E già! Non è affatto scontato che un “luogo” diventi “casa”.
Perché non bastano certo quattro pareti a fare una stanza, né una volta stellata per costruire un tetto.
La Casa è quel luogo in cui ci sente davvero accolte ed accolti così come si è; soprattutto quando ci si scopre più fragili e più sole/i.
Le donne sono coloro che “storicamente” hanno offerto casa e protezione ai più “piccoli”, sono quelle che hanno fatto dell’accoglienza il proprio destino; tutte, anche quelle che ancora oggi vanno in battaglia e che la casa se la portano dietro, sulle spalle, in qualunque luogo o parte del mondo esse si spendano per una buona causa.
La “Casa delle donne del Mediterraneo” è quel luogo che, ormai da sei anni, sta provando a farsi “dimora” per tutte e per tutti ad iniziare proprio da quei “senza fissa dimora” che cercano riparo in Piazzetta Sant’Antonio e che spesso dormono sulle panchine lì intorno.
Partito ad Aprile 2014 con gli “Stati Generali delle Donne”, la “call” rivolta a tutte le cittadine baresi desiderose di riflettere insieme sulla possibilità di costruire per davvero una città autenticamente luogo di incontro e di benessere per tutte e per tutti, il progetto di “Casa delle donne del Mediterraneo” continua a crescere.
Da un anno regge il prezioso spazio concesso dal Comune di Bari (che ha preso vita da un ex box della frutta del mercato di via Guadagni nel quartiere Madonnella) un ETS di 24 associazioni e persone fisiche presieduta da Annamaria Ferretti, giornalista ed esperta di comunicazione di genere; questo ente del terzo settore rappresenta il primo ente giuridico costituito nel Sud Italia che riunisce insieme Associazioni e singole/i e che sperimenta un modello di co-gestione di uno spazio pubblico ad opera di diverse realtà unite dal desiderio primario di rispondere, nella sola ottica del “dono”, ai bisogni del territorio, ad iniziare dal quartiere di riferimento sino a giungere all’intera città ed all’area metropolitana.
In particolare, 24 realtà associative sorrette da un sistema di leadership femminile assolutamente rivoluzionaria perché autenticamente condivisa e creativamente esercitata, fondata su un sistema di VALORI comuni quali la solidarietà, la condivisione, il rispetto, attraverso l’assunzione della gentilezza come stile comunicativo, irrinunciabile ispiratrice di un dialogo vivace e fecondo.
L’orizzonte politico di “Casa delle donne del Mediterraneo” è quello dettato dai principi costituzionali fondati sui valori dell’Antifascismo, della convivenza civile, della Democrazia.
La Differenza come pratica quotidiana. Il Mediterraneo come orizzonte.
Accanto allora ai progetti come “Armonia delle differenze” con gli sportelli di “Arci Gay Bari” e al servizio “Rinascita” a cura di “ACTO” (Associazione per la prevenzione del tumore ovarico) ogni associazione impegnata all’interno dell’ETS offre attività di sostegno e di promozione culturale importanti come l’APS “Stati Generali delle Donne” che sta realizzando il progetto della costituzione di una “Biblioteca di genere” mentre “Banca del Tempo” si occuperà della gestione del servizio di book sharing; ma l’azione che ci piace soprattutto ricordare in questo momento è il percorso “Mondialità” assieme a tutte le Comunità straniere che stanno abitando questo “Bene Comune”: “Concordia populorum” e “TarciaLand” (Romania), “Origens” e “Abaporu” (Brasile), “Apollonia” (Albania), Ita Du Zouglou (Costa D’Avorio); Associazione Italo – Georgiana (Georgia) attraverso eventi, feste, incontri, giornate di studio (le prossime il 5 e il 19 Marzo in collaborazione con il dipartimento di “Pedagogia interculturale” dell’ “Università degli Studi di Bari”), laboratori, spettacoli, la nostra Casa allarga le sue pareti sino a dilatare i propri confini e spingerli oltre la città, valicando l’Adriatico da un lato e lo Jonio dall’altro, per tentare la “necessaria traversata” del Mediterraneo.
Non vi è “buona battaglia” che la “Casa delle donne del Mediterraneo” non scelga di far propria: dalla lotta ad un affido familiare iniquo, al sostegno alle donne vittime di violenza (anche “Giraffa onlus” è partner dell’ETS), dalle famiglie che si battono per un accesso autenticamente aperto ai percorsi di fecondazione assistita (Associazione “L’altra cicogna”) ai ragazzi vittime di bullismo, dalle mobilitazioni per la tutela dei diritti degli uomini e delle donne con differenti orientamenti sessuali, sino al sostegno alle madri e alle donne di Taranto che chiedono la chiusura degli impianti di fabbriche e acciaierie dannose per la salute della loro Comunità.
Tutto questo e molto altro ancora prova ad essere la nostra Casa, definita a volte troppo piccola per contenere tutti i desideri e le aspirazioni di coloro che provano ad abitarla; e vorremmo orecchie più attente, occhi più chiari, e braccia più grandi per raggiungere davvero tutti e tutte, e arrivare oggi persino in Siria, farci operaie laboriose per ricostruire insieme ad una Scuola una nuova speranza.
Le cose vicine, le cose lontane: un giardino da curare, una piazza da sistemare, un lavoro da inventare. Con l’impegno di ciascuna per il Bene di tutti.
E infine alla domanda: perché lo fate?
Risponderemo ancora una volta così: “perché siamo donne, donne del Mediterraneo: il cuore della Terra”.
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