“Io che amo solo te”, il nuovo film di Marco Ponti, uscito nelle sale giovedì 22 ottobre, ha due anime: una torinese e una pugliese. Tratto dall’ultimo romanzo dello scrittore Luca Bianchini, la pellicola è stata presentata nella libreria La Terza di Bari alla presenza del regista, dell’autore del libro, di Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti, protagonisti della pellicola, di Luigi Lonigro, direttore divisione della casa di distribuzione cinematografica “01 Distribution”, di Daniele Basilio, direttore di Apulia Film Commission che ha sostenuto la produzione e di altri interpreti pugliesi.
«So può sembrare paradossale – ha raccontato Luca Bianchini, scrittore del romanzo che ha conquistato il pubblico con la sue esilarante simpatia – che un torinese abbia potuto raccontare la Puglia. In realtà avendo la mamma siciliana, sono anche io meridionale dentro e sono totalmente innamorato di questa terra. L’idea di scrivere questa storia è nata un giorno quando sono stato invitato, per puro caso, a un matrimonio pugliese. Da lì ho avuto questa illuminazione».
L’incontro, condotto da Stefano Costantini, capo della redazione di Bari de “La Repubblica” e da Carlo Gentile, critico cinematografico (Rai Cinema), è stato diviso in due parti: la prima riservata alla stampa e la seconda al pubblico e soprattutto alle fan dell’attore pugliese.
«Questa storia – commenta Riccardo Scamarcio, uno dei protagonisti del film – riesce a mettere in luce i nostri difetti senza sarcasmo e non cadendo sempre nei soliti stereotipi. Avevo timore che questa commedia, come molte in circolazione in questi ultimi anni, potesse fare leva sui sentimenti più bassi della gente e diventare volgare, ma questo film non lo è affatto. Riesce ad essere divertente e al tempo stesso commovente e tutti possono identificarsi».
A fare da sfondo alle vicende di Chiara e Damiano, i due quasi sposi interpretati da Riccardo Scamarcio e da Laura Chiatti, c’è Polignano. Gli scorci e gli anfratti della splendida città pugliese risaltano e incorniciano perfettamente le vicende di tutti i personaggi che ruotano attorno ai due ragazzi.
«Questo film è stato un lavoro di squadra – ha affermato Marco Ponti, regista – tutti hanno collaborato. Un piemontese in Puglia si sente a casa, e io ho avuto subito questa sensazione di non essere uno straniero, ma di far parte di questa terra dove è stato meraviglioso girare. Voi pugliesi non vi rendete conto, perché siete abituati, ma avete una luce e dei colori che cinematograficamente sono perfetti».
Una storia d’amore che in realtà non riguarda i due giovani protagonisti, ma i loro genitori interpretati da Michele Placido, nel ruolo di don Mimì il padre di lui, e da Maria Pia Calzone, Ninella madre di lei. Ninella ha cinquant’anni e un grande amore rimasto segreto dentro di lei: don Mimì. Il destino le fa un regalo inaspettato: sua figlia, Chiara, decide di sposare il figlio dell’uomo da lei sempre amato. Il matrimonio si trasforma in un evento per Polignano e diventa un pretesto e un’occasione per far emergere verità e segreti familiari. «Questa storia – ha spiegato Laura Chiatti, che interpreta Chiara – mi è subito piaciuta perché racconta due storie d’amore speculari, e riesce quindi a raccontare questo sentimento in ogni sua forma. Il mio personaggio è molto particolare, sembra forte, ma allo stesso tempo è molto fragile. E’ in balia degli eventi, crede nell’amore e lotta per ottenere ciò che vuole». Il lungometraggio è stato distribuito in 350 sale e l’anteprima è stata trasmessa a Milano. «Può sembrare strano – ha spiegato Luigi Lonigro – che l’anteprima di un film che parla della Puglia e delle sue tradizioni sia stata trasmessa in una città del nord, ma credo che la storia sia talmente bella e coinvolgente da non cadere nei soliti clichè».
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