6 Giugno 2023 - Ore
Politica

La legge elettorale regionale affossa le donne. L’ira di Vendola

Ecco le nuove norme per il voto delle regionali di maggio. Vendola lascia l'aula: "Consiglio cavernicolo"

Più della persuasione di Vendola, poté il trasversalismo. Una maggioranza variabile ad hoc vara la nuova legge elettorale, quella con la quale i pugliesi si confronteranno alle regionali di maggio 2015, mettendo nell’angolo il presidente della giunta regionale. 
Un duro colpo per coloro che conducevano la battaglia per la doppia preferenza uomo-donna e le liste al 50%.
Un’accordo trasversale che ha visto insieme pezzi di maggioranza del centrosinistra con il centrodestra. Un’intesa (trainata dal voto segreto) che ha scatenato le ire del governatore. “E’ una legge mostro”, ha tuonato Nichi Vendola lasciando l’aula prima del voto finale.
A maggioranza, dunque, la nuova legge sul voto per le regionali fissa le soglie di sbarramento per le coalizioni all8%. I partiti che comporranno le alleanze dovranno raggiungere almeno il 4% delle preferenze se vorranno ripartirsi i seggi. Fatica enorme, invece, per le sigle minori. Per loro la distribuzione dei seggi è fissata all8%. Una soglia che non è piaciuta ai partiti di centrosinistra come Sel, Idv e Puglia per Vendola che hanno votato contro.
Il nuovo testo recepisce le eccezioni sollevate dalla Corte Costituzionale: il premio di maggioranza, come imposto dalla Consulta, dovrà andare alla coalizione vincente nella misura di 29 seggi (se l’alleanza supera il 40%) mentre saranno assegnati 28 posti in aula nel caso in cui l’asticella dei voti alla maggioranza dovesse fermarsi tra il 35 e il 40% delle preferenze. In caso di percentuale inferiore al 35%, invece, i seggi assegnati saranno 27.
All’unanimità il Consiglio ha fissato il numero massimo dei componenti a 50 (più il presidente della regione eletto) tagliando così 20 consiglieri. 

Ma è sulla parità di genere, come detto, che la maggioranza di centrosinistra si è sbriciolata salvo poi ricucirsi con i voti del centrodestra. Accordi trasversali raggiunti fuori dall’aula che hanno fatto andare su tutte le furie Vendola. “Un Consiglio regionale composto al 95% da maschi davanti alla sfida della parità di genere fa una retromarcia cavernicola e si chiude nel proprio recinto”, ha detto il Governatore.
E’ bastato presentare una pregiudiziale sull’inammissibilità al voto di tutti gli emendamenti relativi alla doppia preferenza ed alle liste al 50% (votata a scrutinio segreto) per affossare le aspettative di chi puntava a rafforzare le “quote rosa”.
Alla delusione di Vendola si è aggiunto il rammarico del presidente del consiglio regionale Onofrio Introna.

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