intorno alle vittime una rete di supporto, sociale, psicologico ed economico. Ci sono altri quartieri sui quali dobbiamo lavorare ma Bari sta reagendo, sta rispondendo positivamente, si sta ribellando alle estorsioni. Come associazione Antiracket ci costituiremo parte civile anche in questo processo, e lo stesso faranno il Ministero dell’Interno, la FAI (fondazione Antiusura italiana) e, cosa ancora più importante, i commercianti vittime di estorsioni, che con la loro testimonianza daranno più forza al processo. L’esempio di questi commercianti è importantissimo, perché dimostra che la strada giusta è quella di denunciare e fidarsi dello Stato, delle istituzioni territoriali e delle associazioni impegnate, con la possibilità di accedere ai fondi previsti che hanno consentito ad alcuni imprenditori vittime del racket di avviare una nuova attività e tornare a guardare al futuro”.

 

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