Mancano poco più di sei giorni al primo settembre, la data in cui circa tremila docenti pugliesi dovranno mettersi in viaggio per prendere servizio nelle scuole del Centro e Nord italia. I ‘Nastrini rossi’, docenti neoassunti da Gae e assegnati a cattedre fuori regione tramite l’algoritmo del Miur, hanno organizzato un sit in dinanzi all’Ufficio scolastico regionale per tenere alta l’attenzione su un problema che rischia di compromettere la normalità di tantissime famiglie.
Gli insegnanti si troveranno a fare i conti con affitti, biglietti aerei e ferroviari: costi che graveranno su uno stipendio che non supera i 1300 euro. In molti casi i docenti sono ancora in attesa di una sede che sarà assegnata d’ufficio e dovranno arrangiarsi in B&B o camere di hotel per permanenze non ben precisate e in attesa delle sperate deroghe.
“In questa vicenda c’è un dato oggettivo – spiega Francesca Marsico, giornalista e docente – il primo settembre dobbiamo prendere servizio nelle scuole in cui siamo stati assegnati. Oggi siamo qui perche abbiamo sempre lavorato nelle nostre province di appartenenza e siamo stati lanciati dall’algoritmo in scuole e posti sconosciuti”.
Le anomalie riscontrate durante l’assegnazione delle cattedre hanno scatenato le proteste dei docenti che in molti casi hanno presentato una richiesta di conciliazione, ovvero un ricorso contro il trasferimento.
“ Stiamo cercando di risolvere in parte la situazione anche attraverso le assegnazioni provvisorie – continua Francesca Marsico –ma ad oggi i tempi non sono ancora stati resi noti. Siamo qui proprio per avere delle risposte riguardo le tempistiche e chiediamo al tavolo tecnico che verrà organizzato la prossima settimana dei correttivi riguardo la legge 107 al fine di tutelare i docenti meridionali”.
Il problema dei trasferimenti ha colpito tutto il Sud Italia, come dimostrano le manifestazioni andate in scena davanti agli Uffici scolastici regionali di Napoli e Palermo.
Alla manifestazione è intervenuto anche Alfonso Pisicchio, consigliere regionale pugliese, che da tempo segue con attenzione la vicenda: “Siamo qui a testimoniare l’attenzione che la Regione deve avere nei confronti di questi nostri docenti che hanno lavorato in Puglia per decenni. Immaginiamo che le cattedre ci sono, la legge che pur ha delle positività andrebbe migliorata e articolata per dare certezze a chi in questo momento dopo decenni si trova a riorganizzare la propria vita trasferendosi fuori regione. Per questo è necessario convocare subito un tavolo con i parlamentari pugliesi e con tutte le sigle sindacali”.
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