Quando i nostri politici capiranno che la rappresentanza di genere è cifra del tasso di democrazia nel nostro Paese? Quando capiranno che le consultazioni elettorali, massima espressione del principio democratico sancito e ribadito nella nostra Costituzione, non possono essere umiliate da giochi di potere?
Ancora una volta ci troviamo di fronte a odiose pratiche autoconservative.
Basta guardare la composizione delle liste per le candidature al Consiglio metropolitano, la cui presentazione è appena scaduta, per rendersi conto della sottorappresentazione di genere: cinque sole donne in totale su quarantacinque candidati uomini.
I numeri si commentano da soli.
Gli Stati Generali delle donne, organismo nato l’otto marzo scorso e che opera per promuovere e sostenere la partecipazione delle donne ai processi decisionali e politici dei soggetti pubblici, stigmatizzando fortemente tale comportamento, a giochi ormai conclusi, hanno proposto un “Patto”. “Votate queste donne candidate in blocco – ha detto Lorena Saracino Presidenta degli Stati Generali – ci aspettiamo che i politici, in questa che ė una elezione di secondo livello, facciano la loro parte”.
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