I social affollano le nostre vite e con loro i suoni, le immagini, la musica ci fanno compagnia, nel bene e nel male, a volte in maniera desiderata, altre in modo invasivo. Anche la pubblicità ci insegue, per strada, sui cartelloni luminosi, attraverso i canali satellitari, i video sui telefonini; insomma, tutto intorno a noi erutta adescamenti audiovisivi che ci risucchiano in un grande blob spumeggiante di foto, icone, post, melodie. Tutto questo può costituire arricchimento ma anche straniamento, soprattutto da se stessi e portarci sempre più verso l’assuefazione totale del pensiero critico. In un tale marasma, il bombardamento di certi video musicali (quelli di band seguite per lo più dai nostri giovani adolescenti) guida sempre più verso la demenza integrale, se non verso la violenza più coatta. La cosa che più colpisce è che, poiché si porge-almeno apparentemente- maggiore attenzione a ciò che si ascolta, quel che i video mostrano spesso resta a scorrere come pellicola silenziosa sotto la sub corteccia cerebrale, e lì pianta i suoi semi più pericolosi. Potrei citare una serie innumerevole di video che spopolano su youtube, e che raccolgono cifre spropositate di visualizzazioni, ma di recente, uno in particolare ha colpito la mia attenzione, perché se ne era parlato con uno dei miei studenti in classe e perché, come docente d’inglese, mi capita di fare lezione anche usando i testi delle canzoni per la traduzione e la parafrasi. Vi invito dunque a guardare l’ultimo video dei Maroon 5, si chiama ANIMALS, e direi che il titolo è davvero azzeccato: mostra, infatti, la giornata di un macellaio-stalker, per lo più ossessionato da sogni erotici e violenti, che durante il tempo libero si trastulla, diciamo così, collezionando le foto in lingerie della sua vittima o rinchiudendosi nella cella frigorifera della sua macelleria per accarezzare (eccitandosi) quarti di bue sanguinolenti e per simulare le cose che vorrebbe fare con la tipa. Il video si conclude con una scena in cui lo stalker e la sua bellissima preda s’incontrano fisicamente e intimamente sotto una colata di sangue e lui le dice ‘Voglio mangiarti viva’. Ora, pur non ritenendomi una persona particolarmente moralista, sono fortemente convinta che video di questo genere (e ce ne sono un’infinità in rete) sicuramente possano, in maniera più o meno sotterranea, influenzare le giovani menti. Credo che dovremmo fare qualcosa per bloccarli, per impedire che girino, addirittura per evitare che band del genere (e dire che anche a me i Maroon 5 un tempo piacevano tanto) continuino ad avere miliardi di visualizzazioni e ad incassare anche una montagna di soldi per questo. Credo che la battaglia di Emma Sulkowicz, studentessa della Columbia University di New York che gira ovunque portandosi dietro un materasso su cui ha subito lo stupro rimasto impunito da parte di un suo coetaneo nel campus a questo punto non serva a niente, credo che anche la recentissima orribile morte per impiccagione dell’iraniana Reyhaneh Jabbari non serva a niente, credo che nulla di nulla possa servire a niente se smettiamo di segnalare ciò che ci disgusta; insomma credo che anche la pur minima azione a livello planetario debba essere promossa per denunciare ogni forma di linguaggio/messaggio che banalizza l’amore, incita alla violenza e svilisce le donne. Personalmente vi invito, a scrivere sotto il video sopracitato il vostro commento di disgusto. Io l’ho già fatto. Il video ad oggi ha ricevuto già 34.410.133 di visualizzazioni. Bello sarebbe che tutti quelli che ancora lo guarderanno possano leggere anche i nostri commenti affianco agli altri. So bene che è una piccola, piccolissima, goccia nell’oceano, ma sono tante le piccole o grandi azioni che possiamo mettere in campo; lo facciamo da anni e non dobbiamo smettere di farlo, coinvolgendo tutte le persone che ci sono accanto, sempre e senza stancarci mai.
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