A Bari, nella Conferenza nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza (oggi il via, domani la chiusura a Villa Romanazzi Carducci) è il momento di fare il punto sulle azioni di carattere sociale per rilanciare il sostegno ai minori. E farlo soprattutto al Sud dove, a leggere i dati, il 15,5% dei minori vive in condizione di povertà assoluta.
La Conferenza nazionale è un momento importante di discussione che vede in campo politici, amministratori locali e operatori del terzo settore.
Tante le rivendicazioni dei risultati ottenuti. Lo hanno fatto Michele Emiliano, sindaco di Bari (che al governo chiede di dare al Mezzogiorno maggiori possibilità di spesa per realizzare asili nido) e il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola (si veda video in altro servizio).
Ora lo sguardo è rivolto al futuro, a quello che si dovrà fare. Molto dipenderà dal governo di Matteo Renzi. In poche settimane di lavoro è impossibile chiedere conto all’Esecutivo di quanto fatto ma il ministro alle Politiche Sociali Giuliano Poletti ha fissato le prime priorità e spiegato i primi passi del Governo. Quelli sulla scuola, ad esempio, con gli oltre 3 miliardi di euro investiti sono un punto fondamentale delle politiche per i minori.
Poi si penserà all’inclusione sociale (“eliminare le diseguaglianze sin dall’infanzia”, afferma Poletti), puntare tutto sulla cura dei bambini e degli adolescenti con la costituzione di un osservatorio in merito.
A questo proposito il ministro ha strappato gli applausi dei tanti operatori del sociale presenti, quando ha detto che “il lavoro di chi si prende cura degli altri è difficile e spesso considerato inadeguato”.
Dunque – ha promesso Giuliano Poletti – “niente più risparmi sulle politiche sociali altrimenti la crisi economica la pagheranno sempre i più deboli. Bisogna guardare ad una nuova stagione di politiche per l’infanzia”.
Dall’appuntamento barese un monito anche agli adulti, a ricoprire davvero il ruolo che la società li assegna, quindi riempire di fiducia il lavoro di tutti e passare senza indugi alle decisioni perchè, per dirla con Poletti (che evidentemente la pensa come Renzi in fatto di concertazione) “si può essere capaci di grandi confronti, ma bisogna decidere altrimenti ci si ferma sempre sugli errori commessi dagli altri in passato”.
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